29. fucking birthday party

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«Che cazzo significa che non sai quante persone verranno?» chiedo scioccata mentre Tracy ordina la torta.
«Si è sparsa la voce e oltre ai nostri amici probabilmente verrà altra gente, magari che nemmeno conosciamo. Non è una novità dovresti saperlo.» effettivamente mi capitava spesso di ritrovarmi in casa un casino di gente che non conoscevo e che, a quanto pare, nemmeno la gbc conosceva.
Quella casa ogni tanto diventava un fottuto motel per drogati e fattoni, si insomma come cazzo fa a non dargli fatstidio avere dei completi sconosciuti a casa.
Non so nemmeno quante volte mi sono ridotta a passare la notte in spiaggia o in qualche motel solo perché casa nostra era totalmente inagibile, più che nostra è casa loro ed effettivamente non posso dettare regole o lamentarmi, ma si insomma che cazzo.
«Sono venti dollari.» dice la tizia dietro il bancone. Mi sta altamente sul cazzo e se non smette di masticare fastidiosamente quella fottuta gomma giuro che gliela faccio ingoiare.
Tracy porge i soldi alla tizia e prende il cartone contenente la torta per il compleanno di Gus, spero almeno non sia una festa penosa.
Rivolgo un'occhiataccia a quella tizia per poi uscire dalla pasticcieria.
«Anche a te stava sul cazzo?» chiedo infastidita.
«Si, ma non avevo l'istinto di ucciderla sul momento.» precisa Tracy.
«Nemmeno io.» dico facendo spallucce per poi entrare nel sedile passeggero della sua macchina.
Mi passa la torta e mi preoccupo di tenerla dritta per evitare si distrugga durante il tragitto.
Fortunatamente quando arriviamo a casa Gus non è nei paraggi e riusciamo a posare la torta in frigo senza che se ne accorga.
«Vado a sistemare le cose per stasera, tu cerca Peep, Fish Narc mi aveva detto che era uscito qualche oretta fa, non so se sia già tornato.» annuisco per poi entrare nella camera mia e di Gus sperando di trovarlo lì.
Per mia fortuna è disteso nel letto a dormire, non avrei saputo dove iniziare a cercarlo altrimenti.
Mi sdraio accanto lui ripassando con il dito i tatuaggi sul suo petto.
Si gira su un fianco mormorando qualcosa di incomprensibile.
Gli lascio un leggero bacio sulle labbra per poi alzarmi, meglio lasciarlo dormire ancora un po'.
Mi siedo alla scrivania e smanetto un po' con il computer cercando di concludere qualcosa con i miei compiti, non che sia semplice ma è l'ultimo anno e mia madre mi ammazza se non mi diplomo.
Mia madre... già, forse dovrei chiamarla. Mh, non ora, devo studiare.
Passano un po' di ore e Gus non si è ancora svegliato, sarà sotto xanax, in compenso ho finito un paio di roba.
Fra un'ora la casa si riempirà di gente, dovrei svegliarlo.
Mi siedo accanto a lui e passo delicatamente la mia mano fra i suoi capelli.
Mormora qualcosa e apre di poco gli occhi.
«Buongiorno.» gli rivolgo un sorriso mentre si stropiccia gli occhi per poi mettersi a sedere.
«Che ore sono?» chiede stordito.
«Le nove, fra un'ora inizia la tua festa di compleanno.» gli ricordo.
«Che merda.» non posso biasimarlo, anche io ho sempre odiato i miei compleanni. L'unica cosa "positiva" che riuscivo a vederci è sempre stato il fatto che un altro anno di merda era andato e mancava sempre meno alla morte, niente male.
«Quanto ho dormito?»
«Non ne ho idea, quando sono tornata a casa già dormivi. A che ora hai preso lo xanax?» si massaggia le tempie per poi guardarsi in giro sbuffando.
«Non ne ho idea, non ricordo un cazzo.» bene.
«Ok fa niente, iniziamo a prepararci.» lo costringo ad alzarsi dal letto mentre mormora qualche frase di disaccordo.
Non amo particolarmente i vestiti, ma per Gus posso tranquillamente fare un eccezione, così abbino le Dr. Martens ad un vestito nero di velluto.
Peep invece tira fuori dal suo guardaroba un paio di jean rosa, un maglione giallo a collo alto con delle strisce bianche e infine aggiunge una cintura blu.
Mi spoglio per indossare il mio vestito sentendo lo sguardo di Gus sulla mia pelle, volto di poco la testa verso di lui, quel che basta per incrociare i suoi occhi intenti a osservare ogni centimetro del mio corpo. Distolgo lo sguardo concentrando l'attenzione sul mio vestito.
«Mi alzi la zip?» annuisce e mi metto davanti a lui dandogli le spalle.
Le sue dita fredde a contatto con la pelle calda della mia schiena mi provocano dei brividi a cui però lui sembra non dare importanza.
Sposto leggermente i capelli per permettergli di chiudere la zip, ormai sono parecchio lunghi rispetto a prima e mi arrivano alle spalle.
«Fatto.» mi volto verso di lui lasciandogli un bacio per ringraziarlo.
«Sai vorrei cambiare colore di capelli.» tiro fuori dal nulla il discorso, ma un altro giorno in più con quest'ammasso di paglia e arriverò a strapparmeli.
«Davvero? Che colore avevi in mente?» chiede sorridendo e visibilmente coinvolto dalla notizia.
«Non ne ho idea, per questo volevo chiedere consiglio a te.» si gira una ciocca dei miei capelli tra le dita e con l'altra li arruffa un po'.
«Secondo me potresti farli viola, magari un viola chiaro, tipo lilla quasi.» non sembra una cattiva idea e inoltre non ho molte altre opzioni. Spero di trovare al più presto una buona tinta.
«Grazie, se riesco in questi giorni li sistemo, devo anche tagliarli.» annuisce cingendomi la vita con le braccia.
«Sei bellissima comunque.» aggiunge poi baciandomi la testa.
Non ho idea di come rispondere al suo complimento così mi limito ad accarezzare il palmo della sua mano con le dita.
Mi stacco a malincuore dall'abbraccio per sistemare il trucco.
Aggiungo solamente dell'eyeliner e una tinta labbra marrone, del resto mi ero già truccata prima per uscire.
Nel frattempo il campanello ha suonato più volte e si sentono diverse voci provenire dal salotto, è ora di andare mi sa.
«Ei.» Gus si gira verso di me.
«Non penso riuscirò a dirtelo in mezzo a tutto quel casino quindi auguri.» mi sorride per poi far unire le nostre labbra.
Le sue mani scorrono dalla mia vita fino al sedere che stringe per avvicinarmi a lui.
Nonostante le Dr. Martens mi diano qualche centimetro in più sono comunque costretta a mettermi sulle punte per baciarlo meglio.
Così Gus decide di aiutarmi prendendomi in braccio e portando il mio viso alla stessa altezza del suo.
Continuiamo a baciarci finché non mi mette a sedere sopra la scrivania, si posiziona in mezzo alle mie gambe così da non annullare il contatto tra i nostri corpi.
Una delle sue mani scorre fino alla mia coscia che accarezza lentamente.
«Dov'è Peep?» riusciamo a sentire dalla stanza accanto, si stacca dalle mie labbra per poi rivolgermi un sorriso.
«Continuiamo più tardi?» proporne e annuisco cercando di ricompormi.
Vaffanculo fottuta festa di compleanno...

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questi capitoli sono noiosi ma vi giuro che manca poco a tutto il drama che ho in mente, trust the process :)

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora