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Decido di uscire, non posso rimanere qui un secondo di più. La stanza si è riempita di pensieri, dei miei continui singhiozzi, del mio continuo malessere.

Infilo un paio di shorts e una canottiera, infilo le All Star ed esco di casa con le cuffiette nelle orecchie.

Cammino senza meta, con la testa chissà dove, sotto le note di Happier.

Arrivo davanti ad un piccolo bar, l'insegna dice "Brick's" con dei neon che formano un frappè.
Entro e mi guardo intorno.
Ci sono dei tavoli rossi in giro per il locale, con due sedie per ogni tavolo. Nella parte destra, invece, c'è una fila di tavoli rettangolari e dei divanetti. Credo siano quelli destinati a ordinazioni con più di due persone.

Mi sono dimenticata di dire che questo locale straborda di persone, è quasi tutto pieno.

Vengo accolta da un signore anziano dalla carnagione scura. Ha un piccolo accenno di barba bianca e due pozze di nero al posto degli occhi.
《Buonasera signorina, cosa posso fare per te?》mi chiede gentilmente. Guardo l'enorme listino alle sue spalle e scelgo la prima cosa che mi fa gola.
《Ehm... vorrei un frappè al cioccolato.》dico impacciata, con uno stupido sorriso.
Mi sento una cretina.
Il signore sorride per la mia goffagine e si gira per preparare il mio frappè.《Non l'ho mai vista da queste parti...》mi dice.
《Mi sono trasferita qui da poco...》affermo battendo le unghie sul bancone.
《Puoi anche darmi del tu. Sono Allison, ma puoi chiamarmi Allie.》dico sorridendogli.

Questo signore mi trasmette pace e serenità.

《Oh, Allie... hai un nome veramente grazioso. Il piacere è mio, io sono Brick.》mi prende la mano con le sue e me la accarezza dolcemente.

Magari tutte le persone di questo posto fossero come lui.

Mi porge il frappè e lascio una banconota da cinque dollari sul bancone.
Fa per dire qualcosa ma si blocca subito. Mi guarda negli occhi come se capisse che per ora di me, non c'è nient'altro da sapere.
Mi guarda e non aggiunge altro.

《Vai pure a rilassarti, mia cara Allie. E goditi il tuo frappè.》conclude sorridendomi. Faccio ciò che mi dice e mi siedo, guardando un punto indefinito nel locale.

Dalla porta d'ingresso sento un gran vociferare, alzo lo sguardo per vedere chi è.
È il gruppo di Trevor.
Con lui vedo delle facce già riviste, sono i ragazzi che ho conosciuto alla festa.

Non voglio chiamarlo e continuerò a restare sulle mie. Non attirerò la loro attenzione.

Sfortunatamente, però, Trevor mi nota nonostante le decine di persone che ci sono qui dentro e mi viene a salutare.
Ma i miei occhi sono puntati su quelli di Caleb, che mi guardano prepotenti insieme a quelli di Ronnie.

Vedendomi qui da sola penseranno che sono la solita asociale, con le cuffiette nelle orecchie e un frappè in mano.
Un attimo... da quando mi importa della loro opinione?

Smetto di sostenere il suo sguardo e rivolgo a Trevor uno dei miei sorrisi più falsi.

《Vuoi unirti a noi?》mi chiede. Scuoto la testa e mi alzo dal tavolo, toglierò il disturbo in meno di due minuti. Non ho voglia di restare qui a prendermi tutte le cattiverie di quei quattro imbecilli montati insieme alla bionda tinta.

Aspetto che Trevor inizi con le sue solite suppliche insistenti, invece mi lascia andare con un semplice
《Va bene.》

Esco dal locale e torno a casa con passo lento, con il corpo che non vede l'ora di buttarsi sul letto.

-

Sono a lezione di matematica ed hanno appena riportato le verifiche. Ho preso una bella "A" e non posso essere più felice per oggi. Mi piace dare una bella impressione, e con questo compito direi di esser andata alla grande.
Prendo la mia cartella e mi dirigo verso le macchinette, questa è la mia ora libera. Prendo un caffè al volo e mi dirigo verso la biblioteca.
Ho davvero voglia di rilassarmi.

Nella mia visuale si presenta un tipo possente, vestito di nero, con i capelli scompigliati e con un braccio pieno di tatuaggi.
Non posso dire che non sia un bel ragazzo. Sembra il figlio del diavolo, ma questa sua possenza, la sua mascolinità, questo suo lato tetro e cupo lo rendono un tipo affascinante.

Tornando in me, possibile che abbia la mia stessa ora libera? Devo proprio ritrovarmelo dappertutto?

Continuo a camminare indugiando lo sguardo sul suo naso troppo perfetto e girando il mio caffè.
Ma lui, da buon gentiluomo che è, mi viene addosso.
La mia nuova maglietta si inzzuppa del liquido amarognolo che è il caffè. E per fortuna è nera!

Resto a guardarlo con la bocca spalancata, gli conviene cominciare a correre.

Fare a meno di te - animedifferentiWhere stories live. Discover now