Capitolo 72: Paure

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The new Project blog, Family: aggiornamento n° 57, 2 ottobre 2023


<<Ragazze seriamente non so come dire a Pope della mail>> mi lamento esasperata con le mani piene di buste e i piedi gonfi, quant'è bella la ritenzione idrica!

<<Oltretutto ho paura della sua reazione>> aggiungo distrutta.

<<Oltretutto io sono sempre maschio>> puntualizza Jhon

<<Scusa Jhon>> lo abbraccio <<Comunque non risolvete il mio problema se sbavate davanti alla vetrina di Nike>> riprendo Elis e Diana intente a commentare la nuova collezione sportiva.

<<Scusa>> rispondono all'unisono per poi affiancarsi a me e Jhon mentre camminiamo per via Roma. Ho sempre amato lo shopping, ho sempre amato le vetrine ma oggi non riesco a godermi il momento come merita perché ho tanta paura.

Ho paura di prendere la scelta sbagliata di nuovo.

Ho paura di precludermi la felicità un'altra volta.

Ho paura di sbagliare e di non poter tornare indietro.

Non è la prima volta in cui devo prendere una decisione che può segnare il resto della mia vita, tenere il bambino o abortire è stata la decisione più complessa che io abbia mai preso, soprattutto perché non avevo il supporto di nessun famigliare o del padre della vita che portavo, e porto, in grembo.

Ma in realtà quella non è stata una vera decisione, è stato un: seguire l'istinto.

L'istinto che oggi pare non voglia semplificarmi la vita.

Un lato di me continua a dirmi: prendi e molla tutto, tanto tra te e Pope non durerà finirete col farvi di nuovo del male, ma questa volta a soffrire sarete in due.

L'altro mia metà mi dice di restare, vivere la mia felicità, magari non sarò famosa come Collen Hoover ma sarò realizzata nel mio io. Forse dovrei dare retta a questo lato di me, ma non sarei comunque felice.

E poi c'è il mio istinto 'primordiale' che non tende a sbilanciarsi o ad esprimere pareri, per lui, o lei, è tutto ancora da definirsi.

Una cosa però in questa confusione è prefissata già da tempo: qualunque decisione io prenda devo prenderla con Pope.

Ormai non si tratta più di Thalia e Pope, che avrebbero potuto lasciarsi e a soffrire sarebbe stata solo lei. Al giorno d'oggi la situazione vede tre fuochi nella prospettiva, che intendo tratteggiare: Thalia, Pope, e baby noi. La decisione deve tenere conto anche del piccolino, o piccolina, perché non posso permettermi di farlo o farla soffrire.

Il problema più grande da risolvere ora è: come dirlo a Pope.

Che in realtà è il problema all'ordine del giorno.

Conosco Pope da abbastanza tempo, per sapere che come è: calmo e pacato, può arrabbiarsi a tal punto da spaccare oggetti ad minchiam. E credo di saperlo bene visti i nostri precedenti litigi.

Seriamente io ho paura della sua reazione, è un periodo in cui tutto sta filando liscio: ho passato il test per trasferirmi alla Bocconi e completare i miei studi in: global law and transnational legal studies, ho dei lavori stabili che mi permettono di vivere dignitosamente, ho la mia pseudo relazione. Non so cosa potrei volere di più, o forse sì so cosa voglio di più: la felicità.

<<Thaly domani vieni a San?>> mi chiede Jhon risvegliandomi dai miei pensieri

<<Mattina o pomeriggio?>> domando in risposta al biondo

<<Pomeriggio>> risponde retorico

<<Okay ci sono>> rispondo a mia volta scrollando le spalle <<Hai già chiesto a Pope o gli devo chiedere io?>> domando mentre il mio cervello elabora il concetto.

<<Già fatto e viene>> risponde sorridendo mentre la mia psiche elabora le informazioni appena ricevute.

E così d'un lampo mi viene l'idea: <<Ragazzi glielo dirò a San>> annuncio ricevendo occhiate confuse prima che poi riconnettessero i fili dell'arcano.

<<Così ha già le rogge per poter mettere fine alla tua vita>> ride il biondo di gusto

<<Jhon!>> lo richiama Elis

<<E dai sai anche tu che non sa nuotare>> ribatte l'altro indispettito.

<<Sì ma non si tratta di ammazzare solo lei ma anche il loro figlio>>  spiega lei filosoficamente

<<Elis?>> la richiama lui

<<Si?>>

<<Vaffanculo>> risponde lui facendoci ridere.

Ecco cosa vuol dire andarsene, ricostruire tutto da zero, nessun momento come questo.

Nessun Jhon a insultare me ed Elis.

Nessuna Elis con cui essere perculata da Jhon.

Nessuna Diana con cui sfogarmi della stupidità di Jhon e Pope.

Nessun Pope a incasinare il mio cuore.

Nessun Jack a cui dare del petulante rompipalle.

Nessuna mala lingua a riportare ogni mio passo falso ai miei genitori.

Accettare e andarsene vuol dire lasciare tutto ciò che conosco, ma forse sarebbe il modo migliore per mettere pace al mio passato. sarebbe quasi come prendere il controllo della mia vita, di riprendere i miei sogni e di liberarmi dalla questa dipendenza da Pope. Non sarà facile, che ci saranno momenti di tristezza e di solitudine, ma sono pronta a camminare lungo quella strada, a costruire una vita che sia veramente mia.

Ma restare vorrebbe dire rimanere a casa, ma anche rimanere dipendente dalla relazione che per quanto ora stia andando a gonfie vele di sicuro, a breve, imploderà di nuovo lasciandomi lì sola, impotente e smarrita, in una vita che credo di comandare io ma che non è mia.

La scelta più logica l'ho davanti a me, ma se non fosse giusta? 

E se il cervello avesse torto?

La scelta più illogica è accanto a quella logica, e se fosse questa quella corretta?

E se per una volta il cuore fosse il mio migliore alleato?

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now