45 . Torto o ragione

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Astrid emise un urlo di spavento e saltò. Loki le girò attorno, studiandola con i suoi occhietti da serpente e le labbra sollevate in un sorriso come se gli eventi fossero perennemente dalla sua parte.

-Vedo che ti sei ripresa.

Astrid lo spinse lontano da lei.

-Che cosa vuoi ancora da me?!

-Oh... E sei furiosa! Hai rotto una sedia. Guarda che macello. Ti consiglio di spegnere il gas. Non vorrai far esplodere anche la casa del Capitano.

Astrid guardò il fornello, guardò Loki. Ne fu contrariata, ma constatò che avesse ragione. Chiuse la manopola e pulì il caffè che era scivolato ovunque.

-Ha altro di cui preoccuparsi. - mormorò raccogliendo il dispiacere di aver sprecato una tazza di caffé.

-E tu? Chi si occupa di te? Ti hanno abbandonata di nuovo.

Astrid deglutì. Aveva il cuore a mille. Lo sentiva battere così forte che le rimbombava anche nella testa. Non temeva più la presenza di Loki, ma le sue insinuazioni.

-Non ho bisogno di nessuno per ucciderti.

-Adoro il tuo rancore. Ti fa sembrare pericolosa.

Astrid sbatté la moca nel lavandino. La mano le fece male, ma provò come un piacere masochistico.

-È colpa tua!

-Il danno maggiore lo hai fatto tu, a quanto pare.

-Perchè non mi hai uccisa? Non posso vivere pensando di averlo... - ingoiò la parola, non poteva pensarci - Ti sei preso persino i miei poteri. A cosa ti servo cosi?! Ti stai divertendo?!

Astrid aveva la voce rotta dal pianto. Una lacrima le ferì il volto. Loki strizzò le sopracciglia. La fissò ancora un poco. Parve deluso o leggermente contrariato.

-Non sono stato io a privarti dei tuoi poteri.

-Ma piantala! Non vedevi l'ora di vedermi distrutta!

-Credimi. Se fosse stata opera mia sarei onorato di rivendicarla.

Il tempo sembrava essersi fermato in quella stanza. Astrid non capiva se Loki la stesse raggirando. Era molto bravo a mentire e non ci sarebbe cascata.

-Se non sei stato tu, allora chi?!

Le labbra del Dio degli Inganni si schiacciarono in un sogghigno. Eccolo lì, era tornato a giocare.

-Un'informazione così preziosa va meritata.

Astrid era stanca. Per un attimo pensò di stendersi sul divano ed ignorarlo finché Natasha e Steve nons sarebbero tornati a prenderla. Invece rimase immobile.

-Non avrai niente da me.

Loki alzò gli occhi al cielo, mostrò di nuovo una discrepanza emotiva con il suo solito fare paziente e calcolatore.

-Come sei noiosa. E stupida! Sei senza poteri a un passo dal tornare in cella e non cogli alcuna occasione per risolvere questa situazione al più presto!

-Io non gioco sporco.

-Tu non sai cosa vuol dire giocare sporco!

-Se non vuoi parlare, non mi importa. Lo scoprirò da sola!

-Confinata in queste quattro mura? Inizia pure a rovistare nella credenza. Magari troverai qualcosa di interessante nascosto tra le spezie. O magari sotto il tappeto, nel fondo di quel vaso!

Era dura ammetterlo, ma Loki aveva ragione. Se fosse rimasta là dentro non avrebbe scoperto un bel niente. Ma di uscire, non se ne parlava. Lo SHIELD l'avrebbe catturata di nuovo e questa volta non sarebbe stato clemente. Aveva bruciato la sua ultima possibilità. E poi lo aveva promesso al Capitano. Non poteva tradirlo in quel modo, non dopo quello che aveva fatto per lei. Avrebbe avuto la possibilità di lasciarla lì sul pavimento e chiamare Fury all'istante, ma non l'aveva fatto. Si era preso cura di lei e non poteva dimenticarlo.

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