Capitolo 42: La rosa

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<<Io non so te, ma in questa stanza non passo una notte di più!>> dico alla mia amica raccogliendo i miei effetti personali e lanciandoli sconnessamente dentro la valigia.

<<Intendevi dire, non ci passeremo una notte di più, T?>> replica imitandomi, mentre svuotiamo l'armadio più velocemente del Shangai Maglev, con un pubblico abbastanza confuso per la visione che ha avuto e che ha davanti agli occhi.

Qualcuno si è nuovamente introdotto in casa! E non in camera dei ragazzi, o in cucina, o nel bagno o in qualsiasi altro posto! No! Troppo semplice! Si è introdotto in camera mia e di Elis!

Almeno avesse rubato qualcosa! No.

Il nostro ladro o 'beniamino' è Robin Hood del Sahara!

Ma non è che ha rubato a Gigi Hadid la lingerie Gucci e l'ha portata a noi due! No!

La storia è più lunga!

Qualche giorno fa dando una sistemata alla camera io ed Elis abbiamo notato che mancava un pezzo di intimo, da i completi di entrambe. Ad Elis mancava uno slip e a me un reggiseno di Versace, che ci eravamo reciprocamente regalate prima della partenza. Entrambe abbiamo dato la colpa al disordine supponendo fossero nel cesto della roba sporca, che è stata una soluzione plausibile fino alla bellezza di trentatré minuti fa.

Si trentatré come gli anni di Cristo.

Esattamente trentatré minuti fa ho trovato nel nostro letto una rosa rossa, ma di un rosso particolare, sanguigno oserei dire. La quale trafiggeva i nostri pezzi di intimo, con accanto una molletta a forma di bocciolo di rosa rossa, che ha un non so che di famigliare. Penso che sia stata la cosa più inquietante che abbia mai visto. Appena il mio sguardo è caduto su quello scempio, perché altresì non può essere definito, una marea di brividi hanno percorso la mia schiena e i più oscuri pensieri hanno invaso la mia mente.

Prima l'intrusione la sera dell'appuntamento di Elis.

Poi il pedinamento ai danni miei e di Pope.

Ora la rosa.

Non credo che tutto ciò sia opera di Zeus! Cioè, l'epoca in cui si tramutava in cigno per accoppiarsi con le mortali è finita da un pezzo.

Tutto questo mi porta a pensare che sin dal nostro arrivo qualcuno ci ha tenute d'occhio, come se aspettasse un nostro momento di solitudine per colpire, per fare cose che mi terrorizzano al pensiero.

<<E? T? Come parlate voi due?!?>> prorompe nel mio cervello la lamentela di Jhon, se non è lui è Jack e se non è Jack è Pope. Poi dicono che noi donne col ciclo siamo insopportabili!

<<Sono le rimanenze di Gossip Girl che ci fanno visita>> spiego con uno sbrigativo gesto di mano. E mentre lancio un libro in borsa il mio occhio ricade su un fogliettino piegato a metà ai piedi del letto. <<E è tuo?>> chiedo alla riccia raccogliendolo.

<<No T non l'ho mai visto>> ammette avvicinandosi a me <<Aprilo>> mi incita e subito eseguo il comando:

<<Une rose pour les plus faciles et les plus belles, et pour les plus difficiles et perverses.>> leggo ed immediatamente sento il colorito lasciare la mia pelle già di per sé madreperlacea.

<<Sto stronzo mi ha dato della troia!>> grida la riccia.

<<A me della cessa>> le faccio coro.

<< Che gran bastardo>> gridiamo esasperate e lancio il pezzo di carta sul letto.

<<Si okay è un bastardo, ma la mia domanda è una>> comincia Pope con un tono che preannuncia un problema.

<<Illuminaci>> dico lanciando in un sacchetto i prodotti quasi nuovi per la skin care routine.

<<Voi dove andate a dormire?>> ed ecco il quesito del secolo!

<<Semplice, in camera vostra!>> risponde la riccia al posto mio, ricevendo la mia brusca chiusura della zip in eco alla sua voce.

Alzo lo sguardo e noto i volti dei ragazzi ingrigirsi, come se la morte gli si fosse palesata davanti.

<<Emh...io pensavo di più al soggiorno...>> suggerisce Jack con estrema ponderatezza.

<<Sì, per voi>> dico in faccia al ragazzo, uscendo con le valige dalla porta.

<<Non vi pare di star esagerando?>> domanda Jhon con schiettezza, caratteristica che gli ho sempre ammirato, seguendomi a ruota nel corridoio al contempo.

<<Se per voi, prendere camera vostra, dopo che: più di una volta, ripeto e sottolineo, più di una volta un maniaco sessuale si è introdotto in camera nostra è stare esagerando...sì, stiamo esagerando!>> concludo la discussione, spalancando la porta della stanza, molto simile alla camera mia e di Elis. Le uniche differenze sono l'ampiezza maggiore, la presenza di un letto in più e di un divano che nella nostra stanza sono totalmente inesistenti.

Lancio sul letto matrimoniale le valige, per poi occuparmi di sigillare le finestre della stanza.

<<Se voi prendete questa stanza, noi dove dormiamo?>> rinnova il quesito Pope.

<<Due di voi possono dormire qua, il terzo ha ampia scelta>> annuncio tranquilla.

<<Cioè?>> inarca un sopracciglio Jhon.

<<Salone, pavimento, camera nostra>> spiega Elis, riempiendo le ante libere dell'armadio.

<<Oppure porta i cuscini del divano della sala qui, e che dorme per terra in confort>> suggerisco tranquilla.

Avrei voluto assistere a una rissa tra i ragazzi per decidere chi dorme sul pavimento, ma no! Jhon e Pope si sono lanciati, magistralmente oserei dire, rispettivamente sul letto e sul divano, lasciando quel povero ragazzo di Jack a fare su e giù con i cuscini del piano inferiore.

Noioso.

Qualche ora più tardi...

<<Io quelle mutande le butto e ne compro di nuove>> mugugna Elis dal suo lato di letto.

<<Vale lo stesso per il mio reggiseno>> replico dal mio lato di letto.

<<Ma voi due riuscite a stare in silenzio cinque minuti?>> domanda Jhon esterrefatto alzando lievemente il busto.

<<Davvero, ho i timpani che sanguinano, oltre alla scogliosi>> fornisce il suo appoggio Jack.

<<Che drammaturghi>> sbuffo sonoramente.

<<Ci terrei a sottolineare che sembra un'orgia per anziani>> interviene Pope.

<<POPE!>> grido, tirando un cuscino in faccia al ragazzo.

<<Cogliona, quelle erano le palle!>> si lamenta del dolore, auto-procuratosi, ci terrei a sottolineare.

Mi scappa un sorriso nel buio della stanza, illuminata da qualche solitario raggio della Luna.

Nonostante tutte le avversità della mia vita, la Luna è sempre stata lì a guidarmi, a sostenermi e ad ascoltarmi, un po' come loro. Nonostante le avversità del mio carattere, ci sono sempre stati.

E come la notte, mi hanno sempre portato buon consiglio.

Loro sono la mia notte.

Uno di loro è il mio Sole.

Ed io sono la loro Luna.

La Luna senza i raggi del Sole da riflettere è solo una roccia come tante nell'universo, e senza il buio della notte a farla risaltare, è solo un anonimo specchio naturale. 

Ed io senza loro, senza lui, sarei senz'anima, triste. Non avrei niente tra le mani, se non una stanza bianca asettica e stretta, ed il mio dolore.

Lift up - ImpossibleWhere stories live. Discover now