Capitolo 25: Gelosia

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The new Project blog, Family: aggiornamento n° 23, 22 luglio 2022

In principio vi era il caos...

Dovrebbe cominciare così la genesi di quasi tutti i popoli antichi. E se non ve lo immaginate, vi consiglio di venire a trovarmi seduta stante, in questo villaggio turistico di Tiznit.

Ma letteralmente in questa stanza c'è il caos!

Vestiti a terra, vestiti sul letto, a cavallo delle porte dell'armadio, sui comodini. Per non parlare delle scarpe che sono addirittura sul balcone! Una cosa è certa: vestire Elis per un appuntamento deve rientrare tra le dodici fatiche di Ercole. Giuro.

Le avrò fatto provare, minimo, due volte ogni singolo tubino e ogni singolo abbinamento, ma non troviamo quello giusto e per ora di fatto troviamo solo trucco e capelli!

Qualunque essere vivente penserebbe: siete già a buon punto! Io vi dico: no!

Il trucco ha nulla in comune con i vestiti, quindi il problema è: come creare un outfit elegante e sexy che si abbini con l'oro ma che non sia un total black o un total white?

Enzo e Carla, salvateci!

<<Io vado nuda, cazzo mene!>> urla isterica la riccia, lanciando a terra l'ennesimo tubino, mentre io faccio avanti e indietro per la stanza alla ricerca di un'idea. E a breve ci verranno accreditati costi extra per il consumo di superficie calpestabile, meglio nota come pavimento.

<<Per quanto appoggi l'idea, finire in carcere in Marocco per atti osceni in luogo pubblico non è sul programma del viaggio!>> ricordo alla mia amica, seduta sul letto con il volto tra le mani. <<E cosa mi metto? La tenda come saio?>> propone afflitta.

<<Ovvio che no!>> dico, lanciando un'occhiata alla tenda blu elettrico.

La nostra splendida camera ha come ornamento delle bellissime tende, ce ne sono più di una, di un blu royal in satin, molto probabilmente. Non sono una stoffologa, gente! Ammesso che la stoffologia esista.

<<Elis, io ti amo! Ho un'idea!>> urlo alla riccia, saltando sul posto come un canguro in crisi ormonale della prima adolescenza. Al che lei domanda: <<Cioè?>>, per poi inarcare un sopracciglio, osservandomi sconcertata.

<<Sai che ti ho detto l'altro giorno che ho comprato delle bralette unisize?>>

<<Sì, ed è stato un mese fa, tipo!>>

<<Details! Ne ho portate dietro qualcuna... e tu le hai provate tutte.>>

<<Esatto, e senza offesa sono troppo scontate!>>

<<Corretto, ma mi sono appena ricordata che ho portato dietro anche questa!>> dico, lanciandole addosso, dai meandri più oscuri dell'Ade, una bralette di pizzo blu, una tonalità tra il royal e il navy.

Un colore né troppo estroso, né troppo banale.

<<Okay, bella, si lega all'oro del trucco, ma... come la abbino sotto?>> mi chiede, al che io lancio una minigonna beige chiaro, che richiama la sfumatura dello smoky eyes che, le famose make-up artist Elis e Thalia, hanno realizzato su di lei medesima. Credo che ci siano più insulti a professionisti del settore in questa frase, che in un feedback negativo.

<<Lo provo, ma sappi che non mi convince>> mi avvisa titubante la ragazza, per poi cominciare a cambiarsi davanti a me.

<<Zitta e infila, mentre ti cerco una giacca!>> ordino, mentre faccio eseguire dei magistrali esercizi di ginnastica artistico-ritmica a circa dieci giacche, tra blazer, giacche di pelle e coprispalle in raso, che costituiscono solo una valigia delle nostre sei.

Per la precisione, abbiamo tre valigie a testa.

<<Amo y si dijera que me gusta?>> mi chiede in spagnolo, facendo aleggiare nella stanza la sua aura latino-americana.

<<Te diría que lo sabía!>> rispondo nella stessa lingua, alla bionda, ghignando soddisfatta del mio operato, prima che la bionda non mi ordinasse: <<Sí, pero necesito de negro! ¡Ahora!>> rievocando la crisi di nervi sconfitta pochi minuti fa.

