Capitolo 31: Interrogatori

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The new Project blog, Family: aggiornamento n° 27, 27 luglio 2022


Mi sveglio sul divano, probabilmente mi sono addormentata mentre Jhon preparava la colazione. Mi metto a sedere, ancora mezza assonnata, e inizio a percepire i suoni del mondo, o meglio, la strana quiete che lo avvolge.

<<Ma vedi che sei più storto di Thaly.>>

<<Sei tu che tremi!>>

<<Io non tremo!>>

Potrei sentire queste voci tra miliardi di altre, eppure continuerei a riconoscere quei due nomi: Jhon e Pope!

Mi alzo e, con passo funebre, mi dirigo verso la cucina, trovandomi davanti uno spettacolo al limite tra il tragico ed il comico: Pope che tiene ferma una bottiglietta e Jhon tenta di travasarci al suo interno del tè, senza l'ausilio dell'imbuto.

Spero di avere le allucinazioni, non perché ho scarsa fiducia in loro, ma per il lago che hanno creato sul tavolo, e io non ho intenzione di pulirlo; quindi, approfittando del fatto che non mi hanno vista, scappo al piano di sopra.

Entro in camera e mi butto sotto una lunga doccia fredda.

Non una doccia fredda.

La doccia fredda.

Quella che porta via i pensieri, ti fa rinascere e per cinque minuti ti fa staccare la spina.

Perdo tempo a godermi i brividi lasciati dalla discesa dell'acqua sulla mia spina dorsale, la sensazione è molto simile a quella delle sue dita bagnate di qualche sera fa.

Ed eccoci ad una nuova puntata di "Bagniamoci con Thalia".

<<Thaly, abbiamo l'interrogatorio!>> urla Elis dall'altra stanza, risvegliandomi dalle mie fantasie sessuali.

<<Buongiorno anche a te>> urlo, avvolgendomi in un asciugamano, per poi entrare in camera da letto.

<<Appunto per il futuro, controlla che le recensioni non siano riposte dal duemilatredici>> dice teatrale, facendomi ridacchiare per l'assurdità della cosa, per poi risponderle con altrettanto teatralità: <<Reminder preso, boss>>.

Tre ore dopo...

<<Dov'era ieri tra le diciotto e le ventuno e trenta circa?>> Ecco qui il detective simpatia, che mi scrutina come se fossi una strega di Salem reincarnatasi nel ventunesimo secolo all'interno del corpo di un'adolescente.

<<A squagliarmi per le strade di Tiznit sotto il sole cocente del Marocco>> rispondo con quel pizzico di sarcasmo che mi contraddistingue e che il più delle volte mi fa odiare dalle persone.

<<Chi può confermarlo?>> chiede con voce meccanica e inespressiva.

<<I miei amici, dato che eravamo insieme, ma questo lo sa già>> replico, socchiudendo un ghigno con le labbra. Forse sto esagerando. Forse. Ma è il mio modo per dimostrargli il mio malcontento, dato che sono l'ultima messa sotto torchio, e credo di stargli antipatica, soprattutto perché mi deve interrogare in inglese, dato che ho finto di non saper parlare né il francese, né tantomeno lo spagnolo. Potevo risparmiarmela, lo so. Come potrei risparmiarmi questa faccia da schiaffi che so di avere. Ma sarei troppo una cattiva persona.

<<Lo conosce? Sa di cos'è morto, signorina?>> lancia una cartella sul tavolo con la gentilezza di un toro con la prostata che fatica ad eiaculare. Apro svogliatamente il pezzo di carta, dal quale compaiono foto, oserei quasi definirle sconnesse. <<Signora>> correggo, disgustata dalle immagini contenute nella busta color kaki. Si tratta delle fotografie del defunto, prese da un fotografo amante del macabro, oserei dire, e dalle angolazioni che pongono in risalto le palpebre aperte e rigide.

Lift up - ImpossibleTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon