Capitolo 61: Riflessioni

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The new Project blog, Family: aggiornamento n° 46, 10 settembre 2023

Due giorni dopo...

Il sole che filtra dalle tapparelle mi stuzzica il viso fastidiosamente inducendomi a svegliarmi, mi alzo con malavoglia dal letto, e con mio gran stupore trovo Pope in cucina intento a preparare la colazione. 

Dopo ciò che è successo l'altro ieri non ho intenzione di toccare nuovamente un suo nervo scoperto. Ultimamente lo noto sempre più spento e suscettibile, ma ho detto nulla a nessuno compresi Elis, Jhon e Diana, che in fondo l'idea di tentare di essere una vera famiglia è stata sua.

Per me poteva tranquillamente non parlarmi più per il resto dei nostri giorni, contando il fatto che ha deciso di dormire sul divano.

Di fatti non sapevo che due sere prima aveva solo finto di dormire, aveva sentito il mio: "Ich liebedich" ed allora appena mi sono addormentata mi ha lasciata sola nel letto, è corso in sala ed ha obbligato Elis e Diana a lasciare il divano perché doveva dormirci lui.

Le mie migliori amiche mi hanno raccontato: di aver violentemente con il loro amico, fin quando esauste sono venute in camera mia a dormire, per non lasciarmi lì sola e delusa ma non trovavano il coraggio di dirmelo fino a quando un giorno in video chiamata non sfuggì a Diana ed allora scelsero di raccontarmi la verità.

Il gorgoglìo della moka mi fa capire che è giunto il momento di trovarci faccia a faccia, purtroppo. Tutto questo casino che persiste tra me e lui non favorisce il mio benessere, e se a ciò aggiungiamo lo stress per la preparazione al corso di studi che voglio intraprendere all'ateneo, è un miracolo che sia ancora lucida senza aver sviluppato un esaurimento nervoso.

Puntuale come un orologio svizzero arriva la nausea, a ricordarmi che in questo corpo siamo in due e che forse ci stiamo già martoriando abbastanza.

Corro in cucina a rigurgitare la cena di ieri nel lavandino, prima di sedermi a tavola mentre luo poggia davanti a me la solita tisana zenzero e limone affiancata da un cornetto alla crema prima di accomodarsi davanti a me con una tazza di caffè. 

Il suo sguardo scrutatore brucia sulla mia pelle, ustionandola. Forse vuole parlarmi, oppure sta solo immaginando nostro figlio, o figlia. Magari come ogni padre è giustamente innamorato della creatura che ho in grembo. 

Forse non vuole abbandonarci. Forse tutto questo casino è solo dovuto alla sua paura. 

Ecco forse è solo spaventato.

Ero una ragazza stupida, credevo nelle favole e nell'illusione che lui non mi avrebbe ferita. Ma in realtà lui sarebbe stata l'ennesima emorragia del mio cuore.

<<Scusa per l'altro ieri>> mormora serio guardandomi, mentre bevo l'infuso.

Era un bravo attore.

<<Per cosa esattamente?>> domando scrutando ogni suo movimento facciale, <<Per avermi accusata di mancare di rispetto alla tua cultura o per avermi dato della troia? Illuminami>> aggiungo mentre lo guardo sprezzante.

<<Per tutto>> ribadisce con una punta di orgoglio nella sua voce, quel suo dannato orgoglio.

<<E sia>> concedo lanciandogli un occhiata gelida, mi sta lentamente distruggendo tutta questa storia ma devo resistere, io voglio dare al mio piccolo o piccola una vera famiglia.

Credevo davvero che Pope sarebbe cambiato per me, Thalia, così come Aladdin era cambiato per Jasmine.

Mi guarda con un aria indecifrabile, quasi pensierosa, schiude e serra le sue labbra carnose quasi come se stesse soppesando le parole da dirmi. 

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now