40. i can see you and him, not you and me

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«È inutile, non torno a casa finché ci sei tu.» ripeto facendo avanti e indietro per la stanza con il telefono all'orecchio.
«Dovrai pur tornare a prendere le tue cose, i tuoi non ci sono ora e io voglio parlarti prima che torni a Los Angeles»
«Ci saranno altre volte in cui loro non saranno a casa, finché ci sei tu io non torno. Poi siamo al telefono da quasi mezz'ora, dimmi quel che vuoi e poi sparisci.» non ci credo cazzo, oggi poteva essere perfetto per tornare a prendere le cose, staranno fuori come minimo fino alle undici di sera e ora non sono nemmeno le otto, avrei potuto avere un sacco di tempo a disposizione...
«Voglio parlarti di presenza.»
«Se torno a casa vengo con Peep, sappilo.» lo avviso e lo sento sospirare.
«Va bene, basta che mi lascerai parlare comunque.» ma no cazzo.
«Lascia stare, stai lì davanti la porta di casa mia quanto vuoi, tanto non verrò oggi.»
«Non puoi rimandare per sempre, quando partite?» chiede.
«Non lo so.» vorrei poter dire che sto mentendo, ma non so nemmeno io quand'è che partiremo, so solo che ha un concerto il diciassette luglio a Los Angeles e dobbiamo essere lì almeno due giorni prima.
«Chiederò ad Adeline.»
«Cazzo Lucas ti ho detto che non lo so, secondo te lei lo può sapere?» sbotto infastidita.
«Non lo sai... sicuramente.»
«Vaffanculo.» faccio per chiudere la chiamata, ma aggiunge qualcosa.
«Quando passi?» chiede
«Finché ci sei tu a casa mai.» lo sento sospirare.
«Ok, me ne vado, te lo giuro, puoi tornare e prendere la tua roba.. tanto è inutile continuare a provare.» stento a credere alle sue parole, tant'è che mi scappa automaticamente un "sei serio?".
«Si, si.. tanto verresti comunque con lui. Non penso che riuscirei a resistere, a parlarti vedendoti insieme lui.»
«Qual è il problema?» chiedo frustrata e confusa dalle sue parole.
«Che lo ami, lo ami un sacco e sto iniziando a perdere le speranze. Insomma è successa la stessa identica cosa dell'anno scorso: stavi con me, è arrivato lui e mi hai sostituito.
Sai quando sei tornata a New York ero stra felice, mi eri mancata da morire e, anche se non volevi vedermi, il solo pensiero che eri di nuovo qui mi rendeva felice. Ho cercato in tutti i modi di ristabilire un buon rapporto con te e non so quanto io ci sia riuscito, però mi andava bene anche quando mi insultavi ripetendo di odiarmi, mi bastava parlarti, anche se non in buoni rapporti. Poi non so cosa ti sia preso, immagino volessi solo cercare di dimenticarti di Peep, ma per un po' avevo davvero sperato di riuscirci, riuscire ad averti di nuovo per me. Poi è tornato ed è finito tutto...
So quanto lo ami, non posso dirti che mi va bene perchè mentirei, sto di merda a vedere quanto cazzo lo ami, ma se ti fa stare bene allora ok.»
«Lucas io...»
«Tranquilla, non devi scusarti o altro, va bene. Però ti prego non scomparire come hai fatto l'ultima volta, non pretendo chissà che ma solo non ignorare i miei messaggi, so che non potrò mai ricevere da te l'amore che dai a lui ma possiamo almeno rimanere amici?» sembra disperato, mi fa pena vederlo così, non è mai stato quel tipo di persona che dimostra così apertamente i suoi sentimenti, se arriva a farlo allora è davvero qualcosa di serio.
«Ne sei proprio sicuro? Insomma riusciresti a reggere la situazione?»
«Ci proverò, non penso riuscirò a smettere di amarti, ma imparerò ad esserti solo amico e a vederti con lui.»
«Ok.» dico solamente, poco dopo sento qualcuno bussare alla porta del vagone.
«Devo andare, ci sentiamo.»
«Vai pure.» chiudo la chiamata e alzo la zip della felpa che indosso prima di andare ad aprire. Sono abbastanza sicura sia Gus, ma insomma sotto ho solo un top di pizzo quindi nel dubbio...
Dietro la porta, infatti, trovo Gus con una busta del mcdonald nelle mani.
«Non hai idea di che fila ci fosse, scusa se ci ho messo un po'.» mi faccio da parte per lasciarlo passare e va a posare la busta sul letto.
«Tranquillo.» dico chiudendo la porta.
«No sul serio, non ho mai visto così tanta fila al mc.» ripete scioccato.
«Beh è sabato sera, è abbastanza normale.» gli faccio notare.
«C'era comunque più casino del solito.» dice addentando una patatina.
Mi siedo accanto a lui e mi passa il mio panino lasciandomi un bacio casto sulle labbra.
«Tutto ok? Sembri strana.» chiede iniziando a mangiare il suo panino. Annuisco mangiando una patatina.
«Sicura?»
«Si.» gli ripeto sorridendogli «Tutto ok tranquillo.»
«Chi era al telefono prima?»
«Mia mamma, a proposito non è a casa almeno fino alle undici. Potremmo passare a prendere le mie cose.» annuisce.
«Tracy ha prenotato il treno per lunedì, lui è già a Los Angeles quindi non è un problema, ma noi dobbiamo raggiungerlo.» cazzo non pensavo partissimo lunedì, quando aveva intenzione di dirmelo? Devo dirlo ad Adeline..
Prendo il telefono e le scrivo un messaggio.
«Se vuoi stasera quando finiamo a casa tua possiamo passare da lei, non penso faremo troppo tardi.» propone notando che stavo scrivendo a lei.
«Sicuro?» annuisce masticando e gli sorrido scrivendo poi ad Adeline che saremmo passati.
«Ehi, mangia.» mi ricorda avvicinando il mio panino, ancora intatto, verso di me. Prendo un respiro profondo per poi iniziare a mangiare.

***

«Non ne hai mangiato nemmeno metà!» mi fa notare.
«Ma sono piena, hai idea di quanto sia saziante il cibo del mc? E poi anche tu hai lasciato le patatine.» dico puntando le poche patatine rimaste nella sua confezione. Le osserva per poi mangiarle velocemente, trattengo un sorriso, quanto è determinato.
«Ora le ho finite, tocca a te.»
«Non le mangio tutte.» lo avviso così prende la mia confezione di patatine e ne versa poco più della metà nella sua.
«Mangia almeno queste.» dice tornandomi la mia confezione.
Vorrei tirarmi indietro, ma non penso gli andrebbe bene, così cerco semplicemente di finire le patatine mentre lui si sistema per uscire.
«Esci così tu?» mi chiede mentre butto il piccolo cartone di patatine ormai vuoto.
«Ho finito i vestiti, ho già preparato i vestiti da lavare così ne approfitto mentre siamo a casa mia.» annuisce aggiungendo: «Vuoi una mia maglietta? Ho quella di ieri».
Rido rifiutando la proposta.
«La mia felpa almeno è pulita.»
«Anche la maglietta lo è, l'ho usata solo ieri!»
«Per tutto il giorno e ci hai anche dormito.» aggiungo.
«È comunque pulita.» dice provocandomi una risata, fare il finto offeso non gli riesce proprio.

***

«Non li asciughi i capelli?» chiede osservandomi mentre mi vesto.
«Non penso di avere il tempo.» ammetto rimettendomi i vestiti di prima.
«Faccio io.» dice andando in bagno per prendere il phon e poi tornare in camera.
«Sai asciugare dei capelli?» chiedo prendendolo in giro.
«Ovvio.» risponde facendomi segno di girarmi di spalle.
Inizia ad asciugarmi i capelli, in realtà non è cambiato molto, avrei perso lo stesso tempo se l'avessi fatto io, ma mi godo il momento in silenzio.
Passa più volte le dita tra i miei capelli per evitare si formino dei nodi e, ogni tanto, mi accarezza le spalle e lascia qualche bacio sul collo.
«Ok vanno bene così, non devono per forza essere completamente asciutti.» dico girandomi per lasciargli un bacio veloce.
«Grazie, puoi mettere quei vestiti dentro la valigia?» chiedo indicando dei vestiti sul letto, annuisce mentre mi dirigo in bagno per prendere le ultime cose.
Una volta sistemato tutto mi butto sul letto, credo non manchi più niente o almeno lo spero.
Si sdraia accanto a me circondandomi la vita con un braccio per poi tirarmi a se.
«Possiamo restare così per tutta la sera?» chiede affondando la testa tra i miei capelli.
«Mi hai promesso che andavamo da Addy.» borbotta qualcosa di incomprensibile per poi tirarmi ancora di più a se baciandomi il collo.
«Se ci sbrighiamo possiamo tornare subito al vagone e sdraiarci nuovamente in questa posizione.» gli propongo.
«Oppure possiamo semplicemente rimanere così senza andare da nessuna parte.» risponde.
«Così da farci trovare dai miei?»
«Vaffanculo, ad ogni modo prima di partire dovrai pur parlarci.» non ha torto, anche se preferirei evitare.
«Senti so che non avete più chissà quale bel rapporto, ma almeno salutali un'ultima volta prima di partire. Se le cose vanno bene abbiamo concerti programmati fino a dicembre.» beh forse dovrei farlo...
«Poi ci penso, andiamo?»
«Per forza?» chiede con voce stanca e mi giro per accarezzargli il viso.
«Si.» dico baciandolo per poi alzarmi dal letto.
«Che palle però.» sbuffa facendo lo stesso.

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ho sonno, però voglio continuare a scrivere, però ho sonno hwsonws

Skyscrapers // Lil Peep (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora