47. doctor walks in and he tells you that it's terminal

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«I'm a mothafuckin' schemer boy, I'm a dreamer boy
I love a girl that don't even fuckin' need a boy.» canta a squarciagola la sua canzone mentre tutto il pubblico lo asseconda urlando le stesse parole, saltando, spingendosi fra di loro. Alcuni cercano di mantenere la presa salda sul telefono intento a registrare la performance, altri si godono semplicemente il momento cantando.
E Peep, cazzo il sorriso sulle sue labbra mentre vede quei ragazzini che sanno i suoi testi a memoria cantare, urlare per lui, acclamarlo.
Da dietro le quinte non ho una vista completa del pubblico, ma poco prima che iniziasse il concerto ho dato un'occhiata, il locale è pieno, non ho nemmeno idea di come ci siano entrate tutte queste persone, probabilmente abbiamo anche superato il limite di gente, ma non ha molta importanza.
Tracy accanto a me salta sul posto cantando la canzone, come tutti gli altri del resto. Non ho idea di quante volte mi abbia spintonato cazzo.
Vanno sempre così i concerti di Peep, ma non mi dispiace, anzi amo vederlo felice e realizzato come lo è in questi momenti.
Immagino, però, che questa sia solo la quiete prima della tempesta, che è appena arrivata.
Qualcosa inizia a bloccarmi il respiro, indietreggio cautamente senza farmi notare da Tracy, non voglio rovinare l'atmosfera.
Mi do qualche colpetto al petto cercando di tossire il più possibile e sbloccare quel qualsiasi cosa che mi sta facendo soffocare.
Con una mano mi copro la bocca, evitando di tossire addosso alle persone accanto a me, finché non sento qualcosa di liquido sulla mia pelle e un sapore ferreo nella bocca.
Allontano da poco la mano, in modo tale da portala alla mia vista... cazzo sto sputando sangue.
Cerco di non farmi prendere dal panico e mi guardo in torno sperando di trovare con lo sguardo un bagno, sono sicura ci sia.
Mi faccio strada fra la gente, perché cazzo ci sono tutte queste persone dietro le quinte?
Sono circondata da gente eppure nessuno sembra accorgersi che sto praticamente vomitando sangue e soffocando, riesco a respirare a malapena e non riesco a smettere di tossire. Ad ogni colpo di tosse dalla mia bocca escono grumi di sangue, non ho idea di che cazzo stia succedendo, voglio solo andare via da qui.
«Oh ciao Amelie, hai commesso un omicidio?»
«Wiggy abbassa quella cazzo di fotocamera e aiutami.» cambia immediatamente espressione e smette di filmarmi.
«Tutto ok?» chiede preoccupato.
«Sto dissanguando porca puttana, ti sembra tutto ok?» urlo per farmi sentire e anche perché sto andando in preda ad una crisi.
«Ok seguimi di là c'è il bagno.» mi apre la strada tra la folla e in qualche secondo arriviamo finalmente in bagno.
Mi precipito al gabinetto, tossendo e cercando di liberarmi da quello che mi sta soffocando.
In pochi secondi la tavolozza diventa rossa, Wiggy mi passa della carta igienica per pulirmi, ma la rifiuto sciacquandomi direttamente nel lavandino.
«Cazzo, vomiti sangue.» perspicace.
Mi guardo allo specchio, sono pallidissima, probabilmente mi sarà scesa la pressione.
Abbasso la tavoletta del gabinetto per poi sedermici sopra, almeno se dovessi svenire sono seduta.
«Cosa è successo? Vuoi qualcosa? Chiamo qualcuno?» ma dai mi sono appena calmata e inizia ad andare di matto lui?
«Tranquillo Wiggy tutto apposto.» lo rassicuro.
«Oh certo, vomitavi sangue fino a due minuti fa, ma è tutto apposto.»
«Stanno facendo un cazzo di concerto, non mi va di creare casini e panico, sto meglio. Grazie per avermi aiutata, non avevo idea di dove fosse il bagno, sarei svenuta lì in una pozza di sangue altrimenti.» ho ancora sangue tra le unghia e... sui vestiti cazzo.
«Ma dai era nuova questa gonna porca troia.» impreco cercando di lavare via il sangue con un pezzo di carta igienica bagnato.
«Ti porto in ospedale?» mi giro di scatto verso Wiggy guardandola incredula.
«Stai esagerando ora, sto bene.» sta impazzendo.
«Non è normale quello che è successo, fatti fare una visita, accertati di stare bene.» mi implora, beh alla fine una visita che male può fare?
«In questi giorni ci vado.»
«Puoi andarci domani pomeriggio.» mi propone. «Dobbiamo partire di sera quindi avete tutto il pomeriggio per andare nell'ospedale più vicino.» aggiunge.
«Ci vado da sola, non voglio far preoccupare Peep.» tanto dormirà come minimo fino alle due di pomeriggio, ho tutta la mattina per recarmi a fare dei controlli.
«Come vuoi, ti chiamo un taxi? Vai in hotel a riposarti.»
«Wiggy sto bene porca puttana.» ripeto esasperata, mi fa piacere che si preoccupi, ma nemmeno mia madre si comporta così.
Mi alzo dal gabinetto cercando di non cadere a terra, abbraccio Wiggy per ringraziarlo per poi uscire a prendere una boccata d'aria.
Cazzo, siamo a dicembre, forse avrei dovuto portarmi almeno un giubbotto, prendo un blunt che avevo fatto prima del concerto e lascio che sia il fumo a scaldarmi.

***

Odio gli ospedali, sono così macabri. Le pareti bianche, gli infermieri con i camici bianchi, tutti indaffarati, come biasimarli hanno in mano le vite di altre persone. Non capirò mai come la gente riesca a fare lavori del genere, troppe responsabilità, troppi problemi, troppa ansia.
Voglio una sigaretta, cazzo perche non si può fumare dentro gli ospedali. Questione di qualche minuto, fra poco mi chiameranno per dirmi che va tutto bene e che Wiggy è un paranoico del cazzo e potrò finalmente avere la mia sigaretta.
Controllo il telefono, nessuno messaggio da Gus, quella roba lo fa dormire per bene, se lo merita, dopo un concerto del genere ha bisogno di riposare.
Ho detto ad Adeline dell'accaduto di ieri, beh non ha reagito come Wiggy, ma nemmeno tanto meglio, è preoccupata, ma non è niente di che la gente si preoccupa troppo per tutto.
Le ho promesso che sarà la prima a cui farò sapere cosa diranno i dottori, almeno smetterà di riempirmi di messaggi e si calmerà un po'.
Dopo un paio di minuti un dottore mi chiama invitandomi a seguirlo fin dentro la stanza dove mi hanno fatto vari esami.
Siedo sul lettino cercando di decifrare l'esperessione del dottore, perché ci mette così tanto a parlare? Che ci vuole a dirmi che sto bene e che posso andare?
«Signorina, lei fuma giusto?» annuisco alla domanda, per quanto possa farmi male non penso sia un gran problema.
Rimane in silenzio per un'altra buona manciata di minuti, cazzo l'ansia sta iniziando a mangiarmi viva. Ho bisogno di sapere perché esita così tanto, perchè mi ha chiesto se fumavo, non è ovvio? I miei polmoni saranno sicuramente catrame puro, perché pormi una domanda così banale?
«Quindi?» chiedo cercando di ottenere il più in fretta possibile delle risposte, voglio lasciare questo posto.
«Mi scusi, solo che le sue condizioni non sono delle migliori e gli esiti degli esami che la abbiamo fatto non portano buone notizie. Non è la prima volta che mi ritrovo a dare notizie così sconcertanti, della mia lunga carriera lei è solo una delle tante, ma la sua giovane età mi ha un po' scosso. È raro che a persone giovani come lei capitino queste cose... può ridirmi quanti anni ha?» lo guardo confusa, cazzo se è così grave perché non dirmelo e basta? Girarci in torno peggiora solo le cose.
«Diciotto a febbraio.» rispondo, guarda a terra come se, qualsiasi cosa io abbia, sia colpa sua.
«Posso sapere cosa ho?» chiedo nuovamente abbastanza frustrata dalla situazione.
Deglutisce per poi prendere un respiro profondo e iniziare a parlare.
Dopo le prime parole la sua voce risulta ovattata alle mie orecchie, mi scollego totalmente dal mondo attorno a me mentre nella mia mente rimbombano le parole appena pronunciate dal dottore. Vorrei tornare indietro, controllare se ho sentito bene, spero sia tutto un orribile incubo.
Sento il dottore cercare di richiamare la mia attenzione, ma la mia testa è altrove, scollegata dal corpo, gli occhi fissano un punto nel vuoto e in pochi secondi tutto si ferma: i miei pensieri, il tempo, il mondo attorno a me.
Solo buio, chiudo gli occhi sperando di risvegliarmi da questo incubo.

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non prendetemi a pugni, questo capitolo è confusionario lo so ma capirete nei prossimi capitoli ahsowjso ciao vi amo

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora