18 . Mutaforma

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Dall'asfalto si alzava un calore innaturale. C'era puzza di gomma e asfalto bruciato. L'aria era rarefatta e grigia, appesantita dalle polveri della cenere. Il cielo si era scurito come per l'eruttazione di un vulcano e la coltre fitta non faceva passare i raggi solari. Era calato il buio in pieno giorno. Il mostro aveva lasciato le sue impronte solcando la strada con il peso delle zampe e ora le strade erano un cumulo di macerie bucate qua e là da fossi circolari.

Astrid corse mentre gli Avengers si spostavano e saltellavano in una coreografia disomogenea.

Il gigante doveva essere alto almeno dieci metri perché riusciva a intravederlo aldilà delle case. Ogni suo passo era un rombo e un tremolio del terreno.
Non appariva molto intelligente. Si dimenava come un gatto travolto dal sentimento della caccia. Un grosso gatto grasso e pigro che cercava di agguantare degli insetti fastidiosi.

Astrid fece un respiro profondo. Anzi ne fece due. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto. Non conosceva nemmeno i limiti dei suoi poteri. Forse si stava già pentendo. Un pezzo di cemento e ferraggia le tagliò la strada, esattamente davanti ai suoi piedi. Si rese conto che se non avesse indugiato sarebbe stata tranciata e tutta quella scena di coraggio si sarebbe estinta in una tragicomica.

-Sullivan! Cosa stai facendo?!

La voce del Capitano le fece rizzare la pelle. Era ancora più irritante e invasiva attraverso l'auricolare. In men che non si dica se lo ritrovò davanti.

-Ho pensato che vi servisse il mio aiuto.

-Ecco la mia ragazza! Benvenuta alla festa! – la voce di Tony Stark non era mai stata tanto vivace. Atterrò davanti a loro.

-Stark, la incoraggi troppo. Le avevo ordinato di rimanere con il dottor Banner!

-Il dottor Banner non ha bisogno della badante. Non ancora.

-Dobbiamo discuterne adesso? – si aggiunse Natasha da lontano. Astrid non riusciva a vederla. – E comunque, se posso dire la mia, sono d'accordo con Tony col dire che ci può essere più utile lei che Banner.

-Cos'è questa storia? - dissentì il Capitano alterato.

Il gigante ruggì. Prese in pieno un edificio con una gomitata. I pezzi volarono ovunque e alcuni si trasformarono in meteore incendiate.

-Sullivan, ritorna al Quinjet. Natasha, assicurati che non esca.

-Sono un attimo impegnata! - informò quella prima di fare eaplodere qualcosa.

-Non ci penso proprio! - protestò Astrid.

-Uuuh! - esclamò Tony nella sua armatura.

Il Capitano fece un passo avanti a lei. Aveva gli occhi rimpiccioliti, le labbra gli si indurivano in uno spasmo di rabbia.

-È l'ultima volta che te lo dico.

Astrid restò ferma a sfidarlo. Stava rischiando? Non le interessava, sapeva di stare facendo la cosa giusta.

In quel momento il gigante ruggì molto vicino.

Iron Man schizzò in volo. Il Capitano spinse Astrid fuori dalla traiettoria. Un pugno di fuoco spaccò il terreno, un'ondata di energia penetrò nelle membra di Astrid e si sentì rigenerata.
Il mostro si voltò nella loro direzione, sollevò di nuovo il pugno, questa volta su di loro. Il Capitano preparò lo scudo sulle loro teste che suonò come un gong propagando un'onda d'urto che fece volare tutto ciò che c'era attorno a loro.
Captain America spinse con tutte le sue forze la pressa antagonista del gigante. Astrid allungò i palmi e risucchiò le fiamme. Si spostò dalla protezione dello scudo e si aggrappò al polso mastodontico inglobando più calore possibile. Ben presto le fiamme si spensero e il pugno fiammante che aveva colpito il Vibranio stava diventando freddo e spento.
Proprio mentre Astrid provò a fare qualche passo avanti per avvicinarsi di più al petto in cui pulsava il nucleo, il gigante la spazzò via come una mazza da golf contro la pallina.

Astrid roteò in aria in direzione di un tetto. Iron man la prese al volo.

-Ci stavo riuscendo, dannazione!

-Sì, se n'è accorto anche lui. Hai un'altra idea?

-Veramente sì. Mi dà un passaggio?

-Vuoi tornare a casa?

-Assolutamente no!

-Quindi? A cosa stai pensando?

-Ho bisogno di arrivare al cuore!

-Non mi posso avvicinare troppo, i miei circuiti salterebbero!

-Riesce a farmi atterrare sulle spalle?

-Sei impazzita?

-Se lo manterrete distratto ci vorrà solo una manciata di minuti.

-Mi hai convinto.

Iron Man spinse più in alzo. Planarono sulla figura ciclopica che emanava un tanfo e un calore insopportabili.

-Sei pronta? Ti lascio andare!

Le mani metalliche si aprirono. Astrid scivolò in basso e dovette aggrapparsi alla prima squama o protuberanza che fuoriusciva dalla corazza bruna. Si arrampicò, pericolando con i piedi nel vuoto, tanto che ogni movimento della bestia era un'oscillazione violenta che la faceva dondolare come un pendolo. Appena trovò un posto per i piedi, in una posizione precaria, ficcò le dita tra le fessure della corazza ruvida. Una massa molliccia e radioattiva scorreva tra le venature, in profondità. Deglutì il disgusto e cominciò a rubare l'energia dei cavi viscidi. La bestia cominciò ad agitarsi più inquieta. Probabilmente non era solletico ciò che percepiva. Si inginocchiò a terra.

-Vai così! – la incitò Stark che volava sulla sua testa, non troppo vicino per non essere coinvolto, ma abbastanza per intervenire in fretta in caso di bisogno.

-Ci sono quasi! - esclamò Astrid, ma qualcosa la distrasse. Dal momento in cui aveva cominciato ad assorbire il calore, la sua pelle stava reagendo in modo insolito. Una patina nera come il carbone iniziò ad avvolgerle le mani e le braccia, venata da disegni fosforescenti che si attorcigliavano e si intersecavano tra loro come le crepe del mostro, ma in miniatura. Staccò una mano e la macchia si ritrasse fino a scomparire da dove era apparsa. Cos'era stato? Il panico iniziò a pervaderla e non riuscì a tornare all'obbiettivo.

-Astrid, tutto ok?

Non era tutto ok. Il gigante si agitò in avanti e lei finì col muso nella lava. La sputò come se si fosse immersa in un secchio d'acqua e le fosse entrata nelle narici. Strinse la presa e si chiese se anche la pelle del viso si era ricoperta di quella patina. Uno scossone violento la disarcionò. La mano del gigante la colpì involontariamente per grattare via il fastidio e Astrid aggiunse il terreno senza alcuna ammortizzazione.

Neve E Cenere | MARVEL ❶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora