8 - @GiuliaBertuletti08

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LISTA 8

LA PROFEZIA DELLA FENICE di GiuliaBertuletti08

Sarà nel giorno in cui tutto sembrerà perduto, che Lei tornerà

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Sarà nel giorno in cui tutto sembrerà perduto, che Lei tornerà. Nel giorno in cui il fuoco si leverà alto, voltando le spalle ad un popolo fedele. Verrà il giorno in cui la Fenice rinascerà dalle ceneri dei guerrieri caduti, dei popoli che hanno smesso di sperare. E nel giorno in cui i morti parleranno ai vivi, imbraccerete le armi per l'ultima volta. Solo allora, guidati dalla Fenice, avrete la vostra vendetta.

   

Il vento freddo di una notte di fine novembre le pungeva le guance e le intorpidiva le dita, la camiciola sporca e consunta non era abbastanza per scaldarla. Inginocchiata davanti ad un piccolo altare, le manine giunte e la testa china, sussurrava una preghiera dettata dall'angoscia di un incubo. Alzò lo sguardo da terra, osservando intensamente una statuina della Fenice: suo padre, il fabbro, l'aveva realizzata rubando piccole porzioni d'oro dai gioielli che creava per le ricche signore e dai calici che forgiava su commissione.

Le ali, spalancate e pronte al volo, erano più sottili rispetto al resto del corpo. Le zampe sembravano quasi staccarsi da piedistallo e gli occhi, due piccoli frammenti di rubino, rilucevano alla luce delle due candele. La studiava quasi aspettandosi un movimento, una parola, qualcosa che le facesse capire che davvero sarebbe tornata. Concentrata com'era, sussultò al tocco gentile del padre che s'era avvicinato, barcollante per il sonno.

"Eilidh, cosa ci fai sveglia a quest'ora?" Le chiese, trattenendo a stento uno sbadiglio.

"Io...ho avuto un incubo" la voce quasi lamentosa, gli occhioni color caramello che scrutavano il padre in cerca di conforto.

"E me lo vuoi raccontare questo incubo?" L'uomo si inginocchiò all'altezza della bambina, in modo da poterla guardare in faccia, ma lei nascose il viso nel suo petto e scosse la testa.

"Ok ok va bene, non mi devi raccontare niente se non vuoi. Ora, ti va di andare a dormire? Lo sai che io sono proprio qui accanto".

La piccola assentì e lui la prese tra le braccia, adagiandola sul letto. Le diede un bacio sulla fronte e fece per tornare a dormire, ma Eilidh lo trattene per una mano.

"Papà?"

"Dimmi, piccolina"

"Quando tornerà?"

L'uomo sorrise dolce e le rispose: "tornerà quando sarà il momento piccola mia".

"E quando sarà il momento?"

"Lo vedrai" sorrise, giocoso, e le diede un buffetto sul naso. "Ora dormi, che domani è un altro giorno e ricorda," le diede un colpettino all'altezza del cuore "prima di tutto la Fenice cercala qui".

    

La donna camminava con sicurezza attraverso un bosco che sapeva di casa, seguita da quella che ormai considerava la sua famiglia. I capelli scuri ondeggiavano in una lunga treccia che seguiva con eleganza i movimenti del corpo, l'arco che portava a tracolla le trasmetteva un senso di sicurezza che credeva impossibile da cancellare. Più si avvicinavano al villaggio e più aumentava quel familiare odore di cenere e legno bruciato al quale erano così abituati da non classificare come un pericolo: erano loro gli Incendiari, non avevano paura del fuoco perché loro stessi erano fuoco. Eppure, giunti in vista delle prime case, nulla poté cancellare ciò che i loro occhi videro: tutto era bruciato, crollato, distrutto. Il loro elemento gli si era ritorto contro.

Eilidh iniziò a correre e solo i suoi fedelissimi ebbero il coraggio di seguirla tra le macerie, mentre percorreva quelle che una volta erano vie, passava in mezzo a quelli che una volta erano negozi. Solo quando giunse davanti alla casa nella quale abitava ancora suo padre si fermò. Cadde in ginocchio, gridando, mentre gli altri la raggiungevano, accomunati dalla stessa disperazione.

Gridò finché non le fu più possibile emettere suono, picchiò i pugni a terra, pianse ogni lacrima.

L'ultima guerriera era caduta.

Improvvisamente, due ali di fuoco si spalancarono, sbattendo e alzando nubi di polvere. Con una spinta poderosa Eilidh spiccò il volo, mentre i presenti assistevano alla scena a bocca spalancata, troppo sorpresi anche solo per pensare ad inginocchiarsi.

Ed infine la Fenice era tornata, i capelli color della cenere e gli occhi ardenti di un fuoco che prometteva vendetta.

La profezia si era finalmente compiuta. 

Sfida di scrittura creativa 1.0 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora