55 - @OverwhelmingDreams

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ERROR 404, SERVER NOT FOUND di OverwhelmingDreams

ERROR 404, SERVER NOT FOUND di OverwhelmingDreams

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Amaro e acido. Il sapore che sentiva nella sua bocca in quel momento erano la bile e succhi gastrici sul pavimento, che faticava a mettere a fuoco. Gli occhi pieni di quel liquido lacrimale lattiginoso gli impedivano di capire se avesse centrato o meno il secchio, e temeva di aver ricoperto i cavi di connessione con quel fluido disgustoso.

Ci mise un po' a realizzare che era stato buttato fuori dal server in malo modo. Erano gli effetti causati dalla disconnessione tempestiva senza i corretti procedimenti. Riusciva a malapena a vedere la superficie della poltrona su cui passava le sue giornate.

Lo stomaco sobbalzava ancora e la testa girava. Se solo avesse chiuso gli occhi avrebbe visto una spirale scura, un imbuto cupo e profondo che toglie il respiro. Doveva solo tenere gli occhi aperti.

«Vinaque!» (Vaffanculo in Fijiano)

Non appena tentò di rimettersi in posizione, un dolore lancinante gli trapassò la testa dalla nuca alla fronte, come se mille chiodi si fossero infilati nelle pieghe del suo cervello. Sbatté le palpebre ancora, più e più volte, nel tentativo di recuperare la capacità di mettere a fuoco.

Le dita intorpidite dal poco movimento, scostarono il visore e si infilarono nei suoi occhi nel tentativo di ripristinare la vista. Il monitor di controllo del Kaigo, poco dietro quello dei segni vitali, era completamente rosso. La prima supposizione fu che il robot che manovrava per pattugliare il WTO10 della Arasaka Corporation avesse un mal funzionamento, e poi eccola lì la piccola scritta che lampeggiava sopra lo schermo della connessione "Error 404, server not found". La luce verde con cui si formavano le parole era indiscutibile. Aveva perso la connessione e non poteva più manovrare Kaigo, ma cosa mai avrebbe potuto provocare una tale e immediata perdita di segnale?

Le botte a mano aperta sui suoi monitor di controllo non sembravano essere di nessun aiuto. Non era colpa di un filo lento o di un jack mal inserito. Dovette procedere alla rimozione della connessione neurale. Sfilare lo spinotto inserito nella sua nuca non era un'operazione tanto facile. Dovette raggranellare le sue ultime energie per strappare quel grosso cerotto tecnologico che gli permetteva di manovrare il robot da così lunghe distanze.

Non mangiava da dodici ore. Per tenerlo sulla soglia dell'attenzione il governo Fijiano, sotto il controllo della Arasaka, gli passava le flebo, così da poter svolgere questi lunghi turni di supporto ai Mecha della difesa delle Nazioni Unite.

Non era un'operazione standard: le Nazioni Unite erano intervenute a tutela degli accordi che si sarebbero presi per costruire quegli aberranti muri-ponte.

La testa girava vorticosamente: doveva nutrirsi. Le sue funzioni cognitive stavano subendo seri rallentamenti, non riusciva a pensare.

I piedi ossuti e scalzi, strisciarono sul pavimento lurido, spostando i cavi in malo modo. L'anta del vecchio frigo si aprì permettendo ai led interni di illuminare la vasta scorta di "Rapid Recovery", bustine di gel proteico e vitaminico che garantivano un recupero veloce di tutte le funzioni corporee. L'effige dei Governi Polinesiani Uniti ne determinava la provenienza, così come per la flebo,.

Sfida di scrittura creativa 1.0 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora