4. "L'intruso è qui."

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Harry

"Dovremmo attaccare prima che siano loro a venire da noi. Se lei ci sarà davanti, ci ucciderà tutti, uno alla volta." disse Zayn, camminando avanti e indietro in modo frenetico.

"Lei cerca me. Non iniziamo una guerra per questo motivo." replicai con sguardo assente, perso profondamente nei pensieri, ma comunque in allerta.

"Non possiamo rimanercene seduti qui e aspettare che ci piombi addosso. Sta giocando con le nostre teste, provando a distruggerci mentalmente, così che saremo facilmente distruggibili fisicamente."

"Allora non cadiamo nella sua trappola."

"Ne parli come se ne avessimo la possibilità!" urlò Zayn, sbattendo le mani sul tavolo di legno. Portai lo sguardo nel suo, con fermezza e freddezza.

"L'abbiamo. Se agiamo come vuoi tu, allora lei ha già vinto. Calmati cazzo, e pensiamo questa come ogni altra missione." richiesi digrignando i denti. Con un sospiro generale, Zayn afferrò una sedia e si sedette. Ricevetti un sorriso divertito da Louis, che mi fece un cenno di approvazione.

"Ora, andare in guerra non è un opzione. Tutti sappiamo che ci mangeranno vivi in un batter d'occhio. Non siamo ben equipaggiati, nè siamo pronti per qualcosa di così grande. Quindi quell'opzione è esclusa. Cos'altro abbiamo?" poi qualcuno bussò in modo frenetico alla porta.

"Sir, aprite, l'intruso è qui e chiede di Styles!" annunciò una voce all'esterno. Ci alzammo velocemente dalle nostre sedie, correndo alle finestre più vicine. In effetti l'uomo biondo, con gli occhi azzurri, di prima era tenuto fermo da diversi soldati, con le mani dietro la testa.

"Uccidetelo." ordinò Zayn con freddezza e il messaggerò annuì.

"Che cazzo, non lo uccideremo, Zayn. È indifeso e inoffensivo."

"Lui è una spia, Harry!"

"Almeno diamogli del tempo per spiegare perchè è ritornato qui. Non è stupido, sa quanto facilmente possiamo farlo fuori. Ascoltiamo cos'ha da dire." Zayn si morse le labbra, sembrando contemplare la mia motivazione, prima di farmi un singolo cenno. Corsi fuori, la pistola in mano, Louis proprio dietro di me. Presi l'intruso nella mia presa, gettandolo a terra e mettendomi sopra di lui. Una mano lo manteneva giù, mentre l'altra gli puntava la pistola alla testa, ma lui non tentò di liberarsi.

"È meglio che tu parli ora, o ti sparerò dritto in testa prima che tu abbia il tempo di sbattere le palpebre." lo minacciai, stringendo la mia presa sulla sua gola.

"Sono qui per parlare. Voglio parlare." annuì lui. Lo guardai scettico, prima di sollevarmi dal suo corpo.

"Portatelo nella cella sotterranea. Non legatelo. Posso vedermela io." spostai lo sguardo feroce su di lui, mentre annuiva sconfitto e veniva portato via.

"Hai bisogno che venga con te? C'è bisogno di provviste e voglio andare fuori e ritornare prima che faccia buio."

"Andrai da solo?"

"Mi porterò un paio di soldati, dal momento che tu sei chiaramente impegnato e Zayn si rifiuterà di lasciare il campo con un intruso." annuii, comprendendo, prima di dargli una leggera pacca sulla spalla.

"Stai attento lì fuori."

"Non lo sono sempre?" gli feci un mezzo sorrisetto, prima di dirigermi alle celle sotteranee.

"Hey, Styles!" sentii una lieve, femminile voce chiamarmi. Mi guardai intorno, ma non vidi nulla. Finchè non sentii uno strappo ai miei pantaloni, facendomi guardare in basso.

"Che cazzo?"

"Linguaggio, Styles." lì c'era una bambina che non poteva avere più di sette anni, con i capelli stretti in una crocchia perfetta, i vestiti neri e dei piccoli - in confronto ai miei - stivali da combattimento, i suoi perforanti occhi blu/grigiasti che mi guardavano.

"Come fai a sapere il mio nome?"

"Tutti sanno chi sei, Styles."

"Sono Mr. Styles per te." mi chinai al suo stesso livello, dal moemnto che lei era estremamente piccola in altezza. Lei alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa infastidita.

"Non adularti, ho nove anni e mezzo, mentre tu nei hai tipo venti, non c'è molta differenza."

"Okay, cosa vuoi, bimba?"

"Ho un nome."

"E quale sarebbe?"

"Raine."

"Va bene, Raine, in cosa posso aiutarti?"

Ero estremamente divertito dalla sua sicurezza. Mi sfidava così facilmente e amavo quanto fosse impavida e coraggiosa. Sarebbe tornata utile se messa in battaglia. E mi stupiva che nel prossimo futuro potevamo aspettarci solo una battaglia.

"Ucciderai l'intruso?"

"Cos'è per te?" aggrottai leggermente la fronte, perchè qualcuno della sua età doveva star a correre in giro, fare amicizia o forse andare a scuola.

Oh giusto, la scuola era solo per i burocratici, correre in giro non era più sicuro e nessuno di fidava abbastanza da riuscire a stringere amicizia.

"Voglio essere il primo capo femmina dei Caotici quando crescerò."

"Oh davvero?" mi sedetti a terra, con le gambe incrociate, e lei mi imitò.

"Sì, davvero. Quindi è per questo che te lo sto chiedendo, perchè devo essere informata e imparare ad affrontare gli intrusi."

"Semplice, li uccidi." scrollai le spalle con noncuranza, ricevendo un piccolo sussulto da parte sua.

"Cosa, niente domande, niente ultimi desideri, niente?"

"No."

"Ti rendi conto che siamo cattivi quanto i burocratici, giusto? Forse Magari stanno cercando rifugio o voglio aggiungersi a noi, o magari hanno una famiglia da cui devono tornare o un bambino da sfamare." un cipiglio si formò sulla sua piccola fronte, mentre faceva una smorfia nel dire tutte le diverse possibilità.

"Non essere in pena per questo, bimba, hai ancora tanto tempo per imparare quanto è sbagliato il mondo." mi alzai dalla mia posizione seduta, offrendole una mano, che lei spinse via, sollevandosi da sola e pulendosi i vestiti.

"Io non voglio imparare quanto è sbagliato il mondo, voglio imparare a renderlo giusto."

E sì, sorrisi leggermente, perchè era così innocente, così ignara, e la invidiavo per questo.

"Sei intelligente, bimba, stai attenta lì fuori." le arruffai i capelli, prima di camminare via.

"Questo significa che tu ora stai andando ad uccidere quell'intruso?" urlò in lontananza.

"Chi ha parlato di uccidere l'intruso?"

"Ma tu hai detto-"

"Va' a casa, Raine, e non affrettare le cose." la sentii gemere, correndo nell'aria fredda, mentre io ridacchiavo, sentendomi un pochino meno solo nel mondo degli spietati.

Rupture [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now