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Trevor scruta i miei occhi.
E in quel momento dimentico tutto quello che volevo dirgli. Dimentico il mio discorso, le possibile scuse.

《Trev, non so cosa mi sia preso...》dico strofinandomi le mani.
《Io volevo solo divertirmi.》aggiungo.
《Come facevi a sapere che ero lì?》
《Io e Lydia vi abbiamo seguito perché pensavamo che sareste andati a divertirvi, ma non sapevamo che saremmo finite in una gara di corse clandestine.》invento sul momento.
《E non potevi direttamente chiamarmi?》aggiunge.
《Ti ripeto che non so cosa mi sia preso.》ribatto.
《Allie, non sai in che guaio ti sei cacciata. Per fortuna non ti è accaduto niente, o sarebbero stati guai.》si passa una mano sulla fronte e guarda alle mie spalle.

《Non sono arrabbiato con te, okay? Ma devi promettermi che non ci andrai più.》
《Croce sul cuore.》dico indicando la parte sinistra del petto.

Mi abbraccia, e io vengo colta di sorpresa.
Non sono abituata a questi... gesti affettuosi.
Sinceramente non me l'aspettavo, ero già pronta a deprimermi per aver perso l'unico amico che mi sono fatta qui.
Invece mi ha perdonata, nonostante lo avessi pedinato.
C'è da dire che non gli ho detto completamente la verità.

《Ci parlerò io con Caleb.》sussurra tra i miei capelli.
Questo vuol dire che Caleb è arrabbiato?

Mi stacco da lui e dopo essermi scusata nuovamente cerco Lydia. Le mando un messaggio, mi dice di essere nel cortile.
La raggiungo in fretta e ancora con il fiatone dico
《Ci ha perdonate!》
Alzo una mano in segno di vittoria e lei mi sorride divertita.
Dopo averla salutata mi dirigo verso la prima classe di stamani: letteratura.

-

In giro per i corridoi non fanno altro che parlare di quanto sia stato fantastico ed emozionante il ballo.
Io, invece, ringrazio il cielo per essermi imposta di non andarci.

Guardandomi intorno non ho mai trovato Caleb. Sicuramente è in giro a fare chissà cosa con chissà chi.
Non mi interessa saperlo.
Ma non faccio altro che pensare e ripensare alle sue labbra così vicine alle mie, al suo fiato sul mio collo, alla sua voce roca ed eccitante.

No, Allie. Io credo sia stato l'alcool.
E spero proprio che sia così.

Che dire, credo che tutte le ragazze della scuola siano ai suoi piedi. Il suo carattere scontroso, i suoi occhi scuri, il suo modo di fare è estremamente attraente.

Ma non per me, non per la sottoscritta.
Non trovo niente di attraente in lui. Le sue risposte mi mandano fuori controllo, così come il modo in cui mi prende in giro.

Smetto di pensare a un tale essere e corro verso la macchina di mio padre che mi sta aspettando.
《Buongiorno tesoro. Com'è andata la scuola?》mi chiede gentilmente.
《Tutto bene, come sempre.》affermo addentando un pezzo del panino che mi è avanzato.

Durante il pomeriggio, studio le materie in cui sono rimasta indietro e svolgo qualche esercizio.
Mi sto annoiando, fin troppo.
Quindi mi alzo e mi dirigo verso il balcone della mia camera.

Il tramonto mostra i suoi splendidi colori chiari che si mischiano fra di loro.
Rosa, arancio, azzurro, viola, poi ancora rosa.
Una serie di colori che mi trasporta, che mi fa seguire il movimento delle nuvole con gli occhi.

Per un momento li chiudo e mi godo gli ultimi raggi di sole che sfiorano la mia pelle.

Il mio telefono squilla insistentemente, interrompendo il mio piccolo momento di tranquillità.
Lo afferro e leggo sullo schermo il nome di Alicia e di Ivy.

Avrei così tante cose da raccontare loro, così tante piccolezze, tutte le mie mancanze.
Ma qui non riconosco più le mie amiche, perché mi chiamano solo quando se lo ricordano.
E pensare che mi avevano promesso di chiamarmi tutti i giorni.
Invece sono passate due settimane dall'ultima chiamata.

Decido di lasciar giacere il telefono sul letto e torno sul mio balconcino. Non ho voglia di parlare con loro in questo momento.

Mio padre mi risveglia dai pensieri con la sua calda voce, avvertendomi che la cena è pronta.
Do un'ultima occhiata a quella nuvola a forma di dinosauro e scendo in cucina insieme ai miei genitori.

《Tutto okay, tesoro? Ti vedo pensierosa.》chiede mia madre, scrutandomi con i suoi occhi chiari.《Mh, direi di sì... è solo che le mie amiche non si sono più fatte sentire.》

I miei genitori si scambiano degli sguardi preoccupati, tristi, come se in parte si sentissero responsabili di ciò che mi sta succedendo, del mio carattere scontroso, dei miei sbalzi di umore e della mia perpetua e continua tristezza.

Ed è così, di certo la colpa non è mia.

Sicuramente questo viaggio mi ha solo aiutata a capire che al posto delle mie migliore amiche, avevo di fianco due persone false. Delle perfette sconosciute.











Spazio autrice
Ciao ragazze! Domani Point of view di Caleb
🌟🌟🌟
Just enjoy it!

Fare a meno di te - animedifferentiWhere stories live. Discover now