23⭐ - @BlutigBlume

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LISTA 23

OLTRE LA PAURA di BlutigBlume

Un respiro agitato, spezzato dalla fatica e dal dolore, si faceva strada tra la moltitudine di alberi dalle foglie umide e un po' scolorite

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Un respiro agitato, spezzato dalla fatica e dal dolore, si faceva strada tra la moltitudine di alberi dalle foglie umide e un po' scolorite.
La chioma bionda di una ragazza si librava nella scia del vento di quella corsa smaniosa e turbolenta contro il tempo.
I piedi suoi, nudi, si muovevano sopra il terreno bagnato, troppo scomodo per rimanere in equilibrio in quella fuga difficoltosa e disperata.
La camicia da notte che in precedenza era candida come la neve, adesso, si rivelava strappata e sporca di fango.

Gemiti e ghigni malvagi si muovevano violenti assieme al vento gelido, raggiungendo in un istante le orecchie della giovane, che già di per sé sull'attenti, girò il capo all'indietro per vedere quanto fossero vicini quegli obbrobri senza volto che la stavano perennemente rincorrendo.

«NO! NO! Non devono prendermi! Non di nuovo!» urlò la donna dagli occhi neri come la pece, mentre guardava con terrore ciò che le stava assiduamente dando la caccia da giorni, forse da settimane, e questo non lo sapeva nemmeno lei.
Non si ricordava neanche di come ci era finita in quel posto.
In quell'incubo senza fine.

Un tonfo rumoroso attirò la sua attenzione e rivolse nuovamente la testa alle sue spalle.

«NO! Maledizione! No!» urlò Raquel ancora una volta, mostrando un'espressione di sgomento, terrorizzata nel constatare quanto fossero prossime quelle creature inumane.

I "Senza Occhi". Così aveva iniziato a chiamarli lei.
Il volto magro e privo di bulbi oculari lasciava spazio ad una bocca molto larga che, insieme ai denti aguzzi e lunghi come le spine nere dell'agave, avrebbe potuto inghiottire per intero persino un bimbo in fasce.
Il corpo esile e pallido come il latte di cocco era ricoperto da molteplici catene arrugginite che al contatto con il terriccio sporco emanavano il solito frastuono metallico, ormai fin troppo conosciuto da Raquel.
Le braccia e le gambe, talmente sottili da far intravedere le ossa, apparivano completamente malformate e storpie.
Il risultato? Una visione per nulla allettante.

Raquel continuò a correre nonostante il dolore alla milza e la forte necessità di fermarsi un attimo per riprendere fiato, ma in quel momento ogni secondo era essenziale, ogni granello di sabbia che scorreva nella clessidra del tempo si presentava fondamentale e rilevante per l'esito finale di quella maratona contro la morte.
O per lo meno, contro il dover iniziare tutto daccapo.
Infatti, ogni volta che i Senza Occhi riuscivano a prenderla, tutto sarebbe tornato al suo tormentoso esordio: si sarebbe ritrovata all'inizio di quel labirinto diuturno e oscuro.

Ma Raquel lo sapeva.
Aveva capito che qualora si fosse avvicinata ad una probabile svolta, magari a quella che davvero potesse essere la sua salvezza, quelle bestie non facevano altro che aumentare il ritmo della loro caccia, come se non avessero alcuno scopo nella loro esistenza oltre a quello di volerla tenere rinchiusa là dentro per l'eternità.

Sfida di scrittura creativa 1.0 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora