6. also tired of him?

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Il contatto con le sue labbra mi risveglia dai miei pensieri e appena realizzo cosa sta succedendo mi stacco immediatamente da lui.
«Non toccarmi.» dico allontanandomi da lui.
«Ma sei seria? Non posso più baciarti?»
«Non dopo quello che hai fatto, se permetti ora vado.» dico dirigendomi verso il piano di sopra, non risponde ma sento i suoi passi dietro di me. Arrivata in camera mia la luce che entra dalle grandi finestre mi colpisce in pieno e sono costretta a coprirmi gli occhi con la mano, mentre un forte mal di testa post sbronza inizia a dare i suoi segni. Mi guardo intorno e da quel che vedo immagino che Lucas abbia dormito qui, infatti il mio letto e disfatto.
Butto lo zaino vicino la scrivania e apro l'armadio prendendo dell'intimo pulito, dei pantaloncini e una maglietta oversize dei queen che ho rubato a mio padre.
«Vai a farti la doccia?» chiede mentre entro nel bagno chiudendo la porta a chiave e lasciandolo senza risposta.
Non sento i suoi passi quindi ipotizzo sia rimasto nella mia camera. Poso i vestiti puliti su una sedia e, dopo essermi spogliata, entro in doccia. Avrei voluto fare un bel bagno rilassante, ma non è il momento. Del resto ho le sere libere per tutto il prossimo mese per farmi un bagno.
Una volta uscita dalla doccia indosso i vestiti puliti e dò una sistematina ai capelli che si sono un po' bagnati. Già toccandoli si riesce a percepire quanto siano rovinati, la decolorazione li ha distrutti, ma fortunatamente sono corti, facili da gestire e non sono quindi un grande problema. Asciugo le punte bagnate e spruzzo nel palmo della mia mano un po' di olio rigenerante così da passarlo sui capelli, non so bene che tipo di olio sia, me l'ha consigliato Adeline, però devo dire che fa il suo lavoro e lascia i capelli morbidi al tatto piuttosto che pagliosi come sarebbero senza.
Mi sciacquo le mani e mi guardo un attimo allo specchio. Da struccata faccio paura, ho delle borse micidiali, il viso pallido che fa risaltare maggiormente quelle lenticchie che mi ritrovo. Le guance e le labbra rosse fanno da contrasto con la mia pelle, quasi dello stesso colore dei miei capelli. A proposito, ora che lo osservo meglio, credo che la prossima volta che mi farò lo schampoo dovrò passare un tonalizzante o dello shampoo anti giallo, il biondo ossigenato sta iniziando ad avere dei toni di giallo.
Prendo gli indumenti sporchi e li butto nella cesta apposita, mia madre passerà a prenderli quando farà la lavatrice. Esco dal bagno e, come avevo previsto, Lucas è ancora qui, seduto sul mio letto.
Decido di non rivolgergli la parola, so che prima o poi sarà lui a farlo ma del resto io non avrei comunque molto da dirgli. Prendo lo zaino che avevo lasciato vicino la scrivania e poso sopra di essa il caricabatterie, telefono, cuffiette, chiavi, insomma quegli oggetti troppi importanti per rischiare di perdersi nei meandri del mio zaino. Mi giro per cinque secondi incrociando il suo sguardo, accenna un sorriso che non ricambio, ha gli occhi spenti, si vede che ci è rimasto male. Del resto è sempre così, sarà anche stronzo, ma entrambi sappiamo quanto lui tenga alla nostra relazione e penso che nessuno dei due vorrebbe litigare così frequentemente. Distolto lo sguardo e poso lo zaino insieme alle altre borse nell'armadio. Dovrei rifare il letto, ma non ho voglia di chiedergli di spostarsi. O probabilmente sono solo troppo orgogliosa per farlo. Così mi piazzo davanti a lui e con un cenno del capo indico il letto disfatto, sperando lui colga il segnale. Fortunatamente è piuttosto intelligente così si alza in piedi piazzandosi davanti a me e ad un centimetro dal mio viso.
«Amelie, possiamo parlarne? Ti prego.» mi supplica sfiorandomi la guancia con il palmo della mano, quasi terrorizzato di ricevere un altro rifiuto.
«Parla, ti ascolto.» dico tirando le lenzuola del letto. Lo sento sospirare, probabilmente turbato dal fatto che stia facendo altro piuttosto che dedicare a lui la mia attenzione, ma questo non lo trattiene dal parlare.
«Senti Amy» mi giro di scatto rivolgendogli un'occhiataccia, usa spesso quel diminuitivo, ma non sopporto quando lo fa durante una litigata, sembra quasi che lo faccia per pararsi il culo.
«Amelie» si corregge « mi dispiace ok? So di aver sbagliato, ho fatto lo stronzo con te e lo so, però non mi pento di quello che ho detto riguardo quel ragazzo. Non lo conosci Amy...Amelie, credimi. Io lo conosco molto più di te e posso assicurarti che non è un bravo ragazzo e potevi arrivarci da sola anche da come è conciato, ma li hai visti tutti i suoi tatuaggi? Ne ha anche in faccia, è pieno! Una persona del genere non può essere una brava persona di cui fidarsi.»
«Anche tu hai tanti tatuaggi, eppure di te mi fido, credo.» gli faccio notare.
«Ne ho molti meno di lui e lo sai e poi Amelie...lui non fuma solo erba come tutti noi...»
«E quindi? Come se tu non ti fossi mai drogato o come se io non l'avessi mai fatto.»
«Hai provato la cocaina solo una volta con me e oltre quella il l'ho fatto solo un'altra volta, lui lo fa di continuo. Ne è dipendente, è un tossico di merda Amelie!»
«Ne riparliamo quando smetterai di buttare merda addosso alle altre persone solo per pararti il culo.»
«Amelie non mi sto parando il culo, sono serio dev-»
lo interrompo, ne ho abbastanza di questa discussione «Lucas ho detto basta, vai via.» distolgo lo sguardo e osservo il panorama dalla grande finestra. Non ne posso più di lui, non ne posso più di questi continui litigi, non riusciamo mai ad andare d'accordo per più di due giorni di fila, finiamo sempre a litigare e non fa bene a nessuno dei due. Sto considerando seriamente l'idea di lasciarlo, anche se so bene quanto ci farebbe soffrire, ma forse è meglio così.
«Amelie, non me ne andrò.»
«Lucas ti prego, non peggiorare la situazione. Vai via.» cerco di mantenere un tono gentile (?) pur di convincerlo ad andare.
«No Amelie, non ci riesco, non posso andare via, uscire da questa casa, facendo finta di niente quando so che tu in questo momento mi odi, non posso accettare tutto ciò e fregarmene.» lo guardo negli occhi e, come sempre, riesco a percepire il suo dolore. Abbiamo sempre avuto un modo complicato di discutere, però entrambi riusciamo a capirci tramite un semplice sguardo, per fortuna. E dai suoi occhi riuscivo chiaramente a vedere quanto tutto ciò lo facesse stare male.
«Lucas...io non ti odio, sono solo incazzata.» gli spiego.
«Okay, non fa differenza, non riesco a lasciarti andare così Amelie. Cazzo lo sai, ti amo da morire, non so stare senza di te, come puoi pretendere che io esca da quella porta sapendo che tu sei incazzata con me? Puoi chiedermelo mille volte: non me ne andrò.» porca puttana, come faccio a levarmelo dai coglioni per una buona volta? Lo amo anche io e lui lo sa, ma non reggo queste conversazioni.
«Lucas che cazzo vuoi fare allora? Vogliamo stare qui e continuare ad urlarci in faccia senza risolvere un cazzo?» alzo, involontariamente, il tono di voce e vedo il suo volto cambiare espressione.
«Amelie mi dispiace, davvero. So so di aver sbagliato, forse non avrei dovuto raccontare tutte quelle cose ai tuoi, ma non ho sentito delle belle cose su quel ragazzo e non mi piaceva che tu lo frequentassi, tutto qui. Anche se so che farai comunque il cazzo che di pare e anzi, forse proprio perché non voglio che tu lo frequenti, inizierai a farlo. E sai che ti dico? Mi va bene, finché non ti lasci influenzare da lui mi farò andare bene il fatto che tu lo frequenti, se questo è quello che devo fare per non litigare di nuovo.» sembra quasi surreale tutto ciò, capita spesso che lui mi dica chi non frequentare e una buona parte delle volte lo accontento, ma ha ragione non avrei fatto lo stesso per Gus e mi sorprende che lui me lo lasci fare così tranquillamente, forse è un suo modo per farmi capire che ci tiene, credo.
«Ok.» dico buttandomi nel letto, sono stanca, stanca di queste litigate, stanca di sapere che ogni mia azione avrà una conseguenza con lui, stanca di tutto, anche stanca di lui?

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora