Capitolo 13: Scelte

77 6 0
                                    

The new Project blog, Family: aggiornamento n° 13, 22 giugno 2022


-Okay Thaly tira fuori i contro coglioni-

I miei si sono riappacificati. Da cosa lo capisco? Si stanno smezzando una sigaretta mentre bevono il caffè.

Entro nella cucina mi prendo una brioche da un'anta del mobile e mi siedo al loro tavolo, di fronte a loro.

-C'est la dernière danse. Smerdali con classe-

<<Mamma, papà dobbiamo parlare>> dico con decisione,

<<Dicci amore>> risponde mia madre, ecco cosa avviene quando torna ad assumere nicotina torna una persona normale.

<<Amore nulla, io me ne vado, per diciotto anni ho vissuto in modo altalenante con voi che vi facevate la guerra come i bimbi dell'asilo, se non vi amavate non dovevate restare insieme. Dovevate lasciarvi. Avremmo vissuto tutti in modo migliore.>> urlo con le lacrime che minacciano di uscire, ma non gli darò mai l'ultima soddisfazione, non posso!

<<Ho passato la mia fottuta adolescenza in casa, ho combattuto con i miei demoni sola in una stanza eppure sono ancora qui viva e vegeta>>

<<Ma noi>> mi interrompe mia madre

<<No mamma fammi finire.>> blocco sul nascere il suo intervento

<<Per quanto male mi abbiate fatto, per tutte le parole che avete detto sul mio corpo, sul mio carattere su di me! Vi potrò portare rancore? Sì. Vi potrò odiare? No. Siete i miei genitori? Sì, ma io non sono la vostre bambola!>> grido marcando le ultime parole

Guardo negli occhi la coppia davanti a me, mia madre mi guarda con odio puro, un sentimento ancestrale quanto la nascita della terra stessa.

Negli occhi di mio padre c'è quasi un luccichio di orgoglio, come se sperasse nell'arrivo di questo giorno.

Neanche il tempo di rendermi conto della situazione che mia madre serra la mascella meccanicamente e spinge con violenza il tavolo contro di me.

<<Ma sei impazzita?!>> chiedo io rendendomi conto di quanto distava lo spigolo del mobile e per fortuna mi sono scansata giusto in tempo.

<<No semplicemente cercavo di togliere da sta terra una puttana come te>> mi grida con gli occhi fuori dalle orbite

<<Oh! Grazie del complimento per fare la puttana sai che ci vuole fisico e volto?>> dico io beffarda ghignando

<<Tu sei pure una drogata di merda credi che non mi sono accorta delle sigarette?>> mi urla con la faccia di chi crede di avere la vittoria in tasca

<<Da che pulpito viene la predica! Parlò colei che ha seri problemi col tabacco!>> touché maman

<<Se non ti sta bene prendi e vai! Hai due scelte o resti e fai ciò che dico io sotto al mio tetto oppure te ne vai per sempre, e i soldi li vedrai forse alla mia morte>> dice con il tono di uno strozzino.

<<Di fatti è ciò che sto facendo! Me ne vado! Vaffanculo la casa, che non è tua ma di mio padre. E se vivi qui è solo perché lui ti lascia.>> sussurro <<Vaffanculo te e le tue modelle anoressiche, vaffanculo te e il tuo tabacco del cazzo! Vaffanculo te e i soldi! Sai una cosa? Preferisco tirare la cinghia ma essere circondata da chi mi ama e mi rispetta che avere i soldi e vivere di merda>> dico mentre comincio ad uscire dalla stanza, mentre lei inizia a tirarmi dietro oggetti.

Salgo in auto, chiudo lo sportello metto in moto, faccio retromarcia e parto lasciando il passato alle spalle.

Guido con una meta in testa; una meta prefissata da tempo: casa di mia sorella.

Mi fermo al primo spiazzo, inizio a osservarmi intorno i colori del tramonto tingono di rosso il paesaggio, mi viene in mente una frase sentita molto tempo fa 'Rosso di sera speranza che si avvera' forse ha ragione la mia speranza si sta avverando.

Sblocco il telefono.

Apro la chat 'Sister' e digito: 'Sto arrivando'.

'Ok. Vai piano' ricevo in risposta.

Leggo e riparto.

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now