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《Non mi darai mai tregua, non è vero?》dico esasperata, mentre mi guarda con una smorfia sul viso.

Rimane fermo di fronte a me.
Si aspetta una predica? Si aspetta un altro schiaffo?

Caro Caleb, forse non mi conosci.

Ed è vero. Non mi conosci.

Lascerò perdere, è inutile dargli spago.
Non ha senso continuare a litigarci, così mi giro e mi dirigo verso il bagno delle ragazze.

Sospira innervosito.
Sento afferrarmi il braccio e con un gesto veloce mi mette con le spalle contro gli armadietti. La sua presa è ferrea, mi fa quasi male.

È così vicino che ogni singolo movimento farà scontrare i nostri nasi.
È così vicino che sento il suo respiro sul mento, è così vicino che vedo il riflesso dei miei occhi chiari nei suoi.

《Non provare a fare la dura con me, ragazzina.》dice.
Mi lascia il braccio e se ne va senza voltarsi, io torno a respirare.

Se proprio non mi vuole intorno, perché continua a prendersi gioco di me?
Mi da della perditempo, allora perché mi viene addosso? Perché si avvicina così pericolosamente a me?

Lascio perdere i miei pensieri e corro in bagno per cercare di rimediare a questo disastro.
Mi guardo allo specchio, la macchia non è poi così evidente ma decido comunque di cambiarmi utilizzando la maglia di ricambio che avrei dovuto usare in palestra.

Dai bagni esce Ronnie, e in tempo riesco a tirare giù la maglietta evitando qualche suo commento sul mio reggiseno.

Ho già affrontato Caleb, speriamo che non ci si metta anche lei.

Mi guarda con sufficienza e si lava le mani.
《Caleb è una bomba a letto. È un ragazzo così selvaggio... siamo molto intimi.》mi dice, continuando a guardarsi allo specchio.
Il mio viso si tinge di rosso e mi viene il voltastomaco al solo pensiero di loro due insieme.

Sa che mi avrebbe messa in imbarazzo, per questo lo ha detto.

Faccio finta di frugare qualcosa nello zaino, evitando quella strana conversazione.
《Sta lontana da lui.》conclude minacciosa. La guardo e nel mio cervello una vocina non fa altro che ripetere
"Allie, non rispondere. Non darle corda".

Ma come sempre faccio di testa mia.
《Non mi interessa niente di quel ragazzo montato. Più mi sta alla larga, meglio è. Quindi puoi anche tenertelo senza preoccuparti di me.》le lancio un'ultima occhiata e mi dirigo verso la biblioteca.
Ne ho abbastanza di tutta questa storia.

《Guarda chi si vede.》dice una voce familiare alle mie spalle. È Lydia.
《Silenzio!》dice la signora alla nostra destra.
Saluto Lydia con un sorriso e la seguo fino ad un grosso tavolo circondato da alti scaffali.
《Non pensavo venissi alla East Side.》dico sedendomi.
《Invece eccomi qua!》afferma.
Fa scivolare un libro sul tavolo.
《Se cerchi qualcosa di interessante, ecco a te.》

Guardo il libro e già dalla copertina si può intuire che è una storia d'amore.
《I romanzi non sono il mio genere, e comunque sono venuta qui per finire gli ultimi esercizi di letteratura. Grazie lo stesso.》glielo porgo con gentilezza e lei fa spallucce.

-

Finita la mia ora libera e quella di letteratura, torno a casa accompagnata da mio padre.
《Non c'è il ballo scolastico?》chiede durante il tragitto.
Non posso crederci, sembra che il mondo ce l'abbia con me.
《Sì, ma non ci andrò.》rispondo brusca.
L'ho già ripetuto troppe volte per i miei gusti.
《Perché?》continua.
《Papà, per favore, non cominciare.》alzo gli occhi al cielo e guardo fuori dal finestrino.
Per loro è quasi qualcosa di sacro questo ballo.

Come gli dico che non ho amici, se non Trevor?
Come gli dico che tre delle persone che ho conosciuto si prendono gioco di me, facendo diventare le ore scolastiche un incubo?

Finalmente arriviamo a casa, ed io scendo dalla macchina lasciando mio padre senza una risposta concreta.

Mi chiudo in camera e mi butto sul letto, con la testa sul cuscino.
Non so proprio cosa fare. Questa città mi esaspera, le persone che ci vivono mi esasperano, questa casa mi esaspera.

Riuscirò mai a smettere di pensare a tutto e cominciare a farmi degli amici?
Oppure rimarrò sempre in questa mia bolla, legata al mio passato, legata ad un nome che non si cancella dalla mia testa?
Sono sicura che questo è ciò che voglio, ovvero isolarmi sperando di tornare nella mia città Natale?
Devo continuare a rimanere qui, a piangere tra le mie mani?

Presa da una strana adrenalina e una piccola speranza nel mio cuore, che è quella di cancellare il mio passato, afferro il cellulare e scrivo a Trevor.

"Ti va di andare in spiaggia oggi?"

Fare a meno di te - animedifferentiWhere stories live. Discover now