Capitolo 24: Racconta tutto

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<<Alla buon'ora!>> risponde Diana alla mia chiamata, abbastanza arrabbiata, anzi, oserei dire seccata.

<<Sorry Ana, mi sono persa nella vasca da bagno>> mi discolpo ridendo della mia stupidità. Solo io sono in grado di farmi un bagno caldo in un paese come il Marocco, dove ci sono quaranta gradi all'ombra se fa freddo.

<<E come hai fatto?>> ride a sua volta, non sapendo cosa aspettarsi da me; dopo tutto, nemmeno io mi capisco. E la cosa è grave.

<<Cinque candele, qualche goccia di essenze varie...>> tergiverso al fine di sembrare convincente, ma sono più che certa che non riuscirei a convincere nemmeno il pollo Gian Armando.

<<Valeriana?>> chiede ironica, alludendo alle proprietà narcolettiche della pianta in questione, facendomi generare delle strane risatine gutturali sin quando non replico ovvia: <<Argan>>, per poi scoppiare a ridere insieme per qualche minuto. Quanto è bello ridere senza un motivo preciso.

<<Come va a lavoro?>> chiedo, dato che la palestra le ha impedito di partire con noi, e un po' si nota la sua assenza.

<<Sono distrutta! Non ho mai visto così tanta gente alla reception, da quando ho memoria>> dice buttandosi sul letto, dato il rumore di molle compresse in sottofondo.

<<Meglio per gli affari!>> dico incoraggiandola. In fondo, il tempo è denaro, così come l'afflusso di clientela. Forse è una delle poche cose che ho imparato di economia in cinque anni di istituto tecnico economico.

<<Non per il mio didietro incollato su una sedia davanti a un PC. Penso che quando saremo alle Outer Banks, sarà della stessa forma della sedia!>> si lamenta sbadigliando per la stanchezza.

<<Ma mai peggio del mio, mein liebe!>> faccio riferimento alle bistecche che ho per posteriore, nel vano tentativo di tirarla su di morale così da farle dimenticare la stanchezza. E comunque, per altre definizioni del mio posteriore, contattate Pope.

<<Ma piantala lì!>> mi rimprovera. <<A proposito di amore... gli altri sanno perché sei sparita dalla discoteca quella sera?>> chiede, indagando se ho svelato il mio segreto a Jhon e Jack, i quali però sono ignari di ogni cosa.

<<Solo Elis>> ammetto, un po' sconsolata. Nascondergli le cose mi da fastidio e mi fa male, ma ho stretto un patto con lui, e non posso romperlo. Anche se l'ho già fatto.

<<Ma sei sicura che lui non abbia detto nulla agli altri?>> chiede dolcemente, sperando che presto la nostra pseudo-relazione, volta all'appagamento dell'erotismo, diventi pubblica.

<<Penso di no, altrimenti ci sarebbero tremila battutine, a meno che non li abbia fatti giurare, ma ne dubito>> dico pensierosa, avvolgendomi un asciugamano attorno al corpo, iniziando a sentire un po' di freddo.

<<Vero, conoscendoli, non si sarebbero risparmiati>> ammette a sua volta, per poi chiedere: <<Ma tra voi è successo qualcosa?>>

<<Qualcosa cosa?>> chiedo dubbiosa, sapendo dove vuole andare a parare, ma ovviamente mi toccherà deluderla.

<<Dopo quella notte?>>

<<Nulla! Tra noi è come se non fosse successo niente, è stato solo buon sesso, il migliore che proverò mai nella vita forse>> dico mettendo in bocca un cucchiaino di yogurt al caffè che Elis mi ha portato in camera.

<<Solo sesso?>> domanda.

<<Solo sesso!>> confermo decisa. In fondo, l'amore non rientra nei nostri piani.

<<Comunque, com'è il Marocco?>> chiede curiosa, al che inizio ad elencare le ultime attività: <<Sole, sabbia, caldo, shopping...>>

<<Pure in vacanza nel deserto riesci a fare shopping?>> chiede scioccata la castana dall'altro lato del telefono.

