44 . Punizione

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I tacchi a spillo scesero dall'auto e cominciarono la loro tratta tra i flash dei giornalisti e la ressa dei curiosi. I capelli chiari, freschi di parrucchiere, tutti raccolti in una pettinatura semplice. Il rossetto ciliegia a curvare le labbra in un sorriso faticoso, contrariato, le lenti scure a nascondere il mascara inumidito. Il bodyguard si fece strada per lasciar passare la sua signora tra la ressa. Prestava la sua voce per scusarsi, chiedere permesso e rifiutare dichiarazioni, ma quando entrambi si trovarono davanti ad un muro armato, si fece da parte.

-Cosa significa che non posso passare? Sa chi sono io?

-Non abbiamo l'autotizzazione di far entrare nessuno fuorchè i parenti stretti. Mi dispiace.

-Io sono la figura più vicina ad un parente che ha! Ha bisogno di me!

La donna in tailleur si spinse oltre, letteralmente, sgomitando tra le spalle delle guardie, ma loro la respinsero indietro.

-Signorina, stia al suo posto!

-Non mi tocchi! Mi levi le mani di dosso, immediatamente! - strillò la donna.

-Per piacere, non mi costringa a farla allontanare con la forza!

-Ma come si permette? Ad una donna! Ad una signora! Guardi, chiamo la sicurezza!

-Sono io la sicurezza, signora...

-Che sta succedendo qui?

Il Comandante Fury aveva sentito gli schiamazzi e la sua intuizione su chi possedesse una voce tanto squittente era giusta.
La donna si sistemò una ciocca fuori posto, si stirò la giacca con le mani, come per recuperare classe e voce in capitolo, dimenticati sdegnosamente attimi prima per la frustrazione. Le guardie si portarono una mano orizzontale alla fronte.

-Comandante!

-Sì, comandante! Io sono...

-Signorina Potts! Posso esserle utile?

-Sì, signore. Grazie a Dio! Si dà il caso che i suoi uomini non facciano il loro compito a dovere! Io ho il diritto di ricevere informazioni sulla salute del signor Tony Stark e ad assistere all'operazione a cui verrà sottoposto come tutti gli altri!

-In primo luogo, signorina, - iniziò l'omone con calma professionale. - i miei uomini stanno eseguendo ordini da me stabiliti, per la sicurezza di tutti e del signor Stark in primis. Secondo: non mi risulta che lei sia una parente, nè tantomeno che il signor Stark sia sposato. I termini credo siano stati esposti chiaramente.

-Sì, ma saprà bene, come conosce il nome, che io sono stata la segretaria del signor Stark per molto tempo e in quanto tale...

Fury si mise a ridere. "Segretaria" era decisamente un eufemismo.
La donna si impettì, le gote cominciarono ad arrossire. Impuntò i tacchi tra i due uomini che le impedivano il passaggio. Alzò un dito appuntito verso il volto del Comandante che non si mosse di un millimetro. Egli la scrutava dall'alto dei suoi quasi due metri, come un cecchino dalla sua torre. Non mosse un muscolo. Le mani sui fianchi, ascoltò la vocetta che si imponeva per riconquistare la sua ragione.

-In quanto tale! - riprese, tutta paonazza. - Sono a conoscenza di tutti gli interventi che il signor Stark ha subito al torace e al cuore, del funzionamento del reattore, delle possibili conseguenze riguardanti la disinstallazione. Tutte le informazioni che potrebbero essere utili e necessarie per effettuare al meglio l'operazione sono state archiviate nel database di JARVIS e solo io posso accedervi, oltre a Tony Stark stesso.

Fury attese un secondo di più prima di rispondere, fingendo di pensarci su, per farla sbollire, per non dare l'impressione di essere stato rimesso in riga da una donnetta e evidenziare il titolo maggiore che gli affidava la direzione e il controllo di tutto ciò che accadeva in quello stabile. Alzò le sopracciglia, rassegnato.

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