Capitolo 66: Una notte

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The new Project blog, Family: aggiornamento n° 51, 20 settembre 2023

Un mese dopo...

15 ottobre 2022

E' passato un mese da quel pomeriggio, ed io l'ho sempre aspettato.

Non una chiamata, non un messaggio.

La neofobia si sta allargando a più cibi del dovuto, e sia Jhon che Elis non sanno più che dirmi o che prepararmi per farmi mangiare. Jack tenta in tutti i modi di distrarmi facendomi pensare all'imminente inizio dell'anno accademico e delle lezioni che avremo insieme, nonostante frequenteremo due facoltà diverse.

Gli sorrido vuota ogni volta per non sconfortarlo, deludo già troppe persone.

Diana viene a casa mia tutti i giorni dopo il lavoro, cerca di farmi sorridere ma ciò che riceve è una strano contrazione del mio apparato boccale. Ieri mi ha implorata di andare con lei a fare volontariato al canile, controvoglia per non deluderla nuovamente, l'ho accompagnata. Lì in uno dei tanti recinti ho trovato una cagnolina, un pastore tedesco, incinta che è stata abbandonata al ciglio della provinciale appena abbiamo incrociato gli occhi è stato come se ci fossimo lette nel pensiero. I suoi occhi erano spenti, delusi da tutto e da tutti, ma soprattutto dal suo padrone un po' come i miei. Poco alla volta si è avvicinata a me, siamo rimaste l'una accanto all'altra tutto il giorno, come se la sola vicinanza ci potesse curare.

Più tardi parlando con la responsabile del canile, ho scoperto che per lo shock dell'abbandono aveva perso quasi tutti i cuccioli tranne due. Due cuccioli su sei. In quell'istante mi sono fatta schifo da sola come potevo appartenere alla stessa razza dell'ambiguo essere che l'ha abbandonata.

<<L'uomo è la bestia e l'animale è l'uomo>> aveva detto tempo fa, anni fa, un amico veterinario dei miei genitori. Non potrò mai dargli torto, chi lo fa è ipocrita. Ma a quanto ho capito l'ipocrisia è nel DNA umano così come è presente l'Adenina. Forse non dovremmo dire che è composto da ATCG ma da ATCGI suonerebbe più corretto.

L'uomo è l'unico essere vivente che fa del male deliberatamente ai suoi stessi simili, così come lo fa a se stesso; ed io sono tornata a farmi male con le mie stesse mani.

Ora sono qui, come un automa reduce dai mie due lavori, sdraiata sul letto in posizione supina a vagare tra i miei stessi pensieri. Oggi ho addirittura staccato prima dal nervoso che avevo, mescolato al mio malumore visibile anche al più tonto dei tonti. Nemmeno più il tono melenso di Amanda mi irrita.

Il bussare delicato sulla porta preannuncia l'arrivo di Elis: <<Thaly vieni in sala?>> domanda fuori dalla porta con tono dolce, sa perfettamente che non riesco ad accettare di stare male per un'uomo.

Il più grande errore della mia vita è stato innamorarmi.

<<E' fondamentale la mia presenza?>> le domando ancora sdraiata, pregando un qualsiasi nume che risponda 'No tranquilla'. Da un lato ci starei male, dall'altro sarei contenta. Mi sembra di essere ricaduta nella depressione, o forse ci sono per davvero ricaduta.

Jhon sa che l'unica cosa che faccio con il sorriso è scrivere il blog , e devo ammettere che sta raggiungendo un buon numero di visite settimanali. Lui è l'unico a leggere ciò che scrivo, so che non mi rimprovererebbe mai anzi mi direbbe subito in faccia la verita.

<<Sì è fondamentale!>> dice in tono deciso, per poi spalancare la porta e trascinarmi in sala per un braccio senza darmi il tempo di cambiare i cargo.

Depressa sì, vestita male no.

Entro nel locale, sempre luminoso e pulito come una camera sterile, tutto merito della riccia.

Se fosse per me a quest'ora ci sarebbe Gelsomino il ratto a farmi da coinquilino.

La prima cosa che noto sono i cartoni di pizza, i numerosi cartoni di pizza sul tavolo e le coppe per il gelato disposte sul tavolino. Guardo sul divano e ci sono tutti, tranne lui. Jhon mi sorride come se avesse letto il mio pensiero. Volgo lo sguardo al televisore e noto subito il titolo del film "Harry Potter e i doni della morte - Parte 1", non posso fare altro che scoppiare a piangere.

Non credo mi abbiano mai vista piangere, o se mi hanno vista non credo con la stessa frequenza di questo periodo e nonostante tutti i loro sforzi pur di starmi vicino e vedermi sorridere, o almeno cercare di farmi sorridere io ho fatto la stronza. Non mangiando, rispondendo a mugugni o facendo l'indifferente e solo ora mi rendo conto che loro sono la mia casa, con il sole o con la tempesta io con loro sarò sempre tranquilla, al sicuro.

<<Scusatemi tanto>> sussurro tra le braccia di Elis, le lacrime mi rigano il volto come un anno fa.

Mi sorride dolcemente, e mi asciuga quei piccoli corsi d'acqua salata con il pollice esattamente come farebbe una madre. Elis sarebbe una madre fantastica, nemmeno con tutto l'impegno del mondo potrò mai essere come lei.

La serata la trascorriamo mangiando e guardando film, come una volta. Come se il tempo si fosse fermato, come se lui non se ne fosse mai andato. Ma la sua assenza si sente.

Da 'Harry Potter', saga che solo io amo, siamo passati a veder tutta la trilogia di '365 giorni', ridendo alle battute di Jhon sulle considerazioni mie e di Elis su Michele Morrone.

E' come se tutto fosse alla normalità.

Elis solo per me ha rotto la dieta abbandonandosi ai piaceri dei fear food per una notte, ed io per una notte non ho ascoltato la vocina che ho in testa e mi allontana dal cibo, per una notte ho vinto io, abbiamo vinto io ed Elis sul cibo.

I raggi dell'alba filtrano dai buchi delle serrande, ma noi siamo ancora svegli lì sdraiati un po' per terra sui cuscini un po' sul divano, come degli eterni sedicenni.

Oggi niente lavoro, oggi ci prendiamo un giorno per noi.

Per noi come amici, per noi come famiglia.

Per un giorno voglio essere spensierata.

Per un giorno voglio avere la stessa tranquillità di quella notte.

Perché noi, infondo, saremo sempre un po' degli eterni sedicenni pur essendo consapevoli che tra una manciata d'anni tutto ciò potrà essere un semplice ricordo e le nostre strade magari saranno divise.

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now