<<Non è che se nel Marocco c'è il deserto, non esistono i mercati, eh>> dico stizzita. Lo shopping rientra tra le priorità della vita, è secondo solo al cibo e alla musica.

<<Perdono dea dello shopping>> reclama in tono reverenziale.

<<Perdonata mia diletta>> proclamo io, per poi ridere come una scema.

<<Sappi che Pope alla prossima contrattazione forzosa ammazza sia me che Elis!>>

<<Povero, con voi due shopping dipendenti, sarà distrutto!>> compatisce il nostro amico. <<Mai peggio di Jhon e Jack, che alla prossima carica di sacchetti gli danno fuoco!>> alzo gli occhi al cielo, facendo ridere la mia amica, che mentalmente starà ringraziando le ferie della receptionist di suo padre.

<<Altro oltre allo sperpero di finanze?>> chiede ironica.

<<Ah, ah, ah, simpatica!>>

<<Dai, ero seria!>> sbuffa dall'altro capo del telefono, un po' assonnata.

<<Una guida psicopatica!>> ammetto velocemente, sperando ci sia un'interferenza telefonica proprio in questo istante.

<<Una guida psicopatica? Sei seria?>> chiede ironica, non convinta dalle mie parole.

<<Non sono mai stata più seria>> dico uscendo in balcone con una maglia a maniche corte rubata o a Pope o a Jhon, che mi arriva fin sotto le ginocchia.

<<Racconta tutto!>> ordina severa, e da lì parte la narrazione degli eventi accaduti nel deserto, dalle foto agli sguardi della guida al fatto che i ragazzi mi hanno dato ragione.

<<Tu fa' attenzione, mi raccomando. Ora devo andare, saluta tutti, ci sentiamo!>> si congeda salutandomi affettuosamente.

<<Ovvio, contaci, ci sentiamo. Buona serata, liebe>> la saluto tirando un'ultima nota dalla mia sigaretta.

<<Anche a te!>> dice per poi attaccare.

Poso il telefono sul letto, anzi lo lancio, e mi appoggio alla ringhiera ad osservare il tramonto. Mi vengono in mente le parole di un prof delle medie: <<Ragazzi, il tramonto in Africa è una cosa unica e spettacolare>>. Devo dargli ragione, i colori sono più vividi, intensi, gioiosi, quasi come se il sole si sentisse a casa. L'arancione si fonde agli altri colori come se fossero un tutt'uno, creando sfumature irripetibili. D'un tratto si alza un venticello, quasi una brezza desertica, che carezza la mia pelle facendomi rabbrividire e inebriando le mie narici con l'odore del Sahara, un odore che sa di antico e onnisciente allo stesso tempo.

<<Ho una brutta sensazione, quasi come se questa fosse solo la quiete prima della tempesta>> penso con il silenzioso canto del deserto in sottofondo, per poi essere risvegliata dall'entrata di Elis.

<<Thaly, che fai?>> mi chiede avvicinandosi.

<<Ammiravo il tramonto, è qualcosa di unico>> spiego.

<<Già, non hai torto!>> concorda con le mie parole.

<<Tu piuttosto, che fai qui? Sai che l'asociale del gruppo sono io e non cedo il posto, sappilo>> le dico ridendo.

<<Mi preparo, stasera ceno fuori con Chuck, sai il cameriere di due sere fa...>>

<<Quello che non ti staccava gli occhi di dosso e che ti ha chiesto il numero?>>

<<Esattamente!>> trilla sorridente.

<<Allora bado io ai bambini di sotto, tranquilla, non li ammazzo. Saranno docili come agnellini!>>

<<Ah, ah, ah, non distruggete la casa però!>> ride con me la bionda, mentre io rientro e mi avvicino all'armadio, aprendo tutte le ante e tutti i cassetti.

Con un dito scandaglio ogni capo, ogni tessuto, ogni colore, ogni odore che possiedono, mentre la ragazza alle mie spalle rientra per poi sedersi sul letto ad osservarmi.

<<Alors, ma chèrie, hai già qualche idea su cosa mettere?>> chiedo zelante, mentre mi volto sorridente verso di lei.

Lift up - ImpossibleUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum