IO E L'ALTRA

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AUTORE:  OrnellaStocco3 

Un continuo dialogo con la parte che non vuole accettare l'inevitabile declino

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Un continuo dialogo con la parte che non vuole accettare l'inevitabile declino. Una contro l'altra. Amiche e nemiche. La doppia immagine di una donna matura e il suo riflesso giovanile. Le abitudini, i ricordi, le delusioni ma "l'Altra" è forte, battagliera. Non demorde. E allora ecco che arriva, inaspettato, quasi temuto, un cambiamento. Si ricomincia. Si riprende un percorso interrotto per noia, per inadeguatezza. L'ironia gioca un ruolo determinante: smussa, leviga, stempera stati d'animo altalenanti. Un percorso di vita, di rapporti familiari a volte complicati. Ci inoltreremo, durante la lettura, nell'animo dei personaggi combattuti nelle loro esperienze personali: Filippo, un ragazzino in piena crisi adolescenziale sta per subire la separazione dei genitori. Antonio, un padre e un marito in crisi esistenziale che ancora ricorre alla protezione materna. In mezzo c'è lei, Patrizia, alle prese con la sua età che sembra non voglia passare mai.Una storia a volte dolorosa ma dai risvolti sorprendenti raccontata in prima persona.Buona lettura.

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Tra un caffè macchiato e una torta di mele con crema pasticcera OrnellaStocco3 e  SouadKaaouar ci parlano di vita vera, di persone che si incontrano e scontrano con le proprie difficoltà di un quotidiano non sempre facile, di rapporti famigliari a...

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Tra un caffè macchiato e una torta di mele con crema pasticcera OrnellaStocco3 e SouadKaaouar ci parlano di vita vera, di persone che si incontrano e scontrano con le proprie difficoltà di un quotidiano non sempre facile, di rapporti famigliari a volte complicati e di cambiamenti inevitabili...

Impressioni sul libro:

Quando sono arrivata all'ultimo capitolo, non ci volevo credere. Non mi aspettavo che finisse così.

La battaglia interiore, tra una giovane, che ha voglia di divertirsi e una che ragiona all'avanzare dell'età, con quella parte razionale. Un continuo contrasto tra l' una e l'altra, la maggior parte vince la vestaglia rosa, alcune volte la trasformazione. Un continua tira e molla che l'ha portata a conoscere il nostro Miki, a passare il capodanno con il professore, dolce come uno zuccherino.Tutti noi necessitiamo di abbandonare, almeno per un po', la quotidianità e tu cara Ornella, l'hai descritto in modo perfetto. Il rapporto tra Antonio e Patrizia mi ha lasciata perplessa, un paio di volte mi sono domandata: chissà se anche il mio futuro figlio mi tratterà così. Ho visto tanta gente essere trascurata dai propri genitori e in alcuni casi abbandonata; ma essere dentro a una di queste situazioni, mi ha colmato il cuore di tristezza e di compassione verso quei genitori.

Un'altra situazione che mi stravolge è quando Patrizia parla dell'ex marito, il padre di Antonio. Perché incolparla? È colpa sua se non vanno più d'accordo? Se quella scintilla si era spenta? Non esiste il per sempre, tutto ha una fine e anche l'amore, ahimè si spegne.

Ho amato il suo essere provocante :suscitare interesse anche trai più giovani. L'entrata in discoteca è la mia scena preferita. Si era inventata di essere in compagnia di un'amica quando in realtà era da sola.

All'arrivo di Antonio, si ritrova obbligata a fare un cambiamento e quando lui se ne va, prova un vuoto incolmabile. Anche se non era presente, in un modo o nell'altro lui ha cambiato le sue abitudini. Poi c'è Aurora, la nuora. Quando parla di lei mi scappa sempre un sorriso, il suo modo di deriderla mi diverte sempre. Anche il rapporto che ha con i vicini: chiunque bussasse alla sua porta, secondo lei aveva bisogno di sale, limone o qualche ingrediente mancante alla sua opera culinaria.La crisi famigliare di suo figlio dà un tocco della realtà. Tante famiglie hanno e dovranno passare quell'ostacolo. Aiutano a saldare i rapporti, a riaccendere quella scintilla che si stava indebolendo. Patrizia ha interpretato tutti i ruoli in modo magnifico, da una madre a una ragazza giovane che pensa a divertirsi. Trovo che io e la nostra protagonista abbiamo tante cose in comune. L'adorare l'usato: ad ogni oggetto riconoscere una storia e un suo significato. Il disinteresse nel festeggiare il Capodanno, una festa che ho sempre trovato fastidiosa, cosa c'è di divertente nel festeggiare un anno che finisce? Si ritiene interessante invecchiare di un anno a tal punto da festeggiarlo? Mah, io basita.

Questa storia la consiglierei a chiunque, perché è un viaggio interiore nella propria coscienza; la consiglierei a tutte quelle donne che abbandonano il divertimento, la loro quotidianità da giovani. L'età è solo un numero, non c'è un vecchio o un giovane, si può maturare a dieci anni o a cinquanta. Ad esempio davanti all'amore: quante relazioni avrà passato Patrizia? Eppure quando ha conosciuto il professore e Michele sembrava inesperta, una ragazzina alle prime armi. La consiglierei anche a quei figli che trascurano e abbandonano i loro genitori, non danno loro tempo, attenzione e affetto. Non si ricordano del tempo sprecato con loro, le notti svegli a sorvegliarli quando erano malati e a scacciare i loro incubi durante la notte. E la consiglierei anche a quelli che tendono a incolpare i loro genitori per qualsiasi cosa. Ai genitori stessi che si lasciano andare rischiando di distruggere la propria casa, il proprio nido, per una banalità, una sciocchezza.

Per me un messaggio rappresentativo può essere che l'uomo non ha età, i numeri servono solo burocraticamente, non hanno un significato. Non bisogna etichettare le perone in base alla loro età. Mi sono divertita, commossa, ho pianto, mi sono emozionata. Tutto questo in una ventina di capitoli. Ammiro molto il modo di esprimersi della scrittrice, Ornella, arriva al cuore senza giri di parole. Ti mette in dubbio su concetti che ormai crediamo siano senza valore. Una fantastica avventura, una meraviglia!

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