51. "Perchè?"

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Harry

Ero in piedi davanti la porta della camera di Zayn. Ero lì da un po' di tempo romai e non riuscivo a trovare la forza di bussare. Ogni volta che sollevavo la mano, la abbassavo di nuovo e andavo nel panico. Non ero ancora pronto a vederla. Era passata quasi una settimana da quando era uscita dalla stanza e io l'avevo lasciata andare. E mi mancava tanto, faceva male fisicamente averla lontana. Quasi tanto quanto il pensiero di vederla di nuovo. Non lo capivo, e non mi aspettavo che lo facesse lei.

Non riuscivo a sentire oltre il suono del mio respiro irregolare. Il mio cuore batteva contro il petto, quasi come se potesse percepire la prossimità tra noi, reagendo alla sua vicinanza, bramoso che lo faccia. Bussare e stringerla. Stringerla di nuovo, finalmente. Ma non potevo, perchè le mie mani tremavano e le lacrime annebbiavano la mia vista, e non pensavo sarei stato capace di guardarla per bene. Non pensavo sarei stato capace di riuscire a guardarla in generale.

Alzai lo sguardo, il suono della porta che si apriva mi allarmò. Incrociai dei familiari occhi castani, che ora sembravano un po' arrabbiati, un po' sfiniti. Liam si fermò davanti a me, una mano sulla porta che la teneva abbastanza aperta per lui, ma non abbastanza per poter guardare dentro. Aveva la fronte aggrottata, rendendomi prominenti i suoi lineamenti normalmente delicati, e mi trovai a corto di parole.

"Devo andare a prendere delle provviste nella clinica per sterilizzare di nuovo le ferite di Autumn. Ti va di venire con te o te ne vai?"

Non mi sfuggì il fatto che non mi avesse dato l'opportunità di vedere Autumn e non sapevo se era perchè non si fidava abbastanza di me o perchè riusciva a percepire la mia esitazione e ansia, ma lo apprezzai comunque, annuendo con la testa, prima di indietreggiare per dargli spazio per chiudere la porta e iniziare a camminare verso la sua destinazione.

Più ci allontanavamo dalla stanza, meno stabile era il battito del mio cuore. A volte, batteva due volte allo stesso tempo. Altre volte, ci metteva un sacco a battere.  Era stressato dalla distanza non benvenuta che ora si stava formando tra me ed Autumn, però era sollevato che non dovesse affrontare tutto quello che lei riusciva a farmi provare, almeno per ora. Avrei voluto scusarmi per averlo sovraffaticato, per aver posato tutto su di lui. Doveva essere un cuore forse, per continuare a battere dentro il mio pesante petto.

"Com'è la stanza di Zayn? Spero non sia tanto male."

Non sapevo perchè fossi così disperato di riempire il silenzio che ci circondava, ma era come se stessi perdendo tutto il controllo, anche sul mio stesso cuore, e avevo bisogno di ritornarne in possesso. Non potevo essere così debole. Avevo bisogno di quel senso di equilibrio.

"Va bent, sì. Louis e Zayn vengono a controllarci. Niall a volte porta Raine per aiutare Autumn. Non che ti importi qualcosa. Perchè non ti importa, giusto?"

Sospirai, scuotendo leggermente la testa, perchè tutti i tentativi di tenere lontana Autumn fallivano sempre miseramente. Sembrava essere tutto girare intorno a lei, non importava quando volessi tenerla lontana. Non riuscivo più a ricordare come fosse il mondo prima di lei. Non riuscivo più a ricordare come vivessi senza di lei. Era strano. Era spaventoso. Ma anche un po' confortante.

"Liam,"

"No. Sai cosa? Saresti dovuto essere migliore. Saresti dovuto essere...diverso. Pensavo che fosse quella la ragione per la quale si era innamorata di te. Pensavo non avrebbe mai provato qualcosa del genere nei confronti di qualcuno che è proprio come tutti noi. Ma tu- tu lo sei. Non sei una persona migliore. Cavolo, potresti essere anche peggio per quel che me ne importa. Semplicemente non capisco. Se non ti importa di lei, allora perchè a lei importa ancora di te? Perchè si sta lanciando in tutta questa merda per qualcuno che non ci tiene?"

"Ci tengo. Ci tengo e io- non dovrei. Non so come spiegarlo, Liam. Ma tua sorella, lei- lei mi ha spezzato il cuore. Tu non capisci. Tu non puoi capire cosa si prova. La amavo. E ha fatto qualcosa di cui non riesco nemmeno a parlare. Perchè lo renderebbe reale. E io davvero, davvero non voglio che lo sia. Perchè se lo è, non posso amarla. Posso amarla nonostante tutta la merda, nonostante tutto, ma non questo. Questo è semplicemente...Dio. Dio, io la amo, Liam. E non lo capisco. Mi sta fottendo tutto questo."

Rimase in silenzio. Rallentò il passo, finchè non si fermò completamente. E così feci io. Rimanemmo fermi lì, lui che si mordeva le labbra mentre fissava a terra, io che fissavo le stelle. Era una serata tranquilla, calma, con niente a riempire il cielo a parte qualche stella sparpagliata. Non potei fare a meno di pensare al luccichio negli occhi di Autumn prima che sorridesse, quel suo speciale sorriso. I suoi occhi luccicavano sempre come le stelle, sebbene lei stessa fosse la notte; sempre così oscura, così misteriosa e discreta, come se avesse assorbito tutta l'oscurità del mondo. Forse l'aveva fatto.

"Ha detto che l'avevi lasciata. Ma poi sei ritornato indietro. Perchè?"

"Non lo so. Ero fuori, ero quasi oltre il cancello, ma era come se ogni colpo che riceveva, lo provassi io. Doleva tutto, sebbene nessuno mi avesse toccato. Sono inciampato, caduto e sono semplicemente rimasto lì. A pensare. Io- io ho ricordato la prima volta che mi sono svegliato con lei al mio fianco. Ho pensato che fosse la cosa più bella al mondo ed non era soltanto perchè il mondo era così fottutamente brutto, no, lei era....così bella. Non è stata la prima volta che l'ho pensato, che ammettevo a me stesso che la amavo, ma era la prima volta che pensavo a un per sempre con lei. E sembrava così bello. Così giusto. Ho pensato che non sarei stato capace di svegliarmi in un mondo in cui lei non ne faceva parte. Ho pensato che non avrei potuto vivere sapendo che avevo lasciato che lui se la prendesse di nuovo. Quindi sono tornato indietro. Era incosciente ormai, ma loro continuavano a colpirla. Lei aveva una pistola in mano, ma non ha sparato neppure una volta. Non capivo il perchè, ma poi ho sparato a due di loro, disarmando il resto, prima di portarla via. Stava sanguinando e avevo paura. Poi, quando siamo ritornati al campo e sono sceso dalla macchina per ritornare nella mia stanza, ha aperto gli occhi ed è stato come se- mi fossi ricordato com'era svegliarsi vicino a lei. E lo volevo di nuovo. Volevo lei. Ma non abbastanza. Penso di non farcela ancora."

"Lei non si è mai avvicinata a quella casa da quando è morta mamma. Non sarebbe mai andata lì, se non fosse stato per te. Sapevi che ci sono altri tre edifici dove teniamo questo specifico medicinale? Lo abbiamo sparso in giro, in posti sicuri, così che se fossimo stati colpiti e fosse stato preso, lo avremmo avuto altrove? Sapevi che sarebbe potuta andare in altri posti, ma ha scelto deliberatamente quello? Perchè pensi l'abbia fatto, Harry?"

Fui sopraffatto dalla confusione mentre guardavo suo fratello, che ora aveva un piccolo, quasi orgoglioso, sorriso mentre aspettava che collegassi i punti e capissi finalmente l'immagine che lei aveva disegnato per me. Non era così semplice però. Quello non poteva semplicemente risolvere tutto. Quello non poteva sciogliere i suoi nodi, equiparare tutte le sue variabili e comprenderla alla fine. Lei era una farsa dentro di sè e immaginavo non avrei mai potuta comprenderla a pieno. Ed era per questo che la amavo, anche quando non riuscivo davvero a capirla.

"Pensi che tu la stia punendo non tenendoci più a lei, ma Autumn si impone sempre le sue punizione. Lei sapeva di aver sbagliato, sapeva di meritare una punizione, ed è per questo che è andata in quella casa e ha permesso che la colpissero, ancora e ancora. È per questo che non ha risposto all'attacco. È per questo che ti ha chiesto di andartene. Lei si stava punendo, da molto tempo prima ci pensassi tu a punirla. E continuerà a farlo, anche quanto tu la smetterai. Lei ha subito abbastanza punzioni da valerle una vita intera, Harry. Non aggiungerne altre."

Rupture [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora