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Vi interrompo solo un secondo, vi volevo proporre una cosa. D'ora in poi, nei commenti, potete farmi delle domande, appena ne raccoglierò abbastanza risponderò a tutte in un capitolo a parte! Potete farle anche ai personaggi della storia, soprattutto a loro! Bene, detto questo...buona lettura!

É passata una settimana dalla lite fra me e Benjamin. Ho una routine monotona: casa-scuola, scuola-casa.

Ogni volta che torno a casa mi chiudo in camera e non parlo con nessuno. Ho la mia scorta di cibo in una scatola sotto al letto in modo da non dover scendere in cucina a prendere la roba. A dirla tutta mangio poco, é come se il mio stomaco si fosse chiuso in una morsa.
Dormo di meno, lo ammetto. Vado a letto presto ma mi addormento a notte fonda, non so come mai, sarà che i miei pensieri sono aumentati tanto da sovrastare la mia stanchezza.

I miei voti sono un po' calati, ma della scuola ormai non me ne frega più un c***o. Vado a scuola solo perché ci sono Chiara, Federico e Jay.
I prof. fanno gli s*****i e non pensano minimamente a quello che dobbiamo fare noi, ci bombardano di compiti come se non avessimo una vita sociale, compiti che alla fine quasi metà classe non capisce perché i prof. spiegano troppo velocemente e non si preoccupano minimamente di chiedere se devono rispiegare qualcosa o se abbiamo capito tutto.

Non so cosa mi sta succedendo, ma sono diventata acida e scontrosa con chiunque, mi stanno tutti sul c***o.
Ormai non rido neanche più, se lo faccio lo faccio falsamente. Benjamin mi faceva ridere, ma alla fine ho scoperto cosa sono per lui: una bambina ingenua che non capisce una m*****a e che scappa dai problemi. Non mi aspettavo che rappresentassi questo per lui, non me lo aspettavo per niente.

É incredibile come una persona ti possa cambiare da un giorno all'altro.

Cammino verso scuola con la testa bassa sull'asfalto grigio e bagnato. Ascolto il rumore che fanno le mie scarpe sull'asfalto e non lascio uscire dalla mia bocca nemmeno un sibilo,
alzo poi lo sguardo verso il cielo ricoperto da un manto di nuvole grigie cariche di pioggia.

Ai miei occhi tutto pare monotono, senza alcuna differenza. Tutto é cupo e insignificante

Io resto in silenzio ad ascoltare ogni minimo rumore che mi circonda. Comincio a sentire un brusio che piano piano diventa sempre più forte, sono arrivata davanti a scuola.

Mi guardo intorno. C'é chi parla freneticamente gesticolando, chi si limita ad ascoltare, chi ripassa per le interrogazioni, chi legge, chi ascolta la musica, chi si tiene per mano e chi si bacia. Tutto questo non fa altro che peggiorare la situazione.

Tutti che parlano a vanvera, tali parole non fanno altro che aumentare il rumore davanti all'enorme cancello di metallo della scuola. Come se ci fosse qualcosa di bello di raccontarsi di prima mattina.

Ad un tratto il grande cancello si apre e tutti si dirigono al di là di esso il più velocemente possibile.

Aspetto che tutti siano entrati e poi sbuffo. Mi incammino anch'io al di là del grande cancello ma mi sento afferrare per il polso.

Tale presa mi costringe a girarmi.
Il mio sguardo subito ricade sulla mano che sta stringendo il mio polso saldamente. Alzo piano gli occhi fino ad incontrare quei due pozzi profondi e apparentemente freddi che mi hanno fatto tanto male.
Automaticamente il mio sguardo cade sul suo labbro inferiore senza piercing e sul suo naso ora munito di esso.

Il suo luccichio mi distrae e mi fa realizzare ciò che tutt'ora sta succedendo.

Con uno scatto deciso mi libero dalla sua presa fulminando il ragazzo che ho davanti con lo sguardo.
Lui fa per avvicinarsi ma io scatto subito indietro.

Mi riafferra il polso e mi tira verso di sé facendomi sbattere delicatamente contro il suo petto. Ecco che in quel preciso istante il mondo intorno a noi si ferma, resta immobile. Mi guarda dritto negli occhi con aria dispiaciuta, nei suoi occhi non vedo altro che tristezza.

Mi riprendo e il mondo torno a muoversi. Mi allontano di scatto e lo fulmino ancora con gli occhi.

"V********o!" Gli dico io con toni di disprezzo.

Mi giro ed entro velocemente nella scuola sperando che non provi a parlarmi un'altra volta. Entro nella mia classe e, improvvisamente, mi rendo conto di essere la compagna di banco di Benjamin. Devo escogitare qualcosa, voglio stargli lontana. i guardo intorno e appena vedo Chiara mi viene un'idea.

"Zia, possiamo fare cambio posto?" Le chiedo io.
"Ehm..." dice lei guardandomi.
"Ti supplico..." la imploro io.
"D'accordo..." Mi dice lei sorridendo debolmente.
"Grazie..." le dico io abbracciandola. Lei ricambia e mi sussurra qualcosa di incomprensibile, credo che assomigliasse ad un 'Ti voglio bene, scema!'. Ci stacchiamo e ci sediamo ognuna nel posto dell'altra.

La prof. entra in classe, sbatte i libri sulla cattedra e si siede con non poca delicatezza sulla sua sedia. Ci scruta attentamente e comincia a sbraitare.

"Allora?! Anche oggi nessuno ha fatto i compiti?!" ci chiede lei sbraitando. Nessuno osa fiatare tranne Benjamin.
"Se non ci capiamo una m*****a, possiamo farci qualcosa?" Dice Benjamin alquanto alterato.
"Mascolo, non si deve permettere di usare questi termini!" Gli sbraita contro la prof.
"Mi scusi se sono sincero!" Sputa acido il moro dietro di me.
"Ora basta! Non si permetta di usare questo tono con me, non sono dicerto su fratello o sua sorella con quali può usare questo tono!" Lo rimprovera urlando la prof. arrabbiata.

Appena alle mie orecchie giunge la parola 'Fratello' mi giro di scatto verso Benjamin sapendo perfettamente il dolore che prova ogni volta che viene pronunciata questa parola. Non so niente di suo fratello, so solo che ogni volta che lui viene messo in mezzo ad una conversazione Benjamin diventa improvvisamente triste e irrascibile.

Lo sguardo de moro si incatena al mio come se, automaticamente, cercasse il mio sostegno. I suoi occhi sono diventati cupi, di ghiaccio. Sono lucidi come se da un momento all'altro dovesse fuoriuscire da essi una quantità di lacrime enorme, lacrime che probabilmente sono state trattenute dentro di lui fin troppo tempo.

E solo ora, in questo preciso istante, capisco quanto è fragile Benjamin. Si vuole mostrare forte, sicuro di sé, menefreghista e magari lo è, ma ora è tutt'altro. Fragile e terribilmente bisognoso di conforto, di un abbraccio. Vorrei alzarmi, legargli le braccia al collo e stringerlo forte a me, come per fargli capire che, anche se ha fatto una grande c*****a a dirmi quelle parole dannatamente taglienti, non sono mai stata in******a con lui.

Posso essere ingenua a lasciarmi catturare ancora in questa trappola, ma ormai, cadere nella sua trappola un'altra volta, è diventata la cosa che più desidero fare in questo momento. E soffrirò, ne sono certa, ma è meglio soffrire che stare lontana da quel ragazzo a vita.

E sono una r***********a, lo so. Ma non ne ho nessuna colpa se lui mi ha fatto r***********e. Mi sono innamorata di lui, non ci posso fare niente, anche se combina c*****e non riesco a smettere di essere pazza di lui. La colpa è sua, di quei due pozzi color ghiaccio che si ritrova sul viso, di quel sorriso stupendo e di quel ciuffo morbido che gli incornicia il viso.

In tutto questo tempo il mondo è fermo, come poco tempo prima fuori dalla scuola. Non si sente più nessun rumore, ci siamo solo noi. Il suo sguardo è incatenato al mio, come se nei miei occhi ci vedesse il rimedio al suo dolore.

Ecco il nuovo capitolo! Scusate il ritardo! In questo capitolo ho provato a scrivere in modo più "profondo" e spero di essere riuscita nel mio intento. Spero vivamente che vi piaccia! Vi ringrazio per i complimenti, siete veramente dolcissime!

Ciauuuuuuuuuuuuuuu

07/12/2016

Per Sempre? Per Sempre! ||Benjamin Mascolo|| (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora