|61|

599 52 10
                                    

POV'S BENJAMIN

Non so quanto tempo é passato dall'ultima volta che ho sentito Elisa per videochiamata, so solo che non la sento da tanto tempo e che non vedo l'ora di tornare da lei.
Ci sentiamo spesso al telefono, ma io sono troppo stanco per parlare e lei troppo stanca di questa situazione, come biasimarla.

Dalla festa in cui Gabriele ha lasciato il succhiotto ad Elisa non so quanto é passato, forse un mese o poco più.
Lo volevo, e lo voglio tutt'ora, massacrare di pugni fino a mandarlo in ospedale.

Elisa é mia e, se non si fosse capito, chi la tocca può considerarsi pure un uomo morto. Quel che é mio é mio e, per essere chiari, se qualcosa é di mia proprietà stateci alla larga.

Sento la suoneria del mio telefono diffondersi nella stanza e rompere il silenzio. Allungo la mano sul mio comodino, notando che sono le tre e un quarto di mattina.
Rispondo senza nemmeno guardare il nome sullo schermo, portandomi il telefono vicino all'orecchio.

"Hello?" Rispondo io.
"I talk to Benjamin Mascolo?" Domanda la voce femminile dall'altra parte.
"Yes, do you speak italian?" Domando io.
"Yes, i do. Ehm... Sono un'infermiera e devo informarla del fatto che suo fratello ha avuto un emorragia interna dovuta ai troppi colpi violenti subiti nella parte dell'addome. Ora si trova in sala operatoria." Spiega lei velocemente.
Io mi alzo velocemente dal letto.
"Sto arrivando." Dico attaccando il telefono in faccia all'infermiera.

Prendo la mia felpa nera da sopra la sedia e me la infilo velocemente sopra la maglietta bianca a maniche corte.
Mi infilo i pantaloni grigi di tuta e le scarpe da ginnastica per poi scendere le scale senza fare troppo rumore.

Esco da casa di mia nonna e mi rendo conto che, effettivamente, non ho neanche la patente.

Mi guardo intorno spaesato cercando di trovare una soluzione.
Ad un tratto, comincio a correre verso l'ospedale.

L'ospedale dista solo cinque minuti di macchina da casa di mia nonna quindi correre é l'unico modo.

Corro più veloce che posso sentendo i polmoni bruciare per via dell'aria fredda dentro al mio petto.

Nell'arco di dieci minuti mi ritrovo davanti all'ospedale con il fiatone.
Entro velocemente e mi dirigo all'altra reception.

"Alexander Mascolo." Dico io con il fiato corto.
"Room 256, second floor." Risponde la donna dietro al bancone guardando l'elenco.
"Thank You." Rispondo velocemente dirigendomi verso le scale.

Salgo quattro rampe di scale di corse per poi percorrere a passo veloce il corridoio. Cerco la stanza 256 e, non appena arrivo, vedo un'infermiera giovanissima davanti alla porta.

"Are you Benjamin Mascolo?" Domanda lei.
Io mi limito ad annuire, senza fiato.
"Io sono l'infermiera con cui ha parlato poco fa. Mi chiama Samantha." Si presenta lei.
"Mio fratello?" Domando io ignorando la sua presentazione, non me ne può fregare di meno.
"É in sala operatoria in questo momento. Lo sta operando un bravissimo chirurgo, quindi non si preoccupi." Dice lei.
"Dammi pure del tu." Dico io sedendomi su una sedia.

Lei si siede accanto a me.

"Come vuoi. Comunque tuo fratello dovrebbe uscire fra qualche ora, quindi se vuoi può aspettare qui." Dice lei guardandomi dalla testa ai piedi in adorazione.

Perché devo avere sempre gatte morte attaccate?

"Perfetto, grazie." Dico io.
"Di nulla." Dice toccandomi il braccio come se fossi stato un dio greco.

Non ci posso credere.

"Potrò stare da solo?" Domando io.
"Oh, certo. Passo più tardi a vedere come sta tuo fratello." Dice lei alzandosi e andando via ancheggiando in modo fa attirare la mia attenzione.

Non ci posso credere, come mai tutte le ragazze che incontro devono provare a rimorchiarmi? É snervante.

Mi passo un mano sul viso e fra i capelli, nervoso.
Spero che vada tutto bene.

Ad un tratto, sento una morsa stringermi lo stomaco, come se dovesse succedere qualcosa.
O magari, é solo la mancanza di Elisa che mi distrugge.

Tiro fuori il mio Iphone dalla tasca della mia felpa nera e lo accendo.

Subito sulla schermata di blocco compare una delle mie varie foto con Elisa.

Questa foto mi ricorda una scena bellissima. Nella foto io la abbraccio da dietro mentre le bacio il collo e lei ride. É bellissima.

Avevamo messo il timer e avevamo corso per metterci in posa. Io le ho baciato il collo e fatto il solletico e lei si é messa a ridere.
É una delle mie foto preferite.

Sblocco il telefono e osservo l'immagine della schermata home.

Nella foto c'é Elisa in braccio a me mentre ci baciamo. Questa foto l'ha scattata Chiara, il giorno in cui Martina mi aveva dato il permesso di andare da Elisa.

Sorrido leggermente e apro Whatsapp, andando poi sul contatto di Elisa.

Notando che é online, deciso di mandarle un messaggio.

A: Mocciosetta.
Come sta la mia bimba?

Lei visualizza subito, come se stesse aspettando da tanto un mio messaggio.

Da: Mocciosetta
Non sono una bimba...

Mi immagino la sua espressione in questo momento. Avrà sicuramente alzato gli occhi al cielo.

A: Mocciosetta.
Si, sei la mia bimba e ti cresco io.

Da: Mocciosetta.
Se tu cresci me, io cresco te?

A: Mocciosetta.
Tu mi cresci ed io ti cresco. Insieme, sempre.

Da: Mocciosetta.
Se ci sei tu, posso fare tutto. Non mi lasciare mai.

Sorrido istintivamente.

A: Mocciosetta.
Lasciarti? Mai. Sei troppo importante.

Da: Mocciosetta.
Mi manchi...

A: Mocciosetta.
Non sai quanto manchi a me...

Da: Micciosetta.
Dimmi che mi ami.

A: Mocciosetta.
Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo amore mio.

Da: Mocciosetta.
Ti amo troppo amore mio.

É così bello sentirsi chiamare 'amore' e sentirsi dire 'ti amo'.
Come se improvvisamente il mondo che prima avevi sulle spalle fosse scomparso.

Ecco il capitolo. Lo so, fa schifo ma...é di passaggio, giuro! Spero vi piaccia!

Ciauuuuuuuuuuuuuu

Per Sempre? Per Sempre! ||Benjamin Mascolo|| (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora