69 . Gravità

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Le orecchie fischiavano mentre il vento umido le premeva sugli occhi e i suoi piedi venivano risucchiati dalla gravità terrestre. Astrid pensava a quanto brusco sarebbe stato l'impatto al suolo, a come le sue ossa si sarebbero spezzate, a quanto le sue giunzioni si sarebbero piegate, a quale posizione innaturale e squallida i suoi arti avrebbero scelto di fermarsi attorno al suo corpo scomposto adattandosi all'orizzontalità compatta del cemento. Il vento non era così forte da soffiare la sua caduta verso l'acqua, benchè la cascata non fosse troppo lontana dal punto di arrivo. Stava precipitando verso un blocco grigio e rigido che non si sarebbe spostato.

Loki le aveva chiesto un gesto di estrema fiducia, prevedendo che non avrebbero avuto altro tempo per accordarsi e sicuramente sarebbe stato svantaggiante parlarne in pubblico. Così, si era lanciata senza pensarci due volte. In quei millesimi di secondo in cui il suo cervello elaborava freneticamente ogni scenario finale possibile, si rese conto di cos'era stata capace di fare solo per perseguire un puro interesse personale.

Tutte le immagini delle ore precedenti si scagliarono nella foschia candida e si fusero in una sensazione di estremo disagio, qualcosa che strisciava sotto la compagnia del suo immortale senso di colpa, si arrotolava attorno alla vergogna e si strusciava contro il disgusto che provava per la versione peggiore di sè stessa. Era riuscita  un'altra volta a distruggere ogni cosa. 

Era sempre stata Samantha a tirarle le briglie per evitare che mettesse in atto le idee malsane che le venivano in mente. Le aveva sempre fatto un po' da mamma o da sorella maggiore su quel versante. Ad Astrid era venuto a mancare l'unico punto stabile che la teneva letteralmente con i piedi per terra. In qualche modo, senza volerlo, si era ricreata la stessa dinamica con la sua nuova famiglia, ma né Stark, né il Capitano, né Natasha erano stati in grado di raffreddare la sua indole impulsiva. Semplicemente mancava un'incognita all'equazione, l'ingrediente segreto a cui, a quanto pareva, solo Samantha era venuta a conoscenza. 

Astrid poteva sentire la sua voce sgridarla come avrebbe fatto il Capitano, analizzando in silenzio ogni sua risposta come avrebbe fatto Natasha. Nessun sorriso complice l'aspettava stavolta, sicuramente non come quello che si spalmava sulle labbra di Tony dopo una bravata o per aver "interpretato" un ordine. Samantha era andata e ora non poteva più rimpiazzarla con nessuno perchè aveva eliminato tutti i sostituti. Da quel momento in poi la strada sarebbe tornata ignota e minacciosa e non ci sarebbe stato nessuno a farle da cuscinetto nel momento in cui sarebbe inciampata. Non che l'avesse mai chiesto, ma riscoprire una nuova libertà, una vera, così pura da essere ancora più rischiosa, in aggiunta alla sua instabilità interiore, era nello stesso tempo ciò che aveva sempre desiderato e ciò che probabilmente avrebbe creato più disastri del previsto.

Lo realizzò mentre sentiva il peso del corpo abbandonato ad una forza inarrestabile. Aveva ben presente il traguardo, ma come le appariva chiaro sotto di lei, ciò che stava perdendo si allontanava sempre meno indolore. Per un istante desiderò che la gravità si invertisse. Pensò alla faccia di Tony, alle sue mani e a quegli occhi lucidi che aveva avuto davanti per un tempo che le era scappato in uno scatto, come una lucertola su un muro. Se n'era appena accorta, come se non fosse stata davvero di fronte a lui, come se non fosse stato meno di un minuto prima. E avrebbe giurato di aver avvertito un tocco metallico mentre si buttava, contro i polpastrelli della mano sana che fluttuava sulla sua testa insieme alla gemella addormentata e per quel frangente lungo quanto il principio di un'emozione aveva desiderato che il braccio di Iron Man la tirasse su. Ma poi? Sarebbero tornati a casa insieme davvero? Forse avrebbero tenuto all'oscuro il Capitano di quel pomeriggio, ma nella testa di Astrid sarebbe perdurato il solito caos irrisolto.

Scivolava nell'ignoto ora, alla fine non poteva fare altro che abbandonarsi alla fluenza dell'aria e pregare che almeno uno dei due bugiardi fosse rimasto fedele alla parola data. La figura di Loki brillava dentro un'aura blu sotto di lei e aveva cominciato a svanire. Mancavano poco più di tre metri e lui l'avrebbe abbandonata lì, a infrangersi al suolo come le gocce d'acqua che si staccavano dal flusso e andavano a morire sul secco. Forse sarebbe stato meglio che fosse finito tutto con quel salto, con un ennesimo tradimento. Tutti i problemi fino a quel momento erano nati da lei. Gli Avengers non avevano bisogno di un ingranaggio difettoso.

Neve E Cenere | MARVEL ❶Where stories live. Discover now