21. "Non mi hai lasciato finire."

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Harry

Sapeva di ciliegia.

Ciliegia e menta e un pizzico di fumo, tuttavia creava assolutamente dipendenza.

Le sue labbra, che una volta erano morbide contro le mie, ora rispondevano al bacio con desiderio, approfondendo il bacio ogni volta che consideravo di allontanarmi. Il dolore per il peso che mettevo sulla spalla dislocata si dissolve nel modo in cui la sua lingua leccava le mie labbra, lentamente, seducentemente. Sapeva cosa stava facendo, era perfettamente a conoscenza dei suoi strumenti e di come usarli. E sotto questo punto di vista, io ero spacciato. Passò le dita tra i miei capelli, bloccandole sulla mia bandana.

"È così sbagliato." sussurrò nella mia bocca, la sua voce rauca, strozzata.

"Non mi importa un cazzo."

"Non sai cosa stai facendo, Harry."

"Stai zitta e baciami." e lei obbedì, mormorando nella mia bocca, gemendo leggermente, mentre inclinava la testa di lato, intensificando il bacio, con aggressività. Un momento dopo, mi allontanai per riprendere fiato, e così fece lei. Scuotendo leggermente la testa, aprì gli occhi per incrociare i miei, che la guardavano dubbiosi.

"Perchè l'hai fatto?" domandò lei.

"Perchè mi hai aiutato ieri?"

"Harry."

"Sii onesta, Autumn. Nessuna cazzata."

"Non volevo doverti qualcosa. Tu mi hai aiutata prima, e ora ho aiutato te, ecco tutto. Nessun favore, nessuna gratitudine, nessuna rivalsa. Semplice e sincero." i suoi occhi erano vacui, freddi e duri, mentre riportava le braccia lungo i fianchi.

"Dimmi che non hai provato niente. Dimmi che non provi niente per me. Guardami negli occhi e mentimi, Autumun, e io ti crederò. Giuro, ti crederò." la supplicai, poggiando la fronte contro la sua stancamente. Nei suoi occhi balenò qualcosa che non riuscii a comprendere, ma non erano più scuri.

"Non posso farlo." sussurrò lei.

"Questo era il tuo piano, giusto? Farmi provare qualcosa per te, far sì che mi attaccassi a te e poi portarlo via. Tu- è così, vero? Ti ho datto quello che volevi."

"Era il mio piano, sì. È quello che faccio, Harry. Ti avevo avvertito. Ti avevo detto che ti avrei portato a fidarti di me, così che avresti abbassato la guardia e mi avresti lasciata entrare. Sei vulnerabile e sensibile, ed è ora che attacco." non riuscii a sentire altro, mentre mi sollevavo, avvolgendo di nuovo il braccio e obbligandomi a non guardarla, perchè non riuscivo a sopportare il suo intenso sguardo. Non potevo sopportare di guardarla, facendo ciò in cui era brava, non quando credevo così profondamente in lei, non quando mi sentivo così stupido per lei.

"Eccomi allora. Il tuo piano ha funzionato. Fallo." la sfidai, permettendo al mio sguardo di incontrare il suo, per vedere se era rimasta della speranza che lei provasse qualcosa.

"Non mi hai lasciato finire." disse, la voce vacillante.

"Sì, giusto. Scusa, vai avanti e dimmi esattamente come hai intenzione di uccidermi."

"Non voglio."

"Cosa?"

"Non ho intenzione di ucciderti."

"Questo non ha senso."

"Nemmeno questo."

"Questo, cosa?"

"Questo, Harry. Ciò che mi hai fatto. Chiunque cazzo io sia ora, non ha senso."

"Di cosa stai parlando?" i suoi occhi erano lucidi e, per la prima volta da quando avevo visto Autumun, rivelava l'emozione. Pura, cruda, umana emozione.

"Il mio piano. L'ho fatto così tante volte prima. Le persone si innamoravano di me, ma io- io non ho mai fallito. Non ho mai esitato. Era facile, usuale e soddisfacente. Ma questa volta, con te, io- ho fatto un errore." non mi fidavo abbastanza di me stesso per parlare, quindi sollevai le sopracciglia dubbioso.

"Mi sono innamorata...di te. Mi sono innamorata, ecco tutto. Ho fallito dal momento in cui ti ho lasciato aiutarmi con l'infezione. Ho fallito dal momento in cui ho lasciato le tue parole penetrare sotto la mia pelle. Da quando ho passato la notte a guardarti dormire, perchè sembravi così a riposo, tranquillo e spensierato. Ho fallito dal momenti in cui ho riso alla tua stupida battuta, perchè non avevo il diritto di ridere, Harry, ma non ho potuto farne a meno. Ho fallito dal momento in cui mi sono preoccupata, profondamente, per te, quando sei stato trascinato a casa sanguinante e livido. Ho fallito dal momento in cui ho parlato con quella bambina riguardo tutto ciò che non mi sono mai permessa di considerare. Ho fallito dal momento in cui non sono quasi riuscita a reisterti la notte scorsa. Ho fallito, Harry. Ho fallito e mi sono innamorata, e non so cosa fare con tutta questa merda. Non la capisco e non voglio farlo, e non ho un modo per gestirlo."

Le lacrime scorrevano liberamente sul suo bellissimo viso, mentre io correvo da lei, travolgendola nel mio abbraccio. Strofinò il volto sul mio petto, dandomi dei deboli pugni, come a rilasciare l'ultima traccia di resistenza che aveva in sè. Mi trovaia baciarla sulla testa, lasciando le mie labbra a indugiare lì per un po', mentre la stringevo. Io la stringevo e lei calzava a pennello.

"Cosa mi hai fatto, Harry?" mormorò, la sua voce quasi pienamente dissolta nel mio forte abbraccio.

"Non lo so, ma lo scopriremo. Andrà tutto bene."

E ricordai la mia discussione con Niall di tempo addietro, quando mi disse di spezzare Autumun, di far rivivere la sua parte umana. E ora che lei piangeva su di me, sempre coraggiosa e forte, tuttavia assolutamente vulnerabile, non riuscivo a fare qualcosa per vendicare tutti coloro che aveva ucciso. Tutto quello che provavo era affetto, compassione e tutto ciò che non mi era permesso provare, ma che provavo lo stesso. Lo provavo così profondamente e senza limiti. E non sapevo se fosse stata lei a spezzare me o io ad aver aggiustato lei, ad ogni modo potevamo essere a pezzi insieme o un'unica cosa, completandoci finchè fosse rimasta tra le mie braccia.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now