<<Eccolo!>> dico, porgendole un blazer oversize nero, gettando così acqua sul nascente incendio.

<<Ci sta, lo abbino alle décolleté nere, ma la borsa non può essere nera, sarebbe troppo banale, e blu troppo volgare! Dio, aiutami!>> implora la ragazza di fronte a me, facendomi ragionare in fretta per trovare una soluzione, che si palesa sotto i miei occhi all'improvviso. <<Tieni!>> dico, porgendole la mia Prada bianca in pelle, che non si sa come, ma è sopravvissuta.

<<Grazie! Grazie! Giuro che ne avrò cura!>> mi abbraccia calorosamente.

<<Tranquilla, mi fido. E ora MUOVI QUEL BEL CULO CHE SEI IN RITARDO!>> dico, buttando fuori la riccia dalla stanza, in modo molto poco delicato.

La mia finezza e la mia dolcezza non conoscono pari, credo si siano suicidate anni fa, insieme al pudore e alla mia dignità, probabilmente. E se non fosse così, non sarei Thalia.

Mentre scendiamo le scale, i nervi della riccia non sono solo a fior di pelle, peggio. Continua a chiedermi se è scopabile, se è elegante, se è sexy, ed io continuo a darle le stesse risposte.

Arrivate al pian terreno, inizia a fare su e giù controllando l'ora sull'Apple Watch. Giuro, vorrei immobilizzarla! Se ad ogni appuntamento è così, avrò il mio bel da fare nella vita.

Soprattutto il giorno del suo matrimonio.

<<Non sei troppo elegante per una cena in casa?>> chiede Jack, facendomi imprecare mentalmente contro tutti i santi ed i beati del paradiso.

<<E tu non hai mai mangiato i cazzi tuoi?>> replica asciutta la ragazza nel suo outfit, tentando di scacciare via il castano.

<<Elis, con chi esci?>> chiede Jhon sorridente. Ecco perché lo adoro, sorride sempre, a differenza mia e di Pope.

<<Con Chuck, amo>> dice, con gli occhi a cuoricino. Credo sia la volta giusta in cui si scorderà Darcy, secondo!

<<Sì, dai, sembra un bravo ragazzo. Sta attenta, uno squillo e ti raggiungo!>> dice premuroso, sorvolando sull'ultima parola fuoriuscita dalla bocca di Elis: amo.

<<Grazie, vita, ma sta tranquillo!>> dice, abbracciando il ragazzo, il quale ricambia con una smorfia al sentire pronunciare 'vita'.

<<Era uno squillo e sono già da te!>> preciso, citando il testo della canzone di Capo Plaza, solo per il puro gusto di dargli fastidio.

<<Ma va' a cagare!>> replica il francese, stando al gioco.

<<Always>> dico io, ridendo, ricevendo un dito medio dall'interessato.

<<Quindi, siamo già passati ai nomi?>> si risveglia il castano dalla trance in cui era caduto.

<<Qualcuno ti ha interpellato?>> chiede la riccia, abbastanza stizzita.

<<No, ma...>> comincia vanamente il ragazzo, per poi venire interrotto. <<Tieni cinque euro, cambiali in dirham e comprati i cazzi tuoi al negozio qui all'angolo, grazie!>> replica lei, gettando la banconota sul ragazzo. <<Fidati, sono buonissimi e non esistono in versione light, dato che contengono zero calorie e grassi!>>

Vi giuro che i restanti cinque minuti sono stati i più silenziosi di sempre con loro, giuro! E sia fatto un monumento a Chuck, che è arrivato nel momento esatto in cui Jack stava per aprire bocca, altrimenti la sala sarebbe stata teatro di un atroce bagno di sangue. E mi sembra inutile alludere ai due protagonisti di tale atto.

<<Io vado>> annuncia, avviandosi verso la porta, per poi rivolgerci un sorriso.

<<Va bene, fa attenzione e ricordati ciò che ha detto Jhon>> mi premuro.

<<Sì, state tranquilli!>> dice, per poi abbracciarci ed uscire.

<<Che mi sono perso?>>

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now