19. i'm coming to Los Angeles with you

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«Quindi vuoi andartene?»
«Non ne ho idea Adeline.» inspiro il fumo dalla canna per poi buttarlo fuori.
Sono le cinque del mattino e l'ho chiamata chiedendole di venire a casa mia mentre stavo letteralmente impazzendo. Non ho la più pallida idea di che cazzo fare, sono passati un po' di giorni e l'estate finirà tra due settimane. Io e Gus abbiamo sviato il discorso "xanax e droghe", nessuno dei due vuole parlarne, ma prima o poi arriverà il momento.
In tutto ciò ho solo altre due settimane per decidere: rimanere qui a New York o andare a Los Angeles con Peep?
Avevo accennato il discorso ad Adeline, ma entrambe l'avevamo posticipato non preoccupandoci troppo del problema, ma ora sono totalmente in crisi.
Non voglio lasciare New York, i miei amici, la mia famiglia. Ma non voglio nemmeno separarmi da Gus...
Dal tetto del palazzo riusciamo ad ammirare il sole sorgere, mi rilasso un po' con quella vista mozzafiato mentre cerco di calmarmi con qualche canna.
Chissà se lo xanax o qualche altra pillola aiuterebbero in questo momento...
Non ho più toccato roba del genere da quando Gus ha lasciato quella pillola di xanax nel vagone, l'avevo provata, anche se in quantità ridotta rispetto a quelle che prende lui solitamente, avevo bisogno di sapere che effetto gli faceva e come riusciva a farlo sentire meglio.
«Hai solo erba?» le chiedo e mi rivolge uno sguardo confuso.
«Ho sempre solo erba, lo sai. Non hai bisogno di altro comunque, fatti bastare qualche canna.» ha ragione, sto impazzendo.
Il mio telefono continua a vibrare, ma lo ignoro, come ormai da abitudine in questi giorni.
«Dovresti rispondergli, ieri ha chiamato me per accertarsi che stessi bene. Amelie non puoi ignorarlo solo perché sei stressata e confusa.»
«Non lo ignoro perchè sono stressata e confusa, ma perchè devo fare una scelta importante e non voglio che la mia decisione venga influenzata in nessuno modo.» annuisce e torna a guardare l'alba, mentre io prendo il telefono.
Cinque chiamate perse e molteplici messaggi da Gus, già forse dovrei rispondergli. Faccio partire la chiamata e mi alzo da terra iniziando a camminare per il tetto del palazzo.
«Cazzo Amelie, perché non rispondi?»
«Scusa, sono un po'... così.» lo sento sospirare mentre cerca di calmare il respiro accelerato.
«Tutto ok?» chiedo preoccupata dal suo fiatone.
«No, ho bisogno di vederti. Sei a casa?»
«Si, io ed Adeline siamo sul tetto del palazzo, ma ci sono i miei a casa.»
«Dammi un paio di minuti e sono da te.» chiude la chiamata senza darmi il tempo di rispondere e torno a sedermi accanto ad Adeline aspettando l'arrivo di Peep.

[...]

«Mi spieghi perché non ti fai sentire da giorni?» cerco di ignorarlo continuando ad osservare il panorama.
«Amelie.» mi richiama poggiando la mano sulla mia spalla.
«Sono stressata Gus, non so che cazzo voglio fare e ho solo due settimane per scegliere.» annuisce abbracciandomi e mi rilasso tra le sue braccia, mi era mancato. Ho cercato di ignorarlo per giorni solo per prendere una decisione, ma stare senza di lui mi uccide. Cazzo se non so stare senza di lui per un paio di giorni come farò quando andrà a Los Angeles?
«Tranquilla, prenditi il tempo che ti serve. Parto la prima settimana di settembre, ma se dovessi aver bisogno di più tempo puoi anche venire a Los Angeles dopo un po' o farmi sapere che non vieni quando vuoi.» lo ringrazio per la sua comprensività e cerco di calmarmi mentre mi accarezza i capelli.
Il sole ha ormai superato le punte dei più alti grattacieli, sto morendo di sonno. Non dormo da giorni, lo stress e l'ansia mi rendono sveglia, chissà se lo xanax aiuterebbe...
Alzo la testa per incrociare il suo sguardo, non vorrei chiederglielo, non dovrei farlo, soprattuto dopo avergli rotto il cazzo perche ne fa uso.
Mi stacco dal suo abbraccio e mi alzo in piedi.
Adeline è scesa sotto, meglio se andiamo anche noi.
Faccio cenno a Gus di seguirmi e torniamo al piano terra.
«Amelie io devo andare, i miei non sanno che sono uscita.» annuisco e la saluto, stessa cosa fa Gus. Una volta rimasti da soli decidiamo di andare al vagone, di certo non posso farlo entrare a casa con i miei che dormono.

[...]

«Tutto ok piccola?» annuisco guardando il cavalletto dove qualche giorno prima avevo dipinto quell'orrore...
Ho pensato molto in questi giorni, a quanto lo xanax potrebbe aiutarmi, o la coca, o qualsiasi altro tipo di droga. Ma poi i flashback di quel dipinto mi tornano sempre in mente, non riuscirei a vivere più come prima se Gus dovesse morire per overdose. Probabilmente solo questo pensiero riesce a tenermi così lontana dall'idea di far uso di quelle robe. Se voglio cercare di evitare che sia lui a farsi del male con la droga non posso cadere nelle stesse abitudini.
Dovrei tenerlo sotto controllo quando sarà a Los Angeles e non potrò farlo da quattro mila chilometri di distanza... devo andare con lui.
«Gus.»
«Dimmi.» si siede accanto a me e mi sposta qualche ciocca di capelli dal viso.
«Ho deciso: vengo con te a Los Angeles.»

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ieri non ho potuto postare perchè non mi prendeva il tel lol. comunque niente raga oggi sono stata al pride della mia città e QUANTE cose sono successe in un paio d'ore io non- CEH

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora