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《Lydia, questo non è un party per teenager. Non metteranno mai della musica movimentata.》ridacchio staccandomi da lei.
《Cosa?!》urla lasciando andare le sue braccia lungo i fianchi.
《È così, purtroppo.》sospiro guardandomi intorno.
E noto che i miei genitori mi stanno chiamando con un gesto della mano.
《Torno subito.》le dico, poi raggiungo mio padre.

Davanti a noi c'è un signore dai tratti familiari: capelli bianchi tirati perfettamente indietro con un filo di gel, un paio di occhiali tondi che contornano gli occhi scuri, una mascella prorompente e ben delineata e un naso perfettamente dritto.
La sopracciglia folte sono rilassate e mi guardano con curiosità, mi sorride mettendo in mostra i denti perfettamente allineati mentre tiene nella mano sinistra un calice semi pieno di vino bianco.

《Allie, lui è il signor...》comincia mio padre.
《Puoi chiamarmi Tom.》lo interrompe l'uomo, con una voce profonda e seria.
《Lui è Tom.》dice mio padre, visibilmente imbarazzato.
Mi stringe la mano con decisione ma senza farmi male mentre io lo guardo incuriosita.
È sicuramente un bell'uomo. Vestito di tutto punto, professionale e formale. Fisico e aspetto curato.

《È proprio una bella ragazza.》dice sorridendomi dolcemente.
Questo suo sorriso ha un non so che di tetro, che mi incute paura.
《Bene, possiamo spostarci verso l'altra sala.》dice, rivolgendo la sua attenzione ai miei genitori.

Mi tagliano fuori con due parole striminzite, ma non posso esserne più felice.
Torno da Lydia, che ha cominciato a parlare con un ragazzo sulla ventina.
《Hey, amica. Tyler è proprio simpatico.》borbotta mettendogli un braccio intorno al collo.
Mi sa che ha bevuto qualche flûte di troppo.
Corro in soccorso del povero ragazzo che è di un colore misto al rosso e al rosa in viso e gli allontano Lydia di dosso.
《Perdonala. È un tantino... sbadata.》dico sorregendola per un braccio.
Il presunto ragazzo si sistema gli occhiali sul naso e sembra calmarsi dal suo stato di trance.
《Non preoccuparti.》dice, e poi se ne va.

Lydia.
Come può ridursi in questo stato in soli dieci minuti?
È ubriaca in una festa frequentata da gente di lusso, che ti squadra per il minimo errore.
Devo assolutamente farla riposare, o i miei genitori faranno una brutta figura agli occhi del signor Tom.
Solo a pensare a quell'uomo mi vengono i brividi.

Cerco di sostenerla, cerco di farla sembrare normale agli occhi della gente e corro al piano superiore.
Come già intuivo, qui non ci sono delle vere e proprie camere perché, ahimè, non siamo nè in una casa nè in un hotel. Cerco disperatamente una stanza, o un posto dove posso lasciarla riposare.
Poi vedo una porta con su scritto "Privato".
Mi ci catapulto dentro e come pensavo, ci sono dei letti e un piccolo bagno.

Questa sarà sicuramente una delle camere del personale che lavora in questa struttura, ma poco mi importa. La utilizzerò solo per questa sera, prima dell'una di notte la sgombrerò.
La accompagno sul letto cercando di non farla cadere e le sistemo la testa sul cuscino.
《Allie, dammi il bacio della buonanotte.》dice spingendomi verso di lei.
Riesco ad allontanarmi pima che le nostre labbra si tocchino e le rimbocco le coperte.
《Non credo sia una buona idea.》ridacchio mentre mi siedo di fianco a lei.
《Ed ora cerca di riposare.》
Nel giro di due minuti si addormenta e la prova che mi da la certezza è il fatto che stia russando.

Dalla finestra mi perdo nel blu profondo del cielo, nella miriade di stelle posizionate qua e là, nella nuvola che copre in parte la luna.
Non vedo l'ora di tornare a casa, perché qui non mi sento bene.
Questo non è un posto adatto a me.
E inoltre i tacchi mi stanno massacrando i piedi.
Mi risveglio dai miei pensieri e mi alzo dopo un sospiro.
Sistemo bene il vestito lungo le gambe, prendo la chiave posta sul piccolo comodino e chiudo Lydia dentro, in modo che nessuno entri e che lei non esca, poi la infilo nella borsetta e torno al piano di sotto.

Fare a meno di te - animedifferentiWhere stories live. Discover now