"Marianne Styles."

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Autumn

Vidi una figura, stesa sulla schiena, nel caos, le barriere e e i rottami. Aveva la maglia di Harry. Conoscevo quella maglia. Gliela avevo fatta indossare questa mattina mentre mi baciava, ancora e ancora, riluttante a lasciarmi oggi. Quella figura era immobile in una posizione che a Harry non era mai davvero piaciuta. Sarebbe stato molto scomoso se fosse stato lui. Pregavo silenziosamente che non lo fosse. Non poteva essere.

Avevano detto che andavano a coltivare un terreno tra il campo dei Caotici e quello dei Burocratici. Avevano detto che un vecchio tunnel era crollato e delle persone erano rimaste bloccate sotto le rovine. Avevano detto che Harry era lì, e anche Niall.

Un singhiozzo strozzato mi uscì dalle labbra mentre stringevo il braccio di Louis per la paura di crollare. Non potevo farcela. Il panico mi sopraffece, bussando al cuore, scuotendo tutte le mie fondamenta, tutto quello che mi teneva in piedi, che mi faceva andare avanti. Lacerò la mia energia, mangiando la mia sanità, togliendomi il fiato e tutto quello che veniva con esso. Ero certa di star avendo qualche sorta di attacco, fissando il corpo apparentemente senza vita che somigliava all'amore della mia vita.

Louis stava parlando. O almeno pensavo lo stesse facendo. Non potevo dirlo con sicurezza. Era come se fossi sott'acqua. O qualcuno mi avesse messo una mano a coppa intorno all'orecchio e mi stessero urlando che Harry se n'era andato. Harry era ferito. Harry era steso lì ed era morto. Era tutto quello che riuscivo a sentire. Oltre al cuore che martellava e i polmoni disperati in cerca d'aria.

Louis lasciò il mio fianco. Potei sentire me stessa perdere l'equilibrio, potei sentire tutto andare terribilmente fuori controllo. E non riuscii a farci nulla. Non riuscii a dire a Louis di fermarsi, mentre si chinava accanto al corpo che si era trasformato in tutto quello che Harry era per me. Non riuscii a camminare fino a lì, a voltarmi, una volta per tutte, vedere cosa gli fosse successo. Non riuscii a trattenermi quando Louis sospirò sollevato, scuotendo la testa, che no, non era il corpo di Harry.

Un orribile, quasi animalesco, suono mi scappò dalle labbra mentre sospiravo. Le mie ginocchia cedettero, il corpo improvvisamente prese a dolere a causa delle conseguenze del dolore assoluto. Louis mi prese al volo poco prima che colpissi il terreno. E anche allora, non riuscii a fare nulla se non tremare.

"Gesù Cristo, Autumn, stai bene?" disse Louis, mettendomi seduta. Circondai la pancia sporgente con le braccia. Dovevo almeno tenere al sicuro qualcuno. Dovevo fare qualcosa.

"Harry. Dobbiamo trovare Harry." il mio sguardo frenetico vagò, ma tutti quanti stavano correndo in giro, scappando dal destino tragico o aiutando qualcun altro a fare lo stesso. Era il caos nella forma più chiara, cruda, incontenibile del mondo. Sembrava che il mondo stesse per finire di nuovo. O, almeno, il mio.

"Okay, posso andare a cercarlo io, ma prima devo riportarti a casa. Non avrei mai dovuto portarti qui a prescindere."

"No, no. Sto bene. Posso aiutare. Lasciami aiutare." cercai di alzarmi, ma le mie gambe cedettero di nuovo. Era tutto troppo.

"Sei incinta di otto mesi e mezzo, Autumn. Dovresti stare a riposto. Non puoi fare molto per nessuno se ti agiti così tanto."

"Louis." finalmente riuscii a incrociare il suo sguardo, per focalizzarmi su qualcos'altro invece che alla pesantezza nel mio petto, la debolezza negli arti e la pressione tra le gambe.

"È Harry si cui stiamo parlando. È- è Harry, Louis." e quella fu tutta la spiegazione di cui ebbe bisogno. Rendeva tutto il senso. Lui sospirò, alzandosi, per poi aiutarmi a recuperare l'equilibrio. Mi girò un po' la testa, ma mi obblicai a respirare. Dovevo semplicemente respirare. E trovare Harry. Dovevo trovarlo.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now