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Passo il resto della serata a crogiolarmi su me stessa fino a che il sonno si imposessa del mio corpo.

La mattina seguente mi sento più affaticata del solito, nonostante abbia dormito di più.
Scendo le scale e vado a fare colazione in cucina assieme ai miei genitori.
Mio padre è al solito posto con il giornale sulle gambe e la tazza di caffè tra le mani, la mamma invece è già indaffarata tra le varie faccende da svolgere prima di andare a lavoro.

Non do loro neanche il buongiorno, mi siedo e comincio a mangiare la mia colazione in silenzio, sperando con tutto il mio cuore che non facciamo domande.
Ma, purtroppo, ci pensa la premura di mio padre.
《Va tutto bene, Allie?》mi chiede, alzando gli occhi dal suo giornale e guardandomi da sotto gli occhiali da vista.
《Sì, ho solo dormito poco bene.》mento, girando il cucchiaino nella tazza quasi vuota.

Mi alzo producendo un rumore stridulo con la sedia e vado a lavare i denti.
Poi mi dirigo in camera e infilo un paio di leggins e una maglia lunga, metto le mie Vans e appoggio sulle spalle un cappotto per assicurarmi di non avere freddo.
Lascio un bacio sulla guancia ai miei genitori con la consapevolezza che non li rivedrò prima di questo pomeriggio sul tardi, ed esco di casa.

Mi chiudo meglio nel mio cappotto, questa mattina il vento è gelido e tira forte.
Infilo le cuffiette nelle orecchie e lascio che la musica riempa la mia mente scacciando via tutti i pensieri che si sono accumulati nelle ultime sedici ore.
Non appena arrivo davanti ai cancelli della EastSide, mi dirigo con passo felpato verso l'entrata.
Non ho voglia di vedere nessuno, se non il banco su cui dovrò sedere per cinque ore.

Mi dirigo verso il mio armadietto e afferro i libri di letteratura, quando dietro di me sento i suoi passi pesanti.
Riconoscerei la sua camminata tra mille.
Il suo profumo mi arriva dritto in faccia nonostante io sia di spalle e il fatto che non si sia fermato, il fatto che sia passato senza neanche salutarmi, il fatto che tutto questo non sia uno scherzo, mi fanno tremare. Sento gli occhi riempirsi di lacrime e la mia gola chiudersi.
Faccio un lungo sospiro, cercando di riprendere il controllo del mio corpo, mentre rimango impalata davanti all'armadietto ancora aperto.

Quando Caleb si è allontanato abbastanza da farmi tornare a respirare regolarmente, stringo i libri al petto e mi dirigo verso la classe di letteratura.
Sono una delle prime e vado a prendere posto al solito banco, quello accanto alla finestra.
Trevor entra accompagnato da Liam e Bryan, e appena punta lo sguardo su di me il sorriso gli muore sulle labbra. Si dirige verso di me con uno sguardo preoccupato per poi sedersi al mio fianco.
《Come stai?》mi chiede, circondando le mie spalle con un braccio.
《Bene.》affermo accennando un sorriso.
《Dimmi la verità, Allie. I tuoi occhi parlano chiaro.》assottiglia gli occhi mentre mi punta un dito contro.

Non voglio mentirgli, ma non voglio neanche farlo preoccupare. Per questo indugio su cosa dirgli.

Per mia fortuna il professor Campbell entra in classe ponendo fine al nostro mini dialogo.
Trevor si allontana con sguardo perplesso mentre faccio finta di prendere le mie cose.
La mia disattenzione durante le lezioni comincia a farsi sentire, ho preso un'insufficienza nell'ultimo test e lo sguardo del professore è abbastanza deluso.
La campanella suona e tutti corriamo verso la classe successiva.

Vado il più veloce possibile per non incontrare Trevor perché non ho più voglia di tirare fuori questo argomento, basta il mio subconscio.

-

La mattinata passa lentamente e finalmente suona anche l'ultima campanella.
Mi faccio spazio tra la folla di studenti che brulica nella scuola e cerco di scappare da tutto quel chiasso.
Sono la prima a varcare la soglia dei cancelli e, proprio nella parte opposta alla mia, c'è Caleb che fugge verso la sua macchina.

Fare a meno di te - animedifferentiWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu