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Continua imperterrito a guardare di fronte a sè, sembra pensare.
Ma io sto morendo dall'ansia.
Perché fa così?
《Caleb!》lo richiamo, facendolo riprendere dai suoi pensieri.
《Niente, Allie. Niente.》dice.
Poi si alza e comincia a gironzolare per la stanza, mentre si tiene il mento con una mano.

Visto da fuori potrebbe anche far ridere ma io, in questo momento, sono più seria che mai.
Che cosa gli prende?
E perché non mi dice cos'ha?

《Non sono stato io, Allie. Sarà stata Lydia, che ne so.》dice, prendendosi la testa tra le mani.
《No, impossibile. Non lo farebbe mai.》dico guardandolo con gli occhi a due fessure.
《Deve per forza esser stata Lydia. Non può essere stato chi penso...》borbotta tra sè.
《A chi pensi?》

Si ferma.
Sospira e si avvicina a me.

《A nessuno, Allie. A nessuno.》mi guarda negli occhi mentre con l'indice sfiora la mia mano.

La sua risposta non è rassicurante, ma la sua voce sì.
Il suo respiro mi culla e mi rilassa i nervi.

《Devi promettermi una cosa.》sussurra, mentre mi guarda le labbra.
《Cosa?》chiedo.
《Difenditi. Sempre.》afferma.
Mi scappa una risatina alla sua frase. Ma cosa sta dicendo?
《So già difendermi da sola.》ridacchio incrociando le braccia al petto.
È così strano come da un momento così serio siamo passati al ridere.
《No, Allie. Devi saperti difendere dall'imprevedibile.》continua, più serio che mai.
Sto per dire qualcosa che confuti la sua affermazione, sto per dirgli che so benissimo prevedere le mosse altrui, ma con un gesto veloce mi prende il polso, mi gira e mi blocca tra lui e la porta.
《Cosa stavi per dire?》sussurra, avvicinandosi al mio orecchio.
Il suo petto nudo è a contatto con la mia schiena e lo sento alzarsi ed abbassarsi lentamente.

《Okay. Adesso vediamo come scappi da una situazione del genere, anche se non mi dispiace questa posizione...》ridacchia.
E sento la sua risata rimbombarmi nelle orecchie.
《Piegati in avanti.》mi dice, ed io obbedisco.
I miei fianchi aderiscono contro i suoi e lo sento emettere un gemito.
Non credo sia stata una buona idea farlo.

《Ora mi pesti il piede...》e faccio finta di pestargli il piede.
《Okay, questa dovrebbe essere la parte in cui ti lascio un braccio e mi tocco il piede dolorante...》dice accompagnando il tutto con i movimenti.

《Ora che hai un braccio libero, mi devi colpire con il gomito sul torace.》e simulo quello che mi dice.
Mi lascia anche l'altro braccio e finge di piegarsi in due dal dolore.
Ridacchio al suo piccolo teatrino, è davvero buffo.
《Questa è una delle tante che dovrai imparare.》dice, ricomponendosi.
《Le imparerò. Mi farò aiutare da Lydia.》dico.
《Ti aiuterò io.》afferma serio.
《Lo farà Lydia.》ribatto assottigliando gli occhi e incrocio le braccia al petto.
《Fai come vuoi.》dice, e fa spallucce.

Mi prende per il polso e mi avvicina a sè con violenza.
《Non riuscirai mai a prevedere le mie, di mosse.》e torniamo a pochi centimetri di distanza.
《E non devi difenderti con me.》prende una ciocca dei miei capelli e me la porta dietro l'orecchio.

Rimango incantata dal suo tocco delicato e piacevole che mi trasmette calma.
Ma poi mi ricordo perché sono piombata in casa sua.

《Okay, ho capito.》faccio un passo indietro e lo guardo.
Restiamo a fissarci, uno davanti all'altro, per svariati minuti. E non c'è cosa che ci riesce meglio di guardarci.
Ognuno è perso nei propri pensieri, perso dietro al battito del proprio cuore, perso dietro il battito del cuore della persona che abbiamo davanti.
《Credo che sia ora di andare...》dico, dondolandomi sui talloni e interrompendo quel bel silenzio che si era creato tra di noi.

Perché non era affatto imbarazzante.
Era un silenzio che diceva più di quello che si può dire a voce.

《Scusa ancora per il disturbo, Caleb.》gli sorrido e rimango un attimo interdetta.

Fare a meno di te - animedifferentiWhere stories live. Discover now