55 . Tattiche di fuga

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Si mossero con cautela nell'ospedale. Astrid riuscì a passare inosservata, mimetizzandosi dietro una famiglia, tra una coppia di fratelli adolescenti che camminavano tutti imbronciati dietro i propri genitori. Una volta dentro, il Capitano salì verso il primo piano. Astrid gli andò dietro a passo meno spedito, fingendo di non essere assieme a lui e accertandosi ad ogni metro che nessuno li stesse osservando.

-Smettila di guardarti attorno in questo modo. Attirerai l'attenzione. - la rimproverò lui, a bassa voce, tirandola in un angolo nascosto.

-È pieno di soldati.

-Li ho visti anch'io.

Steve si affacciò al muro. Il corridoio brulicava di agenti dello SHIELD armati e imbracati. Molti circondavano la sala in cui Fury doveva essere stato portato d'urgenza.

-Lo stanno operando là dentro.

-Dobbiamo pensare alle tue ferite. Vieni.

Steve seguì un medico che si dirigeva verso l'ala speculare.

-Scusi?

L'uomo si voltò accigliato, continuando per il suo tragitto. Sembrava aver fretta.

-Ha bisogno?

-Lei è un chirurgo?

-Sì, sono un chirurgo.

Steve lo acchiappò violentemente da un braccio e lo spinse in una camera che si scoprì fosse un ambulatorio di scarsi metri quadri con un lettino, una scrivania, una libreria, alcuni poster di anatomia appesi agli spazi vuoti dei muri bianchi assieme a una moltitudine di disegni infantili, qualche attrezzo vario piazzato agli angoli, una pianta, uno scaffale con cassetti e ante di vetro da cui si poteva intravedere faldoni e libri vari.

-Ma cosa fa? Come si permette?! - si ribellò l'uomo, che non sapeva ancora con chi aveva a che fare.

-Chiudi la porta. - ordinò Steve ad Astrid, ignorando completamente il balbettio indignato del dottore.

-Cosa volete fare? Questo è sequestro di persona! Potrei denunciarvi!

-Lo faccia pure, ma prima deve ricucire il ventre della ragazza.

-Io non faccio proprio niente! Ora chiamo la sicurezza! - si impuntò il chirurgo. Fece per prendere la porta, ma Astrid gli bloccò il passaggio con la sua persona, braccia conserte, sguardo severo e una benda su metà volto. Lo prese e lo schiacciò al muro, un bisturi al collo.

-Così è esagerato.

Astrid si voltò verso Steve stranita.

-Cosa? Mi hai detto tu che avremmo usato le maniere forti!

-Ho detto "se ci sarà bisogno". Non c'è bisogno ora.

-Oh, dai!

-Il dottore ci aiuterà...

-Il Dr. Davis! - rispose il dottore con le mani in alto, la fronte sudata.

-Il nostro illustre Dr. Davis ci aiuterà volentieri. Non ci sarà bisogno di minacciare e non ci sarà bisogno di chiamare la sicurezza. Siamo d'accordo?

Astrid guardò il dottore. Il dottore le sorrise spaventato.

-Ora lascialo andare.

Astrid ci pensò un pochino prima di allontanarlo, delusa.

-Cosa le serve?

-Un filo da sutura, un ago sterile e un anestetico locale...

-Li abbiamo. - fece Astrid che nel frattempo aveva rovesciato mezzo scaffale. Agitò in aria le confezioni sigillate.

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