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Caleb spalanca leggermente gli occhi, stupito dalla mia domanda.
《Sei la prima persona che me lo chiede.》ridacchia, ma non appena si ferma a riflettere il sorriso gli si spegne sulle labbra.

Silenzio.

Solo l'acqua che continua a scorrere addosso ai nostri corpi, che sbatte a terra; solo il rumore del suo respiro e del mio.
Decido di tacere insieme a lui, non volendolo forzare nel parlare.

《Ero molto piccolo quando mi sono ferito, avevo forse cinque o sei anni.》mi dice, continuando a guardare un punto indefinito alle mie spalle, come se davanti ai suoi occhi si stesse ripetendo quella scena.
《Io... stavo giocando. Giocavo in salone. Sentii degli urli provenire dalla cucina, e curioso com'ero presi le mie macchinette e mi diressi verso la porta. Quando arrivai all'uscio della porta, notai mia madre inginocchiata a terra, di spalle, mentre piangeva. E mio padre, a sua insaputa, alzava in aria un piatto di ceramica.》dice, mentre le sue pupille tremano.

Nella mia mente si creano le immagini di quel piccolo bambino, così innocente, così piccolo, dover assistere ad una scena del genere.

《Sapevo che glielo avrebbe tirato. Io lo sapevo. Così mi diressi verso di lei e mi piazzai dietro per far sì che non le colpisse la schiena.》
《Allargai le braccia, con la macchinina ancora tra le mani. Mio padre, però, fece rompere il piatto a terra, frantumandolo in mille pezzettini taglienti. E alcuni di questi rimbalzarono, colpendomi il volto e le mani. Uno di questi pezzi finì proprio qui.》dice, indicandosi la cicatrice.
《È la ferita più grande che ho riportato, quella sera. E mia madre non ricevette un graffio, neanche il minimo coccio. A me bastava quello. Se potessi tornare indietro nel tempo lo farei ancora, e ancora, e ancora...》mi dice, finalmente appoggiando i suoi occhi nei miei.

I suoi occhi così profondi, che per tutto questo tempo hanno tenuto nascosto un segreto troppo grande per lui, opprimendolo, creando una bolla intorno a lui, innalzando un muro, una corazza che lo hanno fatto crescere con un carattere forte e sicuro ma talvolta scostante e menefreghista.

Solo ora che si apre con me vedo un pò di luce farsi spazio nei suoi occhi color pece: un raggio di luce, come se nelle sue pupille si fosse aperto uno squarcio.
Tremo ancora alle sue parole, alle immagini che mi ha fatto pensare, alla storia che mi ha raccontato.
Mi racconta del padre come un mostro, quando dal vivo si presenta come una persona completamente diversa.
Ho sempre saputo che dietro a tutta questa corazza nasconde un carattere dolce e protettivo verso le persone che ama.

Io l'ho sempre saputo.

Non sapendo cosa fare, e con la paura di risultare compassionevole nei suoi confronti, decido di abbracciarlo. Gli allaccio le braccia al collo, facendo combaciare perfettamente i nostri corpi nudi, e lo stringo forte.
È il mio unico modo per fargli capire che gli sono vicino, per fargli capire che lui non ha colpa di quello che ha fatto.
Mi sento quasi in colpa, ma fortunatamente Caleb mi cinge le braccia in vita e ricambia il mio abbraccio con la stessa intensità con cui lo sto abbracciando io.
Poi si lascia scappare un sospiro.
《Scusa, non volevo farti star male...》sussurro, con la faccia nascosta nel suo collo.
《Non sto male, Allie. Mi ha fatto solo piacere il fatto che sei stata l'unica ad essertene preoccupata.》mi massaggia la schiena con una mano e potrei scommettere che ha appena sorriso.
《Ti ammiro. Vorrei avere solo un pizzico della tua forza, del tuo coraggio. E forse è per questo che la tua compagnia mi fa stare bene: perché io credo di essere forte, ma il minimo ostacolo mi fa crollare, rendendomi di conseguenza estremamente debole. Tu, invece... sai come farmi sentire bene, sai farmi sentire una persona forte, una persona sicura di me. Mi trasmetti un pò del tuo coraggio.》dico, staccandomi dall'abbraccio e guardandolo negli occhi.
Caleb sorride.
《Tu riesci a farmi parlare, Allie. Riesci a farmi aprire, sai ascoltarmi, sai capirmi. E non mi guardi con lo sguardo che hanno tutti quando parlo un minimo della mia vita privata, tu non hai all'espressione. E ti apprezzo per questo.》mi dice, accarezzandomi dolcemente la guancia.

Fare a meno di te - animedifferentiΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα