5. god, my mom is gonna kill me

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«Porca troia!» mi giro dall'altra parte del letto e mi copro le orecchie con il cuscino, ma subito dopo il rumore di un oggetto che cade rimbomba in tutta la stanza.
«E che cazzo però, sistemo una cosa e ne cadono altre cinque!» esclama una voce che non riconosco subito, così mi giro per vedere chi è che sta rompendo i coglioni. Solo quando riesco a mettere a fuoco l'immagine di Gus che cerca di risistemare gli oggetti sulla scrivania mi ricordo...porca troia mia mamma mi ammazza.
«Merda! Gus che ore sono?» chiedo alzandomi dal letto e cercando di non perdere i sensi.
«Mh...mezzogiorno.» okay mezzogiorno...COSA? CHE CAZZO!
«Ma porca puttana! Perché non mi hai svegliata prima? A che ora siamo andati a dormire ieri? Madonna mia mamma mi ammazza.» dico prendendo il mio telefono: tre chiamate perse da mia madre, due da papà, due da Adeline, 5 da Lucas e non parliamo della montagna di messaggi.
«Stavi dormendo penso mi avresti ucciso se avessi provato a svegliarti, poi ieri siamo rimasti svegli fino a tardi, verso le cinque del mattino mi sono accorto che stavi dormendo e ho smesso di suonare. Avevi piuttosto sonno e ti ho lasciata dormire.» spiega mentre osserva attentamente i miei movimenti.
«Muoviti, ti riaccompagno a casa.» dico mentre lo trascino verso la porta.
«Se vuoi vado a piedi.»
«Ma scherzi? Non oso nemmeno immaginare quanto sia lontana da qui casa tua, non ti lascio tornare a piedi. Dimmi dove abiti, ti accompagno il più in fretta possibile e poi torno a casa.» dico mentre chiudo il lucchetto del vagone.
Saliamo in macchina ed esco dalla stradina dove si trova il mio "rifugio". Sblocco il mio telefono con l'impronta digitale e lo passo a Gus.
«Metti il tuo indirizzo su Google Maps e attiva il navigatore... per favore.» fa come ho detto e in pochi secondi la vocina del navigatore inizia ad indicarmi la strada fino a casa di Gus. Dopo poco più di mezz'ora arriviamo, nonostante l'ora di punta non c'era comunque un traffico esagerato, per fortuna.
«Beh ti inviterei ad entrare, anche solo per prendere una birra per ringraziarti, ma non so se l'appartamento sia agibile.» dice scendendo dalla macchina.
«Tranquillo, non avrei accettato comunque. Devo andare, mia madre mi sta aspettando a casa, probabilmente anche con una pistola e una bella ramanzina.» dico provocandogli una risata.
«Beh spero non ti uccida, così potrò rivederti.» perché questo ragazzo è così diretto?
«Te l'ho già detto, non penso ci rivedremo.»
«E io ti ho già detto che sarei disposto anche a farmi picchiare di nuovo dal tuo ragazzo pur di rivederti.»
«Touchè, ora devo andare...ciao Gus.» dico facendogli un cenno di mano.
«Ci si vede, Amelie.» risponde sorridendo, abbasso la testa per nascondere un sorriso e metto in moto la macchina. Da qui a casa mia ci sono tipo 20 minuti di strada, sperando non ci sia troppo traffico dovrei arrivare in meno di mezz'ora.
Appena arrivata sotto il palazzo dove abito chiamo Adeline.
«Ehi Addy, scusa se non ho risposto alle chiamate e ai messaggi. Mi sono addormentata e-»
«Tranquilla, mi spiegherai più tardi o sta sera.»
«Sempre se mia mamma mi farà ancora uscire, sono appena arrivata a casa, devo arrivare all'appartamento.»
«Ti avviso io ho provato a coprirti, volevo dire ai tuoi che sei rimasta a dormire da me, ma Lucas mi ha preceduta. Ha chiamato i tuoi dicendo che eri scomparsa con Lil Peep, facendolo apparire come tossico, drogato, ecc. Probabilmente Lucas sarà ancora a casa tua.» fantastico, quindi oltre alla ramanzina dei miei ci si mette anche lui.
«Okay grazie per avermelo detto, appena posso, e se sarò ancora viva, ti chiamo. D'accordo?»
«Certo, mi raccomando evita di farti uccidere.»
«Ci proverò.» dico riattaccando la chiamata. Sono arrivata davanti la porta di casa mia e non sono psicologicamente pronta all'inferno che mi attende.
Inserisco le chiavi e una volta entrata vedo mia madre alzarsi di scatto dal divano e correre verso di me.
«Tesoro dov'eri finita? Insomma non mi aspettavo tornassi all'una di notte come prestabilito, ma nemmeno che tornassi all'una del giorno dopo. Dove sei stata? Con chi soprattutto? Lucas ci ha raccontato che-»
«So cosa vi ha raccontato Lucas e posso rassicurarvi dicendo che ha sparato grandi cazzate. Sto bene mamma, ho solo aiutato un ragazzo in difficoltà offrendogli un posto dove passare la notte. Sono rimasta con lui per non lasciarlo solo e stamattina l'ho riaccompagnato a casa, nulla di troppo estremo.» le spiego. Mio padre è rimasto seduto sul divano, ma ha ascoltato tutta la conversazione e stessa cosa ha fatto Lucas, appoggiato allo stipite di una porta. Bastardo.
«Mh...ad ogni modo sei in punizione per una settimana: non potrai uscire più dopo le 9 di sera.» dice in tono autoritario, che cazzo.
«Ma, mamma!»
«Non iniziare, impara a prenderti le tue responsabilità. Avresti potuto avvisare con un messaggio o una chiamata, hai pur sempre 16 anni, non ti è concesso fare quello che vuoi.»
«Sei una stronza del cazzo, tu e quel bastardo di Lucas.» sbotto puntando il dito su entrambi.
«Non rivolgerti così a tua madre, Amelie.» interviene mio padre e abbasso la testa, raramente si intromette in certe discussioni e quando lo fa e meglio non ribattere.
«Io e tua madre dobbiamo andare a fare delle commissioni, ritorneremo fra qualche ora. Inoltre penso che anche Lucas abbia qualcosa da dirti, evita di rivolgerti sgarbatamente anche verso di lui.» aggiunge mio padre mentre, seguito dalla moglie, escono dall'appartamento. Mi giro subito verso Lucas e non esito a parlare.
«Sei un bastardo di merda, Gus non ti ha fatto niente e non solo lo prendi a calci, ti metti anche a dire che è un tossico. Perché ti comporti così? Cosa cazzo ti prende?» dico quasi urlando.
«Gus? Adesso lo chiami anche per nome? Cos'è te l'ha concesso dopo la scopata?» cosa? oh cazzo non ci credo.
«Scopata? Cazzo Lucas, ma sei fuori di testa? Non mi ha nemmeno sfiorata! L'ho fatto dormire nel vagone, non ci ho fatto sesso! Sei uno psicopatico...»
«Non mi ci hai mai fatto entrare in quel tuo rifugio di merda, ma hai lasciato che un estraneo ci dormisse. Chi mi dice che non ti ha scopata? Era fatto ed ubriaco e te non stavi messa tanto meglio.» devo cercare di mantenere la calma, se no lo prendo a pugni.
«Lucas, ficcatelo in quel cazzo di cervello di merda che ti ritrovi: NON ABBIAMO FATTO SESSO. Porca troia è così complicato da capire? Inoltre, sei tu a non essere mai voluto venire al vagone, non io a non lasciarti andare. Perché non vuoi credermi? Pensi davvero che mi sarei scopata il primo che capitava?» cerco di addolcire il tono di voce e, più o meno, ci riesco.
«Ieri hai minacciato di lasciarmi quindi...»
«L'ho fatto perché non riesco più a sopportare il tuo carattere di merda, finiamo sempre a questo, a litigare. Che cazzo di senso ha andare avanti così?» alza lo sguardo per incrociare i miei occhi e in quel momento realizzo la differenza tra le emozioni che il suo sguardo mi provoca a confronto di quello di Gus. Anche se mi sta guardando negli occhi riesco comunque a distogliere lo sguardo, a pensare lucidamente, a parlare e a ragionare. Non mi sento persa o paralizzata, non mi sento come quando è Gus a guardarmi...
Il suo sguardo era unico, lui era unico e nessuno avrebbe mai potuto rimpiazzarlo o anche solo arrivare ai suoi livelli. Gus era Gus e non esisteva nessuno al mondo come lui e mai potrà esistere...

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora