44. i know it hurts sometimes, but its beatiful

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«Amelie ma che cazzo» Peep mi corre incontro non appena mi vede varcare la soglia della nostra stanza.
Mi fa sdraiare delicatamente sul letto per poi prendere dei vestiti puliti, e soprattutto asciutti, dall'armadio.
«Porca troia sei fradicia, tieni, cerca di bloccare il sangue io chiamo qualcuno.» mi metto a sedere velocemente e per qualche secondo mi si annebbia la vista.
«Non chiamare nessuno ce la faccio, resta qui.» lo supplico con un filo di voce cercando di rimanere seduta senza crollare.
Se il sangue non si ferma perderò i sensi.
Gus si siede accanto a me e mi aiuta a cambiarmi cercando di non macchiare i vestiti puliti con il sangue.
«Mi spieghi che cazzo hai fatto?» è agitato, si sente dal suo tono di voce, cazzo dovrei essere io quella in panico in questo momento.
«Niente sono solo uscita a fare un bagno.» cerco di giustificarmi, ma mi fulmina con lo sguardo.
«Vestita? Comunque sai che non parlo di quello, non solo almeno, che cazzo ci faceva la coca sulla scrivania?» mi sta sul serio facendo la predica per aver fatto la sua stessa identica cosa?
Mi alzo di scatto dal letto rischiando di cadere per terra.
«Agh ma vaffanculo Gus, sul serio? Ti stai incazzando per due tiri di coca quando mi hai mentito e preso per il culo per tutto il tempo dicendomi che non ne facevi più uso? Hai sul serio il coraggio di incazzarti dopo tutto ciò?» sbotto incazzata mentre il mio naso non ha intenzione di smettere di sanguinare.
«Due tiri? Pensi di potermi fottere così tranquillamente? Non ti sei ridotta così con due tiri e poi cazzo il fatto che io ne faccia uso non ti concede di ridurti come me.» Si alza anche lui per parlarmi faccia a faccia, e probabilmente accertarsi che non svenga.
«Oh perché ora sei tu a dovermi dare il permesso per drogarmi?»
«Hai intenzione di aiutarmi cadendo nei miei stessi problemi?» guardo altrove frustrata.
«Sai cosa Peep? Vaffanculo, è impossibile aiutarti, nessuno ti salverà da questa merda, non smetterai mai di farti finché non ti ucciderà. Cercare di aiutarti è solo una perdita di tempo, posso proteggerti dal mondo intero, tranne che da te stesso. Quindi vaffanculo, è anche inutile perderci tempo.» la sua espressione cambia immediatamente, no no cazzo.
«Merda, scusa Gus io non-»
«Tranquilla, ho capito perfettamente quello che intendi ed hai ragione, mi ucciderà prima che possiate salvarmi, ma del resto era ovvio, grazie per averci provato almeno.» abbassa il viso, cazzo ho esagerato questa volta.
«Gus...» allungo la mano verso il suo viso, ma si sposta di poco osservando il bagno.
«È meglio se vai a sciacquarti, hai la faccia piena di sangue.» dalla sua voce riesco a percepire quanto le mie parole l'abbiano ferito. Non ribatto e mi dirigo in bagno, chiudendo la porta a chiave dietro di me.
Guardo il mio riflesso allo specchio, odio ciò che vedo, più del solito. Non è solo una questione di aspetto, non odio solo come appaio, odio come sono dentro, il mio carattere, quello che ho fatto a Gus, cazzo odio tutto di me, oggi più del solito.
Sono la persona peggiore che potesse avere al suo fianco, soprattutto in un periodo del genere, voglio aiutarlo a tutti i costi, ma la verità è che avrei bisogno di qualcuno che aiutasse me. Sono così distrutta, ma cerco comunque di aiutare gli altri non concludendo un emerito cazzo, peggioro solo la situazione facendoli soffrire più di quando già non stiano facendo.
Il sangue continua a gocciolare nel lavandino, di solito svengo e quanto avrei voluto succedesse anche oggi, collassare a terra in una pozza del mio stesso sangue, finché qualcuno non mi avesse trovato, magari anche troppo tardi.
Invece sono qui, cosciente, rinconglionita, con il cervello che sta esplodendo e i sensi di colpa che mi divorano.
Mi sciacquo la faccia con acqua gelida sperando invano di svegliarmi un po', quanto meno non ho più sangue cosparso ovunque.
Osservando il lavandino poso lo sguardo sul rasoio che Gus usa per farsi la barba, piccoli flashback iniziano a farsi strada tra il mio cervello. Sono pulita da due anni ormai, ma...
Levo la lametta dal rasoio e la osservo a lungo, incerta se farlo o meno. Nelle mie braccia non ci sono altro che cicatrici guarite da anni, ho anche quasi scordato cosa si prova ormai.
Stringo la lametta in un pugno, riesco a sentirla conficcarsi lentamente nel palmo della mia mano finché un rumore non mi interrompe.
Credo fosse un no dal destino, se solo credessi nel destino...
«Amelie tutto ok?» chiede Gus da dietro la porta, cerco di ricompormi mettendo tutto a posto.
Mi porto due ciocche di capelli dietro l'orecchio e mi guardo allo specchio deglutendo.
«Si tutto ok, arrivo.» non risponde ma sento i suoi passi e posso dedurre che sia tornato a sedersi sul letto.
Mi sciacquo le mani cercando di far notare il meno possibile il piccolo taglio sul palmo, fortunatamente non è molto profondo e non sta perdendo tanto sangue.
Faccio un respiro profondo prima di tornare in camera, Gus è seduto sul letto a fumare una canna, sembra parecchio stressato, immagino sia anche incazzato, deluso e frustrato da tutta la situazione che si è creata, ma è davvero bravo a non farlo notare.
Alza la testa per squadrarmi per poi riporre nuovamente l'attenzione sulla sua canna.
«Come stai?»
«Bene.» per niente, come cazzo potrei stare bene? Risponde semplicemente con un "mh" per poi fare un tiro, mi siedo accanto a lui e lo osservo in silenzio priva di idee su come iniziare una conversazione, anche se fortunatamente ci pensa lui.
«Vuoi andare a dormire e riposarti o... parlarne?» esita leggermente prima di proporre la seconda opzione, sa anche lui che la risposta è scontata.
«Riposerò stasera.» annuisce spegnendo il mozzicone nel posacenere.
«Quindi cosa hai intenzione di fare? Vuoi tornare a New York?» riesco a parcepire la preoccupazione nella sua voce, la paura che la risposta a questa domanda possa essere "si". Scuoto velocemente la testa in segno di negazione, così da eliminare tutti i suoi dubbi, e prendo il suo viso tra le mie mani.
«Gus quante volte te lo devo ripetere? Non ti lascio più, non so quanto io possa aiutarti, anzi probabilmente non ti sto aiutando affatto, ma non ti lascerò affrontare tutto ciò da solo. Cercherò sempre di stare al tuo fianco ed essere qui per te in ogni singolo momento, soprattuto ora che hai iniziato con i concerti. Posso solo immaginare tutto lo stress che ti portano, insomma cazzo sarei una stronza vigliacca se ti abbandonassi adesso quando hai bisogno di me.» chiude gli occhi rilassandosi, credo di averlo rassicurato quanto basti. È impossibile aiutarlo con la sua dipendenza, ma andandomene peggiorerei le cose e sia io che lui abbiamo bisogno dell'altra.
Mi stringe in un abbraccio e metto da parte tutti i problemi per quei pochi secondi in cui sono tra le sue braccia.
«Grazie.» sussurra al mio orecchio, mi stacco leggermente da lui per osservalo confusa.
«Per cosa?» chiedo con una risatina, non ho mai fatto un cazzo per lui se non mandargli tutto a puttane e incasinargli la vita. Dovrei essere io a ringraziare lui, non so quanto bene gli faccia stare con me, ma la sua presenza mi aiuta davvero tanto, mi basterebbe vederlo sorridere per cinque secondi per migliorarmi la giornata.
«Per rimanere con me, nonostante tutti i miei problemi, l'ansia, la droga e tutto il resto.» spiega.
«Gus non mi devi ringraziare di niente, è il minimo che io possa fare per cercare di farti stare meglio, per quanto possa aiutarti.»
«Vieni qui.» dice aprendo le braccia, sprofondo sul suo petto tenendo lo sguardo fisso sui suoi grandi occhi color nocciola.
Mi lascia un bacio sulla testa per poi stringermi a sè, ci sdraiamo nel letto e mi godo le sue carezze finché non cado in un sonno profondo.

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non ci credo ho appena trovato su pinterest una foto di gus che tiene una tetta di layla e nel senso è senza censure ceh si vede il capezzolo di lyla e wtf non pensavo che ci fossero foto così su pinterest hwsonwso pensavo venissero bannate però ok ora so com'è un piercing al capezzolo e possono confermare di volerne uno sono stra fighi vado via

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora