52 . Esperimento umano

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-Quando Fury saprà che cosa sta facendo qui non avrà pietà per lei.

-Fury non può fare un bel niente. Il Ho il via libera di tutto il Pentagono. E ti dirò un segreto: a quella gente interessa solo della propria pelle. Questo siero, se funziona, da una parte sarà il veleno per ogni essere sovrannaturale. Dall'altra darà vita ad altre macchine umane pronte per scendere in battaglia.

Hoffmann le afferrò un braccio e lei non poté niente.

-Mi lasci!

-Sgolati se vuoi, nessuno può sentirti qua dentro e tra poco non avrai forze nemmeno per bisbigliare. - le si avvicinò ad un orecchio - Tra poco non ti ricorderai nemmeno perché volevi urlare.

Mentre lei ancora si dimenava, l'ago le penetrò la pelle. Dal punto in cui la trafisse, si infuse il liquido tra le vene, che percorse velocemente il braccio, il petto, le gambe, il cervello come se nel sangue corressero tanti piccoli chiodi che le bucavano e laceravano la carne, spingendo per uscire. Astrid cercò di trattenersi, ma non ci riuscì. Le sue corde vocali si sfogarono fino a grattare secche e dolenti. Il suo corpo si scosse in spasmi, come se per ovviare al dolore sofferto, potesse espellerlo strizzandosi come una spugna, ma anche il sollievo di potersi rannicchiare e stringersi per consolare le membra le era stato negato. Così, quando la prima scarica di pungiglioni si dissolse, le dita di Astrid, quelle che prima si erano strette con forza per trovare un modo per liberarsi, tremavano tiepidamente.

Il dottor Hoffmann si era seduto sulla sedia e annotava tutto ciò che vedeva. Controllò l'orologio. Si alzò. Guardò il volto di Astrid, distrutto, sudato, scioccato. Lei gli rivolse la fulminata più minacciosa che riusciva a fare.

-Se pensa che quella roba possa mandarmi in tilt, si sbaglia di grosso.

Bofonchiò Astrid con tono di sfida, nonostante il suo corpo si muovesse ancora fuori controllo, succube di piccoli spasmi e la sua voce tremava assieme ad essi. L'uomo parve sorpreso. Si piegò verso di lei. Le sfiorò la fronte e i capelli ingarbugliati e unti dal sudore. Astrid volle scostarsi rivoltata, ma era chiusa in una gabbia e non riuscì a schivare il tocco.

-Sei strabiliante. Ho faticato ad avere soggetti come te. Il tuo sangue divino ha potenziato i Supersoldati. Sei stata una scoperta sconvolgente.
Mi ricordo ancora quando ti ho trovata. Eri piccola e spaventata da questo mondo. Ti ho sempre vista come una gemma preziosa, un miracolo, una speranza per l'umanità. Eri un piccolo raggio di luce in quella chiesa bruciata, in quel paesaggio desolato e pieno di morte. Una bomba tedesca avevano detto... come no! Io lo sapevo. Sapevo che c'era di mezzo il Demonio!

Astrid lo osservò bene, mentre scappucciava il secondo ago e lo attaccava alla seconda asola della flebo. Quel volto accartocciato completamente travolto da una gioia che lo avvolgeva da capo a piedi.

-Il Demonio, sì. Ti sembrerò un pazzo. - Si mise a ridere. - Molti lo hanno pensato. Tranne una persona. Johann Schmidt credeva in me. Oh, sì. Lui sapeva dell'esistenza di creature come te. È lui che ha trovato il Tesseract. È lui che mi ha permesso di prenderti con me. Mi ha sostenuto quando tutti gli altri mi deridevano. È per questo che mi sono unito alla sua causa. Lui era un uomo illuminato. Lui era la verità. Lui adulava il potere della mitologia. Di una cosa sola mi pento. Schmidt mi ordinò di resettare la tua mente. Io non volevo, eri così piccola e pura e avresti potuto raccontarmi tantissime cose e la scienza avrebbe subito un enorme passo avanti, ma ho dovuto... ho dovuto cancellare tutto!

Si bloccò, incupito, piegato sul carrellino. Le mani appoggiate al bordo fecero pressione attorno alle maniglie quasi volesse stritolarle come plastilina.

-Cancellare?

Astrid lo invitò a parlare per smanettare con il polso senza farsi vedere. L'unico modo per far passare la mano attraverso il bracciale era lussarsi un pollice.

-Ho dovuto farlo! Non ho avuto altra scelta! Stavi soffrendo, ti sentivi smarrita! Chiamami la tua mamma continuamente e piangevi, non collaboravi... Allora l'ho fatto. Ho placato il tuo dolore. Eri una bambina così malinconica. Ma grazie all'Hydra sono riuscito a renderti qualcosa di migliore.

Astrid si pietrificò. Quel nome lo aveva già sentito e gli ricordò d'improvviso un'immagine fugace e due aprole.

-Heil... Hydra...

-Cos'ha detto?!

Hoffmann si animò all'improvviso di una nuova luce.

-Che cos'è?

-La tua casa, Astrid.

Il dottore si voltò con in mano la seconda fiala pronta perché il suo corpo potesse berne tutti i terribili effetti. Iniziò a ridere in modo isterico.

-Devo farlo di nuovo. Non posso lasciarti andare in giro con delle informazioni così importanti. Nessuno dovrà sapere di tutto ciò che ci siamo detti e tu non hai bisogno di saperlo. Dovrai obbedire ai miei ordini. Solo alla mia voce.

Il dottore si voltò, prese in mano la piccola fiala. Stava in due dita. Era della grandezza di una siringa. Il liquido nero era talmente concentrato che scivolava nel vetro come una bava densa, come inchiostro.

-Questo invece è l'antidoto. Ma non vorresti usarlo, credimi. Ti riporterà indietro, ti farebbe tornare quella che eri prima che potessi modificare le tue doti.

-Modificare... le mie doti?!

-Credo che ormai tu ti sia affezionata ad entrambe le sfaccettature dei tuoi poteri. Non vorrai sapere che una delle due è artificiale. Tu... sei una mia creazione.

Astrid aveva il cervello in sovraccarico di informazioni. Non riusciva a crederci. Che cos'era lei? Non era umana, era stata abbandonata, resettata, usata per degli esperimenti e infine i suoi poteri non erano i suoi veri poteri?

-Posso farti un'ultima domanda prima che la mia mente venga resettata? - chiese lei, trattenendo una smorfia sofferente. Sentiva la pelle strapparsi sotto il metallo. Non era facile spaccarsi il pollice senza farsi notare.

Hoffmann si fece un'altra risatina, mentre le sistemava l'asola sull'interno gomito.

-Ma certo. Tutto quello che vuoi.

-Quelle sono le ultime dosi di siero che possiede?

-Le ultime da testare, sì. Le ho preparate in questi ultimi anni di studio. Senza di te ho dovuto arrangiarmi raffinando il sangue di alcuni Soldati potenziati. È stato lungo e faticoso, ma ci sono riuscito. Finalmente sono vicino al Tesseract e allo Scettro della Mente per terminare il mio ultimo progetto.

-Come farà ora che sono nelle mano di un essere più spietato di lei?

Hoffman fece una faccia stupita e divertita.

-Mia cara... Non è stato mica Loki a rubarli. È stato un mio assistente! È così facile passare informazioni sbagliate attraverso lo SHIELD.

Rise, ma il suo volto si incupì. Luci, macchinari, tutto si spense. Al loro posto si accesero le luci di sicurezza e partì l'urlo di una lunga e lamentosa sirena di allarme.

Era il segnale.

Neve E Cenere | MARVEL ❶Where stories live. Discover now