Capitolo 11: La seconda prova

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The new Project blog, Family: aggiornamento n° 11, 22 giugno 2022


Io e Dio non siamo migliori amici.

Non credo di aver mai visto Pope pregare in undici anni che lo conosco, oggi invece l'ho visto chiedere aiuto a Dio per la prima volta ma d'altronde il detto dice: c'è sempre una prima volta?

In tutto il suo salmodiare ho solo capito Allah, di conseguenza credo di essere pronta per una laurea in arabo, in pratica mi sono sentita ignorante; ma anche sconfitta dato che ho perso il mio ultimo alleato nelle trincee dell'anti spiritualità arrendendomi nel compimento del tanto temuto, almeno per me, mi faccio il segno della croce.

Ammetto di averlo fatto con la mano sinistra. Ma non l'ho fatto apposta! Non è colpa mia se faccio fatica a distinguerle; sono mancina!

Nel giro di dieci secondi il mondo si è paralizzato a fissarmi per poi sbloccarsi e paralizzarsi nuovamente alla vista del testo dell'esame. Io stessa rimango scioccata dalla felicità che spruzza il prof di matematica, quasi come se godesse nel vedere le nostre facce percorse dal panico nel suo stato più puro.

-Okay Thaly inspira, espira- penso nel vano tentativo di calmarmi, per poi cercare speranza scambiando uno sguardo fugace con i ragazzi, anche loro abbastanza agitati. Tutti tranne uno: Jack.

Jack Cerra è più tranquillo di uno specchio d'acqua incantato a differenza di Elis che è a metà tra: 'ho avuto un'illuminazione divina e il panico mi sta assalendo'.

Pope e Jhon sono un mondo a se stante: il primo la prende con filosofia, mentre il secondo ci prova come sempre.

Io invece sono a metà tra loro quattro: so più o meno ciò che devo fare, forse meno che più, ma sono dettagli.

Abbasso lo sguardo ed inizio a risolvere i primi logaritmi, consapevole del fatto che sono solo la punta dell'iceberg.

Il tempo scorre lentamente ed il caldo non aiuta di certo, a cui dobbiamo aggiungere il professore che: continua a fare allegramente su e giù per la stanza, aumentando l'ansia.

Comincio a credere che stia veramente godendo.

Il sudore mi imperla la fronte ma il battito cardiaco rimane costante, sono consapevole che sta andando tutto troppo bene, tutto sta filando troppo liscio. E se ti chiami Thalia o Pope, se il compito di matematica è troppo semplice ci sono due vie: o stai facendo tutto sbagliato, oppure è tutto giusto; e come non detto, sono bloccata in una semplificazione, apparentemente, impossibile.

-Rifletti, cazzo Thalia, concentrati-

-Allora ripartiamo da capo- i miei pensieri sono tutti incentrati sul non rovinare l'esame all'ultimo esercizio, controllo ogni meno, ogni più, ogni somma, ogni singolo dettaglio, ogni esponente, ogni cosa!

<<Mancano dieci minuti!>> annuncia con voce squillante il professore, ma anche malinconica, in fondo sa anche lui che è l'ultimo compito che fa con questa quinta SIA. La classe che ha raccolto in seconda, perso in quarta e recuperato in quinta.

Ma da un lato vorrei tirargli un tacco dodici in fronte!

Al sentire l'annuncio del prof il panico si scatena in tutti noi: c'è chi si agita, chi ricontrolla, chi come me accetta che quel che è fatto è fatto, ed infine c'è chi si limita ad osservare.

Questa è l'ultima verifica della nostra vita.

Non so grazie a quale entità trovo l'errore, a meno cinque minuti dallo scadere del tempo, e di conseguenza inizio a correggere l'esercizio, ma essendo troppo incasinato inizio a riscriverlo da capo ricopiando le parti corrette.

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now