44⭐ - @hailey_dskwd

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Lista 44

LA LANTERNA di hailey_dskwd

"Segui la tua luce e ovunque saremo, lì mi ritroverai quando ti sentirai sola

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"Segui la tua luce e ovunque saremo, lì mi ritroverai quando ti sentirai sola."

Furono le ultime parole che la mia amata mamma mi rivolse, prima che il sogno si dissolvesse con le prime luci del mattino. Mi lasciò addosso un pesante senso di tristezza e di solitudine. Ripensai ai mesi passati, dalla prima diagnosi ricevuta, al primo ricovero, al primo tentativo di cura. Ripensai al momento in cui rimasi sola e il noi divenne un io. Mi mancava in maniera terribile, ma non potevo certo pretendere egoisticamente che rimanesse con me in quella situazione. Mi stiracchiai e mi preparai ad affrontare una lunga e pesante giornata impedendomi di pensare ai mesi passati e perdermi nei ricordi. Alla sera, mi sarei vista con Yuki e saremmo andate alla festa vicino al lago. Ne parlava ormai da settimane, con il suo solito travolgente entusiasmo. Mi alzai dal letto, mi diressi al bagno e mi guardai allo specchio. I capelli spettinati, due mezzelune scure sotto gli occhi. Feci una smorfia alla mia immagine riflessa e andai a infilarmi sotto la doccia lasciando scorrere l'acqua che parve portarmi via di dosso quella strana sensazione di solitudine che non avvertivo così prepotente da un po' di tempo.

Mi asciugai e mi vestii come un automa, come facciamo sempre quando, magari, arriviamo in un posto ma non ricordiamo affatto il percorso fatto per arrivarci. Allo stesso modo mi ritrovai vestita di tutto punto, i capelli asciugati e ben pettinati. Mi affacciai alla finestra e vidi che

cominciava a piovere, così poco prima di uscire, indossai il mio impermeabile col cappuccio. Scesi saltellando le due rampe di scale che mi separavano dall'ingresso e mi ritrovai in un momento fuori dal portone. Respirai a pieni polmoni e buttai fuori l'aria lentamente dalla bocca. Salii sulla bici, pronta a buttarmi a capofitto nel mio lavoro al mercato. Quella mattina era particolarmente affollato già da presto, tanto che fui costretta a scendere dalla bici e a spingerla camminando tra le persone. Mi piaceva il mio lavoro, amavo i miei clienti e tra una chiacchiera e l'altra, finalmente dimenticai in maniera totale quel sogno e le sensazioni che mi aveva lasciato. All'imbrunire risistemai tutto e il signor Fuzui, sorridendo, mi disse che potevo andare. Mi allungò una generosa mancia e mi disse che me l'ero meritata per aver venduto tutto il fresco della giornata. So che lo ha fatto perché mi vuole bene e non certo perché avevo venduto qualche semplice verdura in più del solito. Lo ringraziai quasi commossa. Era un così brav'uomo, che tutto ciò che facevo, come ad esempio trattenermi più dell'orario pattuito o sostituirlo in tutto quando era malato, lo facevo per piacere personale e non per tornaconto. Mi era stato molto vicino quando ero rimasta sola. Lui e sua moglie mi avevano consolata, coccolata e mi avevano impedito di perdermi. Non è facile rimanere completamente soli a diciotto anni appena compiuti. Mi dicono che ne dimostro meno. Sarà per via del mio fisico longilineo, quasi adolescenziale. In realtà io dentro mi sento vecchia. Come se avessi bruciato le tappe e gli anni della mia vita equivalessero a trenta, quaranta delle altre persone. Ma non mi piace commiserarmi, assolutamente no. So anche divertirmi come una normalissima ragazza della mia età. Oggi però va così. Capitano a tutti in fondo le giornate no. Saltai di nuovo sulla bicicletta, controllai l'orologio e mi diressi in ritardo e di gran fretta a casa di Yuki. Lei mi aspettava già per strada, con in mano due lanterne.

Sfida di scrittura creativa 1.0 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora