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In questo momento sono in classe con i miei compagni ad aspettare la campanella dell'ultima ora.
Non appena questa suona, mi metto la giacca, mi metto lo zaino in spalla e, dopo aver salutato i miei migliori amici, esco dalla classe.

Esco dalla scuola e comincio a camminare verso il mio palazzo.

Quella s*****a della prof. di inglese ci ha dato da rispondere a delle domande sulla lezione che ha spiegato oggi per domani e, come se non bastasse, questo argomento non é sul libro e da anche il voto. Dato che io non ho ascoltato un c***o di quello che ho detto sono fregata, bello no?

Non appena arrivo davanti al mio palazzo, entro e salgo le scale. Apro la porta del mio appartamento ed entro.

Appoggio la cartella all'ingresso e mi tolgo le scarpe per poi metterle nel portascarpe in bagno.

Vado verso la cucina e mi sorprendo trovando mia madre che mi prepara un panino, pensavo di essere sola.

"Mamma?" La chiamo io.
"Oh, ciao tesoro." Mi dice lei.
"Ti ho preparato un panino." Mi dice lei porgendomelo.
"Grazie." La ringrazio io sorridendo.

Mi siedo su una sedia e addento il mio panino.

"Perché sei a casa? É successo qualcosa?" Domando io.
"No, tranquilla. Fra poco devo tornare a lavoro." Mi dice lei.
"Oh, comunque più tardi viene Mascolo per fare un progetto." Dico io non guardandola.
"D'accordo, ma perché chiami il tuo fidanzato per cognome?" Mi domanda lei confusa.

Giusto, lei non sa nulla.

"Vedi mamma, noi non stiamo più insieme." Dico io cercando di non far spezzare la mia voce.
"Mi dispiace tesoro." Dice lei lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Anche a me." Sussurro per non farmi sentire.
"E perché vi siete lasciati?" Mi domanda lei.
Io le mimo uno sguardo da 'non ne voglio parlare' e lei mi sorride.
"Ho capito." Dice lei comprensiva.
"Se vuoi parlarne, io ci sono." Continua lei.
"Grazie mamma." Dico io.
"Di nulla tesoro." Mi stampa un bacio sulla fronte.
"Ora devo scappare, ci vediamo questa sera." Mi dice lei.
"D'accordo, a stasera." Dico io.

Esce dalla cucina e io finisco di mangiare il mio panino.
Quanto posso amare mia mamma?

***

Sento il campanello suonare e mi dirigo verso l'ingresso.
Apro la porta e mi ritrovo davanti la persona che stavo aspettando: Benjamin.

Alza la mano mezza coperta dalla manica del suo felpone grigio in segno di saluto e io gli sorrido debolmente facendolo entrare.

Saliamo le scale ed entriamo in camera mia con le nostre cartelle.
Chiudiamo la porta e ci sediamo alla mia scrivania.

"Tu hai fatto i compiti per domani?" Mi domanda lui.
"Mi manca inglese ma non ci capisco un c***o di niente." Rispondo io sbuffando.
"Vuoi che ti do una mano e poi facciamo il progetto?" Mi domanda lui.
"Non sei obbligato." Dico io mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Senti, prendi il quaderno che ti aiuto io." Dice lui sorridendo.

Io prendo il quaderno e lui mi spiega in poche parole quello che ha spiegato oggi la prof. in classe.
Facciamo le prime cinque domande insieme e le altre cinque le faccio da sola.

"Quindi questa é la risposta all'ultima domanda?" Domando io.
"Esatto, vedi che hai capito?" Dice lui ridacchiando.
"Grazie." Gli sorrido io. Lui sorride di conseguenza.

Metto via inglese e tiriamo fuori tutta la roba inerente al progetto.

"Io ho finito il modellino." Dico io appoggiandolo sulla scrivania.
"E io ho finito di stampare la tesina." Dice lui tirando fuori una busta con all'interno circa cinque fogli graffettati.
"Perfetto, cosa ci manca?" Domando io guardandolo.
"Non ci manca nulla, dobbiamo solo rileggere la tesina e mettere i nostri nomi sul modellino." Mi risponde lui.

Prendo uno stuzzichino con attaccato un pezzo di carta e scrivo: 'Mascolo&Borghi'.
Inserisco delicatamente lo stuzzichino nel polistirolo per poi metterlo da parte.

Mi giro verso Benjamin e lo vedo intento a rileggere la tesina con una ciocca di capelli fra le dita.
Muove leggermente le labbra mentre legge per poi sbuffare.

"C***o, C'é un errore di battitura!" Dice lui sbuffando.
"Ehi, stai calmo. Dammi qui!" Dico prendendo la tesina.

Tiro fuori il mio bianchetto e lo passo sopra all'errore. Prendo la penna e riscrivo la parola correttamente cercando di usare una calligrafia simile a quella della stampa.

La riporgo a Benjamin e lui riprende a leggerla. Non appena ha finito mi lancia un sorriso.

"Allora, che ore sono?" Domando io.
"Sono le 17." Mi risponde lui guardando il suo telefono.
"Abbiamo finito in neanche mezz'ora e tu sei arrivato alle 16.30. Sei il solito." Dico io ridacchiando.
"Non é colpa mia se mi sono scordato." Dice lui alzando le mani in segno di resa.
"Vuoi mangiare qualcosa?" Domando io.
"Se non ti dispiace si." Dice lui sorridendo.

Usciamo dalla mia camera e scendiamo le scale andando in cucina.
Apro la credenza e tiro fuori la Nutella per poi appoggiarla sul bancone.
Tiro fuori due cucchiaini dal cassetto e ne porgo uno a Benjamin per poi aprire la Nutella.

Cominciamo a mangiare la Nutella in silenzio finché Benjamin non mi spalma un po' di essa sulla guancia ridendo.

"Tu non lo hai appena fatto." Scandisco bene tutte le parole.
"E invece si, mocciosetta." Dice lui ridendo.

Da quanto non mi chiamava con questo soprannome?

Mi alzo dalla sedia e lui fa lo stesso.
Comincio a rincorrerlo per tutta la cucina finché non lo afferro per la maglia e gli spalmo la Nutella sulla guancia.

Scoppio a ridere per la sua espressione e lui con me.
Lo so che non dovrei pensarci, ma la sua risata é bellissima.

Non appena smettiamo di ridere mi siedo sul tavolo della cucina guardandomi le gambe.

Vorrei capire perché prima ridiamo e un attimo dopo siamo in un completo imbarazzo.

Sento che Benjamin si avvicina e alzo lo sguardo verso di lui, ritrovandomelo a poca distanza.

Si infila fra le mie gambe e mi mette due dita sotto al mento delicatamente.
Cosa vuole fare?

Mi ruota leggermente il viso e preme le sue morbide labbra sulla guancia dove aveva spalmato la Nutella.

Mi faccio scappare un sorriso.
Non é colpa mia se mi fa sorridere.

Si stacca e si lecca le labbra per poi pulirmi la guancia con un tovagliolo.
Afferro anche io un tovagliolo, metto due dita sotto al suo mento e avvicino il suo viso a me. Pessima idea devo dire.

Passo il tovagliolo sulla sua guancia delicatamente per poi appoggiare il tovagliolo sul tavolo.

Riaggancio il mio sguardo al suo e lo vedo avvicinarsi di più.
Le sue mani si spostano sulla mia vita e il suo sguardo cade sulle mie labbra.
Le sue mani prendono ad accarezzarmi i fianchi delicatamente e a farmi rabbrividire.
Sento il suo respiro caldo colpirmi la pelle e il suo profumo entrarmi nelle narici.

Sento il mio respiro accelerare, come il suo del resto.
Istintivamente gli lego le braccia al collo e lo abbraccio forte.
Lui ricambia l'abbraccio e mi stringe ancora più forte.

Gli accarezzo leggermente il collo e chiudo gli occhi godendomi il momento.

Come può una persona farti sentire in questo modo non lo scoprirò mai.

E, sinceramente, lo amo più della mia stessa vita. Non si può dimenticare una persona che ti ha scosso il cuore.

Ecco il nuovo capitolo, che ve ne pare? Vi ricordo del gruppo whatsapp! Lasciate un commento e fate diventare la stellina arancione!
Grazie di tutto, come sempre.

Ciauuuuuuuuuuuuuu

23/02/2017

Per Sempre? Per Sempre! ||Benjamin Mascolo|| (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora