39. can we talk about it, i love you...

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«Ti sei diplomata ieri e hai già intenzione di andartene?» sbraita mia mamma, cazzo sono accanto a lei a che serve urlare?
«Me ne sono andata ancora prima di diplomarmi, cosa ti cambia se me ne vado di nuovo.» fa un respiro profondo cercando di calmarsi.
«Quel ragazzo non fa per te.» dice a bassa voce.
«Cosa?» chiedo girandomi di scatto, l'ha detto sul serio quella stronza.
«Quel ragazzo non fa per te, dai Amelie non fare la finta ingenua, si vede che non è una brava persona, basta guardare quanti tatuaggi ha. Finirai anche tu in un giro di droga e ti abbandonerà quando sarai totalmente andata e fottuta.» stavo cercando di mantenere la calma, ci ho provato durante tutta la discussione, ma cazzo non riesco a sopportare queste sue parole. Giudica Gus in base a come appare, con tutti quei tatuaggi, come se dell'inchiostro sulla pelle possa definire una persona.
«Anche io ho dei cazzo di tatuaggi eppure non mi drogo, ma poi non lo conosci neanche, smettila di sparare cazzate solo perché non riesci ad accettare il fatto che me ne vado di nuovo. Andrò a Los Angeles comunque, ma se il tuo modo di farmi cambiare idea è cercando di far apparire Gus come una persona di merda allora fai prima a rinunciarci. È una persona fantastica, cazzo mamma mi hai mai vista così felice prima? Nominami una fottuta volta in questi diciassette anni in cui sono stata felice come lo sono ora, con lui. Provaci, puoi passare settimane, mesi a pensarci, ma non troverai comunque niente.» rilasso le mani che fin'ora avevo stretto in un pugno tanto da far conficcare le unghia dentro la pelle, il palmo infatti è rosso con delle mezze lune incise su esso.
«Quando eri piccola, poi sei cambiata. Non so cosa ti abbia fatto cambiare Amelie, ma non sei più la mia piccola dolce figlia di una volta.» grazie al cazzo, non ho più dodici anni.
«Sono cresciuta e lo sai benissimo, sono solo maturata non sono cambiata esageratamente. Ma immagino che per te dei normali cambiamenti comportino al non considerami più tua figlia.»
«No Amelie non e quello che ho detto, sei solo cambiata, non ti riconosco più, sembra quasi che io non ti abbia cresciuto per diciassette anni, ma sei comunque mia figlia.» sbuffo staccando con le dita qualche pellicina dalle labbra.
«Te ne rendi conto che quello che dici non ha senso? Ti stai contraddicendo da sola, ma senti non me ne fotte un cazzo ok? Ne ho abbastanza di questa conversazione.» dico salendo le scale per tornare in camera mia.
«Non ho finito di parlarti.»
«Beh io non ho più niente da dirti e le tue parole non mi interessano.» la sento salire le scale così cerco di buttare velocemente qualche vestito dentro un borsone.
«Dove pensi di andare?»
«Tranquilla se la domanda è: "stai partendo per Los Angeles?" puoi stare tranquilla. Semplicemente non ho intenzione di stare un secondo in più in questa casa, per oggi è anche troppo.» posso le ultime cose e prendo le chiavi e il telefono.
Mia madre mi precede scendendo velocemente le scale e piazziandosi davanti la porta d'ingresso.
«Non esci finché non finiamo di parlare.» dice a braccia conserte e con espressione seria. Butto il borsone a terra provocando un forte rumore che la fa sussultare.
«Non l'hai capito ancora? Non voglio sentire più niente da te, non voglio ascoltarti, non voglio rimanere qui in questa casa del cazzo con te per un minuto in più. Lasciami passare, uscirò comunque.»
riprendo il borsone da terra aspettando che si faccia da parte.
«Amelie ti prego, possiamo parlarne, ti voglio bene.»
«Porca puttana mamma non risolvi un cazzo con quel "ti voglio bene", se mi volessi davvero bene mi lasceresti essere felice con l'unica persona in questo mondo del cazzo che riesce a farmi stare bene. Smettila di mentirmi e sparare cazzate.» la voce mi si incrina per aver urlato troppo, inizio a tossire ripetutamente mentre sento il repsiro mancare. Mia madre si porge verso di me per assicurarsi che io stia bene e ne approfitto per uscire di casa.
Non sento i suoi passi dietro di me, fortunatamente, salgo in macchina posando il borsone nel sedile passeggero.
Appoggio la testa allo sterzo cercando di calmarmi un po', faccio un respiro profondo cercando di regolare i battiti.
Dove cazzo vado adesso? Sono le undici di sera, non mi va di chiedere ad Adeline e non posso andare da Gus, Long Beach è troppo lontana... ok vada per il vagone.
Metto in moto la macchina e guido con calma, è già tanto se riesco a mantenere la presa salda sullo sterzo.
Dopo poco più di mezz'ora arrivo, proprio in tempo visto che sta iniziando a piovere, cazzo come può piovere a luglio?
Mi chiudo dentro il vagone e accendo le poche luci che lo illuminano, se ci fosse una finestra sarebbe meglio.
Mi butto sul letto e metto il telefono sotto carica, era morto durante il tragitto. Non appena si accende iniziano ad arrivare numerosi messaggi, la maggior parte di questi da mia madre.
Solo una raffica di messaggi in cui mi obbliga di tornare dicendo che non me la lascerà passare liscia, come se mi importi. Non ho intenzione di vederla, prenderò la mia roba quando sarà fuori casa e vedrò ti partire il prima possibile per tornare a Los Angeles.
A proposito cazzo dovrei chiamare Gus, faccio partire la chiamata e dopo un paio di squilli risponde.
«Ehi piccola.» la sua voce roca mi provoca un sorriso, avevo bisogno di sentirlo.
«Ti ho svegliato?» lo sento mugugnare qualcosa per poi rispondere con un "no".
«Avevo solo... mh chiuso gli occhi per un po'.»
annuisco anche se non può vedermi.
«Tutto ok tu?» chiede lievemente preoccupato.
«Si... no.» ammetto.
«Racconta.» sento qualche rumore, probabilmente si è messo a sedere in modo di stare comodo per ascoltarmi.
«Niente di che, solo mia mamma e le sue solite scenate per Los Angeles.»
«Non le va bene che parti o che parti con me?» chiede ridacchiando, anche se so che è solo un modo per sdrammatizzare. Rimango in silenzio e lo sento sospirare.
«Immaginavo, beh non ha tutti i torti. Nessuna madre vorrebbe che sua figlia scappasse dall'altra parte del paese con un ragazzo pieno di tatuaggi e che si droga.»
«Gus ma scherzi? Sai benissimo che a me non importa di tutti questi pregiudizi, mia madre non ha per niente ragione smettila di essere insicuro di te stesso.» non è la prima volta che facciamo una discussione del genere, una volta ho provato a presentarlo a mia madre, speravo l'avrebbe accettato, che la situazione si sarebbe sistemata un po', ma gli ha solamente urlato in faccia quanto lo ripudiasse...
«Tranquilla, ci sono abituato lo sai. Non è la prima volta che mi giudicano per i tatuaggi.» che gente del cazzo...
Farsi tutti questi tatuaggi e ridursi a farli diventare una tua insicurezza solo a causa delle persone che non sanno farsi i cazzi loro.
«A me piacciono e ad un sacco di altre persone, pensa a tutta quella gente che viene a vederti ai concerti, a loro piacciono.» cerco di confortarlo e scommetto che ora sta sorridendo, lo spero almeno.
«Parli di tutte quelle ragazzine in prima fila che urlano di amarmi e lanciano i loro reggiseni sul palco?» chiede ridacchiando.
«Vaffanculo Gus.» la mia reazione alimenta la sua risata. Tutte quelle ragazzine del cazzo mi fanno diventare un sacco gelosa, anche se più volte Gus mi ha rassicurato dicendomi che non ne ho motivo e ha ragione, insomma sono solo fans che ascoltano la sua musica... e probabilmente vorrebbero anche scoparselo.
«Ehi, amo solo te, lo sai.» mi ricorda, la sua voce è così dolce e rassicurante, vorrei poterlo avere con me. Alla fine è a solo un'ora da qui, ma sarebbe inutile andarci, insomma ci vedremo comunque domani.
«Anche io.» dico per poi sbadigliare.
«Hai sonno?»
«Parecchio, litigare con mia madre è stancante sai?» dico e riediamo entrambi.
«Se vuoi chiudo, ti lascio riposare.» propone ma rispondo con un "mhh" di disapprovazione.
«Stai in chiamata con me finché non mi addormento?» lo sento ridere per poi accettare.
«Facetime?» annuisco anche se non può vedermi, ma fa partire comunque la chiamata che accetto subito.
«Ciao bellissima.» dice sorridendo e facendomi arrossire, nascondo la faccia nel cuscino mentre lui ride godendosi la scena.

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giuro che se qualcuno prova anche solo a pensare di paragonare la cosa delle unghia nel palmo delle mani con quella serie tv cringe di riverdale io vi prendo a coltellate mentre dormite :) <3 also non commentiamo la foto ok? l'ho presa a caso :D

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora