13 . Un pugno di umiltà

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Il primo giorno di allenamento con il Capitano fu tosto, ma non tragico come se lo era immaginato. Erano venuti tutti a vedere come se la cavava anche se il Capitano non era molto contento di ciò.
Un pugno di cemento le sfiorò la guancia e lei si spostò giusto in tempo.

-Brava.

Trattenne un sorriso di vittoria davanti alla sorpresa del maestro.

-Hai i riflessi pronti. Dobbiamo lavorare sulla tecnica. Prova tu.

I suoi pugni sembravano così piccoli e fragili in confronto a quelli compatti e potenti del Capitano. Li guardò ancora un poco incerta, prima di sistemarli in posizione, davanti al viso, come le aveva spiegato. Lui fece un cenno con la testa e subito dopo si trovò a bloccare il piccolo pugno con il palmo, come se si fosse mosso a rallentatore. Qualcuno la esortava fuori dal ring e il Capitano aveva iniziato a lanciare occhiatacce.

-Troppo lenta. Riprova.

Di nuovo il Soldato fu pronto a proteggersi.

-Ancora. Non ci siamo.

Astrid riprovò finché il Capitano non la spinse in avanti, sfruttando la forza rimanente del movimento, e lei si trovò aggrappata agli elastici.

-Non sono capace. - dichiarò frustrata. Natasha la guardava da lontano chiacchierando con Tony. dietro di loro, Clint era seduto a braccia conserte e annuiva ad un Thor senza mantello che gli raccontava qualcosa. Si sentiva leggermente osservata.

-È normale. Sei all'inizio.

Astrid sbuffò. Spostò il ciuffo di capelli sfuggito alla coda e si rimise in posizione.

-Guarda me.

Due pugni in parallelo tagliarono l'aria davanti a lei. Un altro descrisse una curva che dal basso si insidiò verso l'alto in un corpo immaginario.

-Il gancio... - e si voltò verso di lei - Da sotto verso il mento. - le nocche di roccia la toccarono gentilmente, quasi come una carezza. Astrid trattenne il respiro.

-E poi torni indietro. Devi sempre tornare alla posizione iniziale. Sei pronta?

Annuì e fece un respiro profondo, focalizzandosi sul paio di occhi felini che l'aspettavano, sul mento liscio e importante che doveva raggiungere.

-Avanti.

Astrid sferzò due colpi a vuoto. Il terzo sfiorò l'obbiettivo, ma non fece centro. Il Soldato la trattenne e lei piroettò su sé stessa, ritrovandosi gli arti bloccati in una posizione in cui un minimo sforzo significava uno stiramento doloroso al nervo.

-Brava, ma ora potrei fratturarti il braccio e tu non potresti fare niente. - le fece notare il Capitano e sembrò quasi divertito.

-Non sono stata brava, allora.

-Stai imparando. Di nuovo.

Si ritrovò, non seppe come, faccia a terra. Poi rimbalzò sugli elastici e dovette schivare un calcio che invece la rimandò a tappeto. All'ennesima caduta si sentì talmente insignificante che avrebbe voluto rimanere a terra per sempre, inglobandosi nel tappeto blu del ring. Il Capitano allungò la mano per aiutarla, lei accettò la mano e si rimise in piedi tenendosi la schiena. Andavano avanti così da almeno due ore senza pause. Aveva dolori in posti che non sapeva di aver colpito e aveva una voglia matta di sdraiarsi dal letto e non alzarsi mai più.

-Va bene così. Sei stanca. Ti ho strizzato per bene.

-Posso continuare. - affermò lei, testardamente, l'affanno tra le parole. Si tenne ad una corda perché le girò la testa.

Steve sorrise.

-Che c'è?

-Mi ricordi me.

-È un bene o un male?

-Devo ancora capirlo.

-Vai Astrid, fagli vedere chi sei! - urlò Tony e subito Natasha lo colpì su un braccio, il che significava "non distrarla". Astrid si sistemò il top e si tirò su la tuta che le andava sotto le scarpe. Tutta rinvigorita dall'incoraggiamento, si asciugò il naso con il dorso della mano e si rimise in posizione.

-Ancora.

Steve sorpreso dalla tenacia della ragazza la assecondò. Schivò un colpo, ne schivò un altro, le fece uno sgambetto e Astrid perse l'equilibrio, ma invece di cadere si diede una spinta all'indietro sul materasso con le mani ed era di nuovo in piedi. Bastò un secondo che il Capitano abbassò la guardia, perchè non si aspettava una ripresa così rapida, e Astrid gli sferrò un gancio sulla guancia. Il chiacchiericcio si spense come una candela senza ossigeno. 

-Bel pugno! - commentò qualcuno sbigottito.

Astrid sorrise esaltata. Il Capitano si massaggiò la faccia.

-Male? - lo prese in giro lei, ma non ricevette soddisfazione. Steve Rogers scosse la testa con un sorrisetto orgoglioso. Qualcuno le tirò una manica mentre beveva un sorso d'acqua che sperò si trasformasse un Rhum. 

-Ti vedo freddina. Vogliamo riscaldare la scena?

Astrid si sentì disorientata da quella richiesta.

-Devo usare i miei poteri? 

Tony che si voleva divertire fece spallucce.

-Ma il Capitano ha detto...

-Ma il Capitano ha detto... bla, bla, bla... Cosa sei venuta a fare qui? A giocare a Wrestling? A fare le mosse? Fagli vedere cos'hai dentro! - tornò indietro e le puntò un dito - Oh, e non bruciare il palazzo.

Tony tornò al suo posto scambiandosi un cenno complice con Thor. Astrid lo seguì con lo sguardo, poi si adagiò sugli elastici. Si dondolò succhiando dalla cannuccia.

-Abbiamo finito? - chiese il Capitano che iniziava a sentirsi in mezzo a uno spettacolo da circo.

-Rifacciamo quella mossa di prima? - chiese Astrid appoggiando la borraccia nell'angolo del ring.

-L'ultima volta e poi finiamo.

-Perché? E' stanco, Capitano?

-Lo sei tu. Ti tremano le gambe.

Astrid strinse i pugni davanti al viso.

-Sei pronta?

Steve le diede una gomitata e Astrid la parò. Passò sotto, cercando un'apertura nella difesa e Astrid parò anche quel movimento, spostando le braccia in basso e scoprendo la difesa in alto esattamente dove entrò il Capitano con un pugno che Astrid schivò spingendolo nella stessa direzione per farlo cadere, ma quello aveva un equilibrio stabile e si scambiarono di postazione come in una danza. Steve provò a colpirla di nuovo, questa volta provò con una ginocchiata. Astrid si accucciò e sorrise perchè stava imparando.

-Colpisci, Astrid! - lo esortò il Capitano. - Non vinci se ti difendi e basta.

Il suo entusiasmo scese di nuovo sotto i piedi. Il Capitano le diede un'altra gomitata, questa volta però non contenne la forza e Astrid si beccò una botta importante e finì sugli elastici. Approfittò del lancio e saltò verso la sua direzione. Il suo pugno rovente colpì un palmo del Capitano il quale scivolò indietro di poco, la afferrò dal braccio e la stese a terra facendola piroettare nell'aria e inchiodandola al materasso in una presa attorno al collo. Astrid gli diede due colpi sul braccio e lui la lasciò andare.

-Va bene, mi arrendo.

-Direi. 

Una nuvola bianca coprì il ring spegnendo le fiamme che si stavano divorando le corde. Tony indirizzò il getto dell'estintore anche sul Capitano senza motivo, esilarando le risate degli spettatori.

-Stark! Piantala. - lo ammonì Steve agitando la mano con cui aveva frenato le nocche di Astrid e soffiandoci su pensando che da quella volta si sarebbero allenati da soli, senza pubblico.

-Ops, scusa, non ti ho visto. Come va la mano? Ti ha cotto a puntino?

Neve E Cenere | MARVEL ❶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora