Capitolo 47: Check-out

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ATTO QUARTO: IMPREVISTI

<<Pope! Alza il tuo culo dal letto che siamo in ritardo>>, scrollo per la quarta volta il ragazzo che non vuole saperne di alzarsi, muoversi o dare segni di vita.

Il sole splende attraverso le tende socchiuse, proiettando un bagliore dorato sulla stanza. L'aria è pervasa da un profumo leggero di caffè appena fatto proveniente dalla cucina. L'orologio sul comodino segna le otto del mattino, ma Pope è ancora immerso in un sonno profondo, riluttante a lasciare il caldo abbraccio del letto.

<<Ancora dieci minuti>>, implora girandosi dall'altro lato, smuovendosi per la prima volta in trenta minuti.

La stanza è tranquilla, interrotta solo dal suono del mio respiro e dal ticchettio dell'orologio. Fuori, si sente il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie mosse dal vento leggero. Una leggera brezza entra dalla finestra socchiusa, portando con sé l'odore di fiori primaverili.

<<Tra dieci minuti ti trancio le palle alzati cazzo!>>, lo minaccio per la decima volta nell'arco dell'ultimo quarto d'ora.

Pope si stiracchia lentamente, i suoi occhi ancora socchiusi mentre cerca di farsi strada tra il sonno e la realtà. La stanza si riempie di una luce dorata, mentre il sole continua a salire nel cielo. Il letto è disfatto, le lenzuola leggermente spostate, testimoni silenziosi della lotta tra Pope e il sonno.

<<Mi hanno già circonscritto l'impatto sarebbe minimo>>, commenta con voce impastata dal sonno.

La voce di Pope è sommessa, ancora intorpidita dalla sua lotta con il sonno. Le parole si mescolano tra loro, creando un suono indistinto. Tuttavia, la determinazione si fa strada nel suo tono, indicando che sta lentamente guadagnando consapevolezza.

<<Ti assicuro che sarò ancora meno delicata con il coltello da cucina>>, sussurro perfidamente al suo orecchio.

La stanza si riempie di una tensione giocosa mentre il mio sussurro si fa strada nell'orecchio di Pope. Un sorriso si disegna sul mio viso, mentre immagino la sua reazione al mio commento scherzoso. Il tempo sembra rallentare, e tutto si concentra su quel momento.

<<E che palle che sei, mi alzo!>>, sbadiglia Pope, levandosi a sedere sul letto, e poi in piedi, stiracchiandosi come un gatto indolenzito.

Il suono di un lungo sbadiglio riempie l'aria, seguito dal rumore delle lenzuola che si muovono quando Pope si alza dal letto. Il suo corpo si distende, i muscoli si risvegliano dal sonno, mentre prende coscienza del nuovo giorno che si apre davanti a lui. La luce del sole si riflette sui suoi capelli disordinati, conferendo loro un bagliore dorato.

Il tempo presente si fonde con il momento attuale, catturando l'energia e l'atmosfera della scena. Sono piccoli dettagli che arricchiscono la narrazione, immergendoci nel presente e facendoci sentire parte di quel momento speciale.

Speciale quanto la voglia di evirarlo solo per essere la causa della possibile perdita del treno.

E giuro che lo evirerei per davvero.

<<Ma che succede nel corridoio?>> mi domanda Pope, udendo le suppliche di Jhon.

La sua voce è intrisa di curiosità, mentre si ferma per un istante, voltandosi a guardare nella direzione da cui provengono i suoni. I suoi occhi cercano di cogliere ogni dettaglio, mentre la sua mente cerca di immaginare cosa stia accadendo al di là delle porte chiuse.

<<Nulla, solo Jhon che vuole pisciare e Elis occupa il bagno da quindici minuti>>, spiego con noncuranza. <<Ora fuori che mi devo cambiare>> lo caccio dalla stanza sotto il suo sguardo stranito.

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now