30. fuck you Gus

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«Hai mangiato?»
«Si mamma, tranquilla.» il fatto che avessi sul serio mangiato e non le stessi mentendo stupisce anche me.
«Ok d'accordo, ci sentiamo domani allora?»
«Ok, ti chiamo appena posso.»
«Ok, ti voglio bene Amelie, ricordatelo.» sempre la stessa frase...
«Lo so, anch'io.» susseguono dei secondi di silenzio finché non chiude la chiamata.
Si, circa un mese fa mi convinsi a chiamare mia madre, probabilmente la chiamata più traumatica della mia vita. Era disperata e non riusciva a terminare una frase senza scoppiare in lacrime, non la biasimo, l'avevo ignorata per mesi, se sapeva che ero ancora viva era solo grazie a ciò che le riferiva Adeline.
Il fatto è che dopo un po' non riuscii più a levarmela dalla testa, i sensi di colpa mi mangiavano il cervello e certe volte non davo nemmeno retta a ciò che Peep o chiunque altro provava a dirmi, la mia testa era concentrata su ciò che mia madre poteva provare sapendo che sua figlia era dall'altra parte del paese con un ragazzo che lei non conosce e in più non si faceva sentire da quasi tre mesi.
Così decisi semplicemente di chiamarla, penso durò circa due ore, mi riempì di domande ma la lasciai fare, era normale e mi limitai a risponderle con calma facendole capire che stavo bene e non aveva motivo di preoccuparsi.
Alla fine accettò tutto; che stavo a Los Angeles e non sarei tornata a New York per un po'; che ero con Gus e ci stavo bene, le ho parlato parecchio di lui, penso abbia capito quanto è importante per me; che stavo bene, c'era lui quindi stavo bene; che stavo continuando gli studi e mi sarei diplomata. Accettò tutto per la semplice condizione di ricevere una chiamata da me ogni giorno, beh tranne quando me ne dimentico o non ho il tempo per parlarle considerando che ogni chiamata dura sempre un'ora.
Metto il telefono sotto carica e sento la porta aprirsi.
«Ti ha liberata dalle sue grinfie?»
«Ah ah ah, simpatico.» dico ironicamente andando verso di lui.
«È rimasto del gelato, ne vuoi?»
«Siamo a fine gennaio, sul serio mangiate il gelato con questo freddo?»
«Non esiste stagione per mangiare il gelato, comunque rispondi velocemente, Tracy e Chris lo stanno divorando.»
«No grazie.» rispondo abbozzando un sorriso.
«Come vuoi.» mi lascia un bacio per poi appoggiarsi allo stipite della porta.
«Comunque fra un po' viene gente, so che è tardi quindi se vuoi passare la notte da qualche altra parte ti capisco.» cazzo è quasi mezzanotte, poteva avvisarmi prima.
«Ah, ok beh andrò a vedere se il solito motel ha una camera libera.»
«Scusa piccola, me l'hanno detto ora, ti avrei avvisato prima se no.»
«Tranquilla va bene.» prendo un borsone che inizio a riempire con qualche vestito, niente di che giusto un po' di roba per stare una notte e, se serve, anche fino al pomeriggio. Riempio lo zaino con i soliti oggetti essenziali che mi porto in giro e prendo le chiavi della macchina. Qualche settimana fa hanno trovato un pickup di seconda mano niente male, era un po' arrugginito ma sono riusciti a sistemarlo, almeno ho un mezzo di trasporto che non sia il mio skate.
«Chiamami quando arrivi.» mi raccomanda.
«Non penso sarai sobrio, ma ci proverò.» prendo la mia roba e Gus mi accompagna all'entrata.
«Scusa ancora, davvero.» gli faccio cenno di smettere, si scusa ogni volta che sono costretta ad andarmene da casa, ma ormai ci ho fatto l'abitudine non è più un problema.
«Ti amo Amelie.» anch'io ti amo... ma riesco solo a sorridere e piantargli un limone pur di non ferire i suoi sentimenti. Cazzo lo amo sul serio, ma mi fa così strano dirlo ad alta voce, spero solo lo capisca, spero solo sappia quello che provo per lui.
Prima di mettere un piede fuori casa un tuono rimbomba nell'aria, seguito da un acquazzone di pioggia, merda.
«Cazzo ha iniziato a piovere.»
«Dammi un ombrello.» fa ciò che gli dico e mi porge un vecchio ombrello nero.
«Sicura di voler andare? Sta piovendo, magari riesci a rimanere qui e dormire tranquilla comunque.»
«Preferisco guidare sotto la pioggia fino a un motel piuttosto che rimanere qui mentre vi fate di coca, xanax e chissà cos'altro.» cambia velocemente espressione, sembra deluso e ferito. Non era mia intenzione farlo, ma non sono riuscita a trattenermi, del resto sa benissimo che se vado via è proprio perchè non reggo il loro "modo di divertirsi".
«A domani Gus.» interrompo il silenzio per poi dirigermi verso la macchina non ricevendo risposta da lui, del resto cosa mi aspettavo?
Che annullasse tutto? Che smettesse di drogarsi pur di farmi rimanere con lui? Probabilmente chiedo troppo, ma sapere che per lui non è un problema lasciarmi andare così solo per ridursi a merda non è proprio il massimo. È vero, alla fine sono solo a qualche chilometro di distanza, ma se un giorno non dovessi tollerarlo più? Se dovessi raggiungere il limite e andare via da lui? Abbandonarlo, mi lascerebbe andare così? Probabilmente si, sono solo una ragazza qualunque con cui sta avendo una storia, mi sto solo illudendo di essere qualcosa in più per lui. Non sono nessuno in realtà, nessuno che possa permettergli di smettere. Smettere di rischiare la morte giorno dopo giorno....
Fanculo allo xanax, fanculo alla coca, fanculo a tutte quelle cazzo di droghe e fanculo Gus.
Sto perdendo la testa, sto perdendo la testa per lui, per Gus, un tossichello del cazzo a cui non fotte un cazzo della sua vita e di come le sue azioni influenzano le persone che gli stanno accanto, le persone che lo amano.
Forse non dovrei dare la colpa lui, alla fine tendo sempre a dare la colpa agli altri, ma sono io quella che ha deciso di entrare in questo casino. Gus era gia andato da prima, faceva uso di questa merda già prima che mi incontrasse.
Mi sono solo illusa che la mia presenza, il mio affetto, il mio amore, potesse bastargli per essere felice, completo e mandare a fanculo quella merda che prende per non crollare.
Arrivo finalmente al motel e parcheggio il pickup nel primo posto libero che trovo. Prendo la mia roba e, dopo essermi fatta dare le chiavi di una camera e aver anticipato il pagamento, salgo le scale verso una delle tante stanze tutte uguali.
Butto il borsone e lo zaino a terra per poi lanciarmi sfinita nel letto e addormentarmi con ancora i vestiti addosso, le scarpe messe e quei cazzo di pensieri che mi torturano il cervello.

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io non vorrei farvi venire paranoie o ansia o roba simile ma il prossimo capitolo è stra lungo e ok sto zitta ciao

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora