Astrid mise a fuoco le ultime dita di superalcolico nel fondo del contenitore. Corrucciò le sopracciglia. Stava già finendo? Proprio quando iniziava ad essere quasi buono.

-Un altro astemio. Che noia!

-Non gradisco in generale le inconsistenti bevande che si usano degustare su Midgard.

-Giusto, perché tu sei un Dio!

Astrid squadrò Loki mentre sorrideva con quell'incredibile solco lungo la bocca che era il suo biglietto da visita.

-Allora? Sei venuto per deridermi?

-Sono qui per aiutarti.

-Ah! Il mio salvatore! - lo schernì lei sarcastica.

-Questa resistenza ti consuma.

Astrid decise di stare al gioco per noia, per stanchezza, per curiosità, perché non aveva nulla da perdere. Si sfregò un occhio, sospirò per ricomporsi, ma gli veniva da ridere.

-Cosa mi proponi?

-Io posseggo qualcosa che brami. Tu la capacità di procurarmi ciò di cui necessito.

-Vuoi il Tesseract per la fiala? Non puoi procurartelo da solo?

-Se sapessi dove vengono custoditi non sarei qui a chiederti uno scambio.

Loki fece una faccia che sembrava celare la soluzione proibita e allo stesso tempo la più pericolosa e attraente. Affondò la schiena nel divano in pelle. Attorno a lui, tutto sembrava costruire un'ambientazione lugubre e raccapricciante. Persino un semplice divano sembrava un trono degli Inferi.

-Fammela vedere.

Immediatamente, nella mano del Dio apparve la fiala scura. Astrid poggiò la bottiglia e il bicchiere sul pavimento, giocandoci col dito. Ci stava pensando davvero, come l'ultima volta. E non era la sbronza. Stava pensando seriamente a come avrebbe dovuto muoversi per far funzionare tutto, per non essere scoperta. Lo scontro aperto e più temuto era inevitabile in ogni scenario alternativo.

-Tu hai bisogno dei tuoi poteri. È tuo diritto riaverli indietro.

Il sorriso di Loki si illuminò nel buio come una serie di piccole lucide mattonelle bianche.

-Io ti conosco, Astrid. Più di quanto tu creda. E so che tu non appartieni a questo mondo. Se rimanessi qui, anche non volendo, finiresti per distruggere questo piccolo pianeta.

-Come fai a sapere queste cose e perché me le stai dicendo?

-Perchè sei come me.

-Okay. È un'altra balla delle tue.

Loki si piegò in avanti, i gomiti sulle ginocchia, i palmi l'uno di fronte all'altro. Un laccio di fili luminosi dorati e verdi fluì dai polpastrelli e si intrecciò in uno scarabocchio nell'aria. Astrid schivò il bicchiere e gattonò verso di lui per guardare meglio. Non aveva mai visto una cosa del genere. Era diverso dal potere di Wanda. Non sapeva in cosa, ma era diverso. Lo percepiva... Come se si fosse insediato sotto la sua pelle. Lo sentiva muoversi come un pizzicore tra i muscoli e le ossa. Era una sensazione strana e anche piuttosto inquietante, ma quel gomitolo di luce era meraviglioso da guardare mentre si attorcigliava su sé stesso, come fosse vivo. Voleva toccarlo e scoprire se fosse fluido o fosse costituito di pura energia.

-Cos'è?

-Noi lo chiamiamo Seiðr.

-È quella cosa che ti permette di cambiare aspetto, attirare oggetti, farli apparire e sparire dal nulla?

-È un tipo di magia. E fa molto di quello che hai detto.

-Come fai a farlo?

-Non “si fa”. È un'arte che viene tramandata di generazione in generazione dai maestri delle Arti Magiche degli Aesir, su Asgard. Mia madre ha insegnato a me. È davvero curioso che tu sia capace di plasmare il tuo aspetto tramite la magia. Gli umani non possono accedere a questo potere e difatti tu non lo sei. È un incantesimo di cui sei chiaramente inconsapevole. Hai qualcuno di molto potente che ti protegge.

Neve E Cenere | MARVEL ❶Where stories live. Discover now