𝐒𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐭𝐚𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨

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«L'unica cosa che non capisco è come sia potuto cambiare tutto dal giorno alla notte, c'eri anche tu ieri sulle gradinate e hai visto come stavamo» mi rivolsi a Luca, che prontamente annuì.

«Poteva tranquillamente venire da me e parlarne, non che mi tiene le cose nascoste...» continuai, portandomi le ginocchia al petto.

«Riguardo a questo hai tutto il mio appoggio, cose del genere io non le sopporto proprio»

«Ci devo andare a parlare, che se aspetto lui si rifà Natale» affermai convinta.

Forse era giusto prenderci una pausa, avevamo entrambi bisogno di riflettere...

«Si ma non andarci subito, aspetta stasera» mi consigliò Alex, mettendosi in piedi.

«Si per forza» affermai convinta.

Bisognava mettere in chiaro tutto.

~

Avevamo scoperto da poco quali erano le squadre del serale ovvero: Zerbi-Celentano, Cuccarini-Todaro e Pettinelli-Peparini, come immaginavo.

Stavo cercando Luigi per tutta la casetta, perché era arrivato il momento di parlare e mettere tutto in chiaro.

Avevo guardato ovunque, tranne nel giardino sul retro, dove mi diressi a passo spedito.

«Possiamo parlare seriamente?» cercai di sembrare calma, ma non lo ero affatto.

Se ne stava in buona compagnia insieme a Carola, sui divanetti arancioni.

«Adesso?» mi chiese girando la testa, nella mia direzione.

«Si» affermai seria, allora si alzò e mi seguì nella mia camera.

«Di cosa dobbiamo parlare?»

«E me lo chiedi anche? Dovresti saperlo...» risposi mettendomi seduta sul mio letto.

«Sei tu che mi hai chiesto di parlare, non io» aveva assunto quell'aria da strafottente, che non gli apparteneva per niente.

«Bene d'accordo... sono due giorni che non mi calcoli, non mi guardi né mi vieni vicino, te ne stai sempre con Carola. Posso capire cosa ti ho fatto?» domandai spazientita.

«Ma non è ver-»

«Fai il serio per favore, e non dire che non è vero, perché sai anche tu che non è così. Ti sei già stancato? Non mi sembra di aver fatto chissà cosa, da meritare questo trattamento da parte tua...» lo interruppi, quando iniziò a negare l'ovvio.

«Infatti tu non hai fatto niente, sono io» ammise, rimanendo in piedi con una spalla appoggiata al muro.

«Si ma spiegati per favore, fammici capire qualcosa!» mi tirai indietro i capelli, dopo aver definitivamente perso la pazienza.

«Non so... hai perso l'interesse? Non mi ami più? Mi stai trattando come se non fossi mai stata niente...» chiesi con la voce che si incrinava sempre di più.

«Non è vero che non ti amo più... e non pensarle cose del genere» abbassò la voce e lo sguardo, puntandolo sul pavimento.

«E allora spiegami, se non è questo cos'è?» domandai con le lacrime agli occhi.

Stavo piangendo decisamente troppo per i miei gusti, da quando ero entrata nella scuola.

«Io... credo che sia meglio se ci prendiamo una pausa, farebbe bene ad entrambi...» disse portandosi una mano dietro la nuca, facendomi abbassare il volto, ormai rigato dalle lacrime.

«Ti piace Carola, non è vero?» parlai con voce a malapena udibile, mentre mi asciugavo le guance.

«No, non mi piace nessun'altra, ci sei sempre stata solo tu» diceva della frasi che davvero, mi lasciavano sempre più confusa.

«E allora a cosa cazzo serve la pausa!» esclamai portando nuovamente il mio sguardo nel suo.

«Serve a me, devo riflettere su alcune cose» continuò a sussurrare, cercando di non rendere il tutto comprensibile con il microfono.

«Per capire se staresti meglio con me o con Carola? Va bene fai pure, ma non ti assicuro che continuerò ad aspettarti» dissi sprezzante, mentre mi alzavo dal letto e andavo a chiudermi nel bagno libero, della stanza azzurra.

Mi chiusi dentro dando una mandata di chiave, appoggiai la schiena alla porta, fino a scivolare per terra con il respiro affannato.

Sapevo cosa stava per succedere e mi stupivo che arrivasse dopo così tanto tempo; perché c'è una parte di te di cui con gli altri non parli mai.
L'ansia,gli attacchi di panico, la paura che ti si legge negli occhi quando stanno arrivando, le crisi. Quando tutto diventa nero. Che poi ormai li riconosci,lo sai che stanno arrivando.
La notte prima sei euforica: balli,ridi,scherzi.ma hai una strana sensazione di iperattività indice del fatto che stanno arrivando, sono li, sono loro.
La notte fai un incubo,hai una paralisi, la mattina
dopo ti svegli angosciata. Ed eccolo che arriva. Senza pietà. Senza risparmiarti.

Comincia piano ad insediarsi dentro di te e ti saluta timidamente. Ti viene da piangere e sei tesa. E poi eccolo che arriva,ti tira uno schiaffo senza alcuna pietà, crolli.
Inizi a vedere offuscato,a tremare,a non percepire
più la realtà. Cominci ad avere paura di tutto,a sentirti sola. In viso diventi bianca, pallida, fai quasi impressione. Ti senti soffocare e respiri a malapena. Inizi a guardarti intorno: 5 cose che puoi vedere, 4 che puoi toccare, 3 da ascoltare...
Perché ti hanno insegnato che così riesci a tenerlo sotto controllo. Come se fosse possibile...
Passa mezz'ora se va male e va via, lasciandoti una sensazione costante di vuoto e paura.
E ti chiedi se mai tutto questo avrà una fine.

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nota autrice

Crisi, pura crisi!
All'inizio scopriamo cosa ha detto Luigi ad Alex la sera prima, e non è nulla di buono.
Poi Celeste si convince e decide di parlargli, e lo trova fuori con Carola, ma non cambia idea e riesce a convincerlo.
Luigi senza spiegare il vero motivo decide di chiedere una pausa di riflessione, ammettendo però che non è cambiato alcun tipo di sentimento nei suoi confronti.
Infine Celeste si chiude in bagno e appunto, si ritrova a combattere con un attacco di panico, cosciente che quella non fosse la prima volta che capitava.
Per quale motivo Luigi si sarà distaccato da Celeste? C'entrerà Carola in tutto questo?
Se vi ha fatto piacere leggere il capitolo, lasciate una stellina!

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬On viuen les histories. Descobreix ara