Storia 54

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John e sua moglie avevano sempre lasciato note a vicenda (club del libro stasera, torno alle 10:00)(Tua madre ha chiamato)(Serve latte)sulla porta del garage. Quest'ultima era coperta di note perché nessuno gettava via le vecchie finché non cadevano per terra. 

Un giorno John trovò una nuova nota di sua moglie:

--Tesoro, quel gatto randagio che miagolava l'altra notte adesso è in cantina. Lo puoi portare fuori? <3

John sospirò. Da quando in qua lo sconfinamento della fauna selvatica era diventata sua responsabilità? Gettando un'occhiata alla porta della cantina, sospirò di nuovo. Sua moglie l'aveva lasciata socchiusa con la luce aperta. Il gatto probabilmente era già scappato. Andò comunque giù per le scale.

Era spaventoso lì sotto. Oscuro, polveroso e...cos'era quel suono? Sembrava il suono di un graffio, ogni volta che faceva un passo, come qualcosa che si muoveva contemporaneamente con lui per nascondere i suoi movimenti. I gatti lo facevano. Giusto?

Fece un'altro passo. Graffio.

Passo.

Graffio.

Si fermò, quasi andando nel panico, prima di pensare di controllare sotto la scarpa. Una nota era appiccicata alla suola, l'aveva trascinata mentre camminava. La doveva aver pestata su per le scale.

--Tesoro, ho chiamato il disinfestatore (domani alle 3:00) ed ho bloccato la porta della cantina. Non andare giù. Non penso sia un gatto.

John guardò la porta della cantina; la porta che aveva indubbiamente trovato aperta appena tornato a casa, la porta che, prima di scendere le scale, aveva chiuso e presumibilmente, inavvertitamente, chiuso dietro di lui.

Da dietro il forno sentì un miagolio, ma era come nessun gatto che lui avesse mai sentito. Seguito da un sogghigno.

Improvvisamente, anche John pensò che non fosse un gatto.

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