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Spiegai i diversi fogli scritti a mano, chiusi gli occhi, inspirai a fondo, li aprii di colpo.

Non ce la facevo.

Non potevo farlo.

Non riuscivo a leggere. Nemmeno a riconoscere la calligrafia.

Ero di fronte al mio peggiore incubo e ora dovevo ascoltare la sua ultima confessione.

Chiusi la lettera, la accartocciai tra le dita. La buttai in un angolo della stanza.

Mi alzai dal letto.

Bevvi un sorso d'acqua.

Mi rimisi sdraiata.

Speravo che, ovunque fosse, soffrisse almeno la metà di quanto stavo soffrendo io.

Era tutta colpa sua.

Se avevo il vento nel cuore.

Se non riuscivo ad amare nessuno.

Se la mia vita privata era un disastro.

Se avevo puntato tutto sulla carriera.

Se avevo sacrificato sempre i miei sentimenti.

Mi alzai, istintivamente il mio cuore mi suggeriva di prendere una decisione: quella lettera o finiva a bruciare nel fuoco, o avrei dovuto leggerla.

Ma questa volta sarei stata coraggiosa e avrei guardato in faccia la realtà: nessuno poteva salvarmi, se non io, dovevo farlo solo per me, solo per la mia sanità mentale.

Mi morsi un labbro, raccolsi le pagine accartocciate, d'istinto le stirai alla bell'e meglio.

Mi gettai sul letto e, col cuore in gola, presi a leggere:

Cara Chloé,

probabilmente sono l'ultima persona da cui vuoi avere notizie. So che, anche se mai ci rivedremo, non avrò mai l'opportunità di dirti tutto ciò che voglio dirti a voce alta, guardandoti negli occhi.

Forse non ne avrò il tempo e, di certo, non ne avrò il coraggio.

Ho paura che, in quei tuoi meravigliosi occhi blu, troverei solo rabbia, rancore o, peggio ancora, indifferenza.

So che hai imparato a vivere senza di me.

Ho sempre sperato di poter essere un appiglio, una speranza, un'ancora di salvezza, ho sperato di essere un porto sicuro, qualcuno sul quale avresti sempre potuto contare. Ma adesso so di averti allontanato e, allontanandoti, ho coscientemente rinunciato ad avere un rapporto con te.

Non te ne ho dato l'opportunità, non te l'ho concesso.

All'epoca, pensavo fosse giusto così.

Pensavo fosse il meglio per te, pensavo che, allontanandoti, avresti ripensato ai tuoi errori e, prima o poi, mi avresti chiesto scusa. Prima o poi, saresti tornata da me, perché non potevi andare da nessun'altra parte.

Non credere che non sappia quanto abbia preteso da te l'impossibile: in questi anni di alti e bassi, ho avuto molto tempo per riflettere.

E so che ti devo delle scuse.

Scusa per essere stato spesso assente.

Freddo.

Distaccato.

Duro.

Pressante.

Pesante.

Intimidatorio.

Un gioco da ragazzi - PRIMO INSTALMENT DELLA STORIA DI GABRIEL E CHLOÉWhere stories live. Discover now