67 . Ora o mai più

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Wanda Mximoff stava immobile come un cane da guardia, scrutava Astrid con occhio attento, i piedi ben saldi al pavimento, i muscoli rigidi e pronti a rispondere, gli occhi truccati stretti in due fessure sospettose.

Astrid invece non era concentrata su di lei. Quel tremolio del terreno e i pizzicori, se li ricordava da quella volta che aveva steso il gigante. Iniziò a pensare che un certo Dio dell'Inganno stesse agendo senza il suo ausilio. Da una parte era un sollievo, perchè almeno non avrebbe fatto fatica  per trovarlo. Le sarebbe bastato pronunciare il suo nome, probabilmente, e Loki sarebbe apparso alle sue spalle come sempre, pronto per compiere lo scambio accordato. Doveva solo disfarsi di Wanda e correre verso l'uscita. Ma come?

Non poté fare altro che pensare al Capitano. La sua faccia da tutore apprensivo rivitalizzò l'immortale senso di colpa che le tentacolava nello stomaco come un verme solitario. Se fosse stato presente, le sarebbe rimasto appiccicato per tutto il tempo, come faceva sempre. Eppure non era lì. Forse stava iniziando a stancarsi di lei. Forse si era stancato di esasperarsi. Forse si era rassegnato. Doveva essersi trovato davanti ad una scelta e quella volta non era stata lei. Il che, in quel momento, le faceva molto comodo, ma l'idea le scatenò una sensazione indesiderata di perdita. Era davvero pronta a trovarsi di nuovo contro tutti?

Il terreno si scosse di nuovo per un breve istante, fu una scossa più violenta e improvvisa. I neon che schiarivano la parte del salone dove non arrivava la luce naturale, occhieggiarono. Le valigie sul tavolo e le sedie emisero un gracidio assieme ad una simultaneità di scricchiolii, tintinnii e lamenti metallici, come se tutto l'edificio si stesse torcendo su sé stesso.

-Antisismico, eh? - borbottò Astrid sollevando lo sguardo verso la luce che filtrava dalle vetrate che d'un tratto si stava spegnendo, come se davanti al sole si fosse sdraiato uno spesso manto opaco. Astrid e Wanda si guardarono per la prima volta senza competitività.

-Questo non è normale.

-Manca solo che un mostro di dieci metri sbuchi dal pavimento. - ironizzò Astrid convinta che non fosse possibile perchè Loki, per richiamare quel coso aveva avuto bisogno del Tesseract e quello era davanti a loro, racchiuso in una valigia a lucchetto elettronico.

-Come quello che era addormentato nella Torre Avengers?

Astrid saltò in piedi. Wanda fece un passo indietro.

-Che c'è?

-Addormentato?

-Sì, addormentato.

-Come fai a dire che era addormentato?

-Perchè... sognava...

Non si soffermò sul fatto che una creatura così stupida e animale fosse in grado di sognare. Il motivo per cui potesse ancora farlo era più rilevante. Perchè non ci aveva mai pensato? Perchè avevano dato per scontato che ormai quel bestione fosse innocuo? Come avevano fatto a non pensare che poteva tornare utile a quello psicopatico intergalattico? Loki aveva sempre saputo dove lo tenevano nascosto ed era andato a richiamarlo proprio quando la difensiva era dispersa. Un piano perfetto. Forse nato per caso, ma c'era un motivo se Loki, che sapeva pazientemente nascondersi nel dubbio e nella falsa quiete, cadeva sempre in piedi. Che errore avevano fatto! Non erano caduti nel tranello, ci si erano tuffati a capofitto! Com'era che Fury e il Capitano e tutti loro si erano lasciati sfuggire un dettaglio così pericoloso?

D'un tratto si sentì il portone sbattere, due paia di piedi correre. Pietro apparve con una scia, i capelli argentati tutti spettinati, una faccia sconvolta.

-Tutti fuori! Uscite tutti! - urlava la voce di Clint rimbombando nel corridoio. Astrid e Wanda si affacciarono nel corridoio. 

-Avevi detto che era antisismico.